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Carissimi,
mi rivolgo anzitutto a voi che ho già avuto modo di incontrare nella Visita Pastorale per dirvi grazie del tempo che con spirito di generosità donate ai nostri ragazzi, giovani e adulti, per la loro crescita umana e cristiana; mi rivolgo altresì a coloro che incontrerò nei prossimi mesi, sempre nel corso della Visita Pastorale, lieto di avervi miei collaboratori nell’esercizio dell’annuncio dell’evangelo.
Occorre che le nostre comunità ecclesiali trovino le energie e le strade per tornare ad ancorarsi in modo solido alla presenza del Risorto che con noi cammina nel tempo. Con Lui, catecheta ed ermeneuta sulla strada da Gerusalemme ad Emmaus (Lc 24,13-35), siamo chiamati ad offrire la nostra esperienza di persone credenti e credibili a quanti incrociamo nel cammino della fede - genitori e figli - in vista dei sacramenti di iniziazione, aiutandoli a vivere i valori della sana tradizione cristiana ispirata e animata dall’evangelo.
La vostra azione catechistica deve mirare alla conversione del cuore quale rivolgimento globale del modo di vivere come sempre orientati - mi riferisco agli adulti e ai ragazzi - alla carità e alla fraternità, alla solidarietà e alla coerenza, all’onestà e alla legalità: elementi da proporre, da vivere e aiutare a farli vivere quali segni intelligibili e desiderabili per la costruzione di una vita buona da tutti auspicata.
Perché ciò avvenga, mentre confido in voi, pastori d’anime e catechisti, chiamati con me al grave compito di trasmettere la fede, vi esorto vivamente a svolgere il compito della traditio lampadis, intendendo con questa formula patristica la gioiosa missione di consegnare alle nuove generazioni la fiaccola della fede, come ci è stato ricordato da Papa Francesco nella sua prima enciclica “Lumen fidei”. Occorrono in tal senso appassionati testimoni, secondo la profetica parola di Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni”. Papa Francesco è uno di questi testimoni!
Carissimi catechisti, non voglio che assolviate questa missione come dei funzionari, chiamati dal parroco a dare una mano per questa grave esigenza pastorale. No. Una passione educativa chiama in causa il suo aspetto relazionale e testimoniale per il quale viene messa in discussione la qualità della nostra vita. Perciò, dovrà essere la vostra persona una pagina di quell’evangelo vivente, capace di riscaldare il cuore degli adolescenti e dei giovani per far dire loro: Cristo è vivo. Io l’ho incontrato!
Nel rinnovarvi tutto il mio affetto e tanta gratitudine, adoperatevi in tutti i modi, a che non si faccia perdere il senso del giorno del Signore in cui assaporare la gioia dell’incontro con il Risorto e farlo diventare il trampolino di lancio per la ripresa della fede.
Con l’augurio di ogni bene, saluto caramente e nel Signore benedico.
Cerignola, 8 settembre, Natività della Beata Vergine Maria, 2013.
+ don Felice, vostro Vescovo