ROMA, domenica, 8 gennaio 2006 (ZENIT.org).- Il 7 gennaio a Modena nella Chiesa di Sant’Agostino, l’Arcivescovo Benito Cocchi ha dato inizio al processo diocesano per la causa di Beatificazione di Rolando Rivi, un giovane seminarista di quattordici anni, barbaramente ucciso il 13 aprile del 1945 da alcuni militanti comunisti.

La sentenza del tribunale emessa dalla corte di Appello di Firenze nel 1952, afferma che il seminarista fu ucciso perché rappresentava “un ostacolo all’espansione locale del comunismo”.

Il Pubblico ministero al processo ha raccontato che la “veste talare” e “la manifesta intenzione del fanciullo di darsi al sacerdozio” furono tra i principali moventi del delitto.

Secondo quanto si racconta, gli assassini del giovane giunsero persino ad utilizzare la sua veste talare come una palla, prima di appenderla come un trofeo per vari giorni sotto il portico della casa colonica in cui abitavano.

La testimonianza di vita esemplare e l’essere stato ucciso per odio alla fede hanno convinto le autorità ecclesiastiche a iniziare una causa di Beatificazione e a considerare Rolando Rivi come un martire.

Rolando Rivi è già Servo di Dio dopo che nell’ottobre del 2005 la Congregazione per le Cause dei Santi ha concesso il nulla osta per l’avvio della causa di Beatificazione.

Nonostante la breve vita, la fama di santità di Rolando Rivi è molto diffusa.

Come racconta Roberto Beretta nel libro “Storia dei preti uccisi dai partigiani” (Piemme, 2005), del seminarista reggiano aveva parlato lo stesso Giovanni Paolo II durante il rito dedicato ai “martiri del Novecento” nel corso del Giubileo del 2000.

E. James, un bambino inglese, gravemente malato di leucemia, sostiene di essere guarito dopo essere venuto in contatto con una reliquia del seminarista trucidato dai partigiani.

La causa di Beatificazione assume un notevole valore sia per la verità storica che per il voler rendere giustizia ai 130 sacerdoti che tra il 1944 ed il 1947 vennero uccisi dai partigiani comunisti.

Rolando Rivi, ucciso in un bosco nel territorio di Monchio di Palagano (MO), era nato a San Valentino di Castellarano, (provincia e diocesi di Reggio Emilia) il 7 gennaio 193, ed era entrato nel Seminario di Marola nell'autunno del 1942.

Nel periodo trascorso in Seminario il Servo di Dio si distinse per la pietà, l'amore allo studio, l'impegno vocazionale e soprattutto la ferma decisione a voler essere sacerdote.

Nell'estate del 1944, partiti i seminaristi per le vacanze, il Seminario venne occupato dai tedeschi. Rolando, come i compagni, dovette tornare a casa, portando con sé i libri per poter continuare a studiare.

A casa Rolando continuava a sentirsi seminarista: Messa e Comunione quotidiana, meditazione, visita al SS. Sacramento, Rosario, preghiera personale, buone letture, oltre, naturalmente alle ore dedicate allo studio.

Divenne il piccolo apostolo della parrocchia: guidava i bambini ed i ragazzi suoi coetanei nella preghiera, nel Rosario; insegnava anche ai più piccoli a servire la Messa; li portava in chiesa per pregare davanti al SS.mo Sacramento dell'Eucaristia; suonava e insegnava a cantare inni e canti sacri.

Nonostante gli inviti dei familiari e l'esempio di altri seminaristi di San Valentino, Rolando non volle abbandonare la veste talare; a tutti rispondeva: “lo studio da prete e la veste è il segno che io sono di Gesù”.

Era consapevole del rischio che correva portando tale segno esteriore che per lui significava l'impegno di tutta la vita; non la lasciò mai, considerandola come dichiarazione di appartenenza e amore a Gesù.

Il 10 aprile 1945, dopo la Messa, si recò a casa e, presi i libri, si diresse come al solito a studiare nel boschetto poco lontano. Da quel momento i suoi familiari non lo videro più. Venne, infatti, barbaramente ucciso il 13 aprile successivo.

Il Servo di Dio, prima di morire, chiese di pregare per i suoi genitori. E mentre si trovava inginocchiato sull'orlo della fossa, venne ucciso con due colpi di pistola al cuore e alla testa.

La fama di santità goduta dal Rivi, non solo si è mantenuta solida nell'arco dei sessant'anni trascorsi dalla sua morte, ma si è rafforzata ed espansa fino a superare i confini delle diocesi di Reggio Emilia e Modena e dell'Italia stessa, ancorandosi ed espandendosi in Paesi lontani quale Brasile, Argentina e Inghilterra.

In un editto emanato il 31 ottobre del 2005, monsignor Cocchi afferma che “dopo aver a lungo riflettuto ed ascoltato la voce di persone esperte ed ottenuto l'assenso dei confratelli della Conferenza Episcopale Regionale ed il nulla osta della Congregazione delle Cause dei Santi, abbiamo deciso di dare inizio al Processo canonico di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Rolando Rivi, raccogliendo l'invito e la sollecitazione dei suoi numerosi devoti”.

“Pertanto nel portare a conoscenza di questa comunità ecclesiale questa iniziativa – conclude l’Arcivescovo di Modena-Nonantola –, invitiamo tutti i singoli fedeli a comunicarci direttamente o a far pervenire al Tribunale Diocesano tutte quelle notizie, dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del Servo di Dio”.

Oltre che nel libro di Beretta la vita e la storia del Servo di Dio è raccontata nel libro di Paolo Risso, intitolato “Rolando Rivi, un ragazzo per Gesù” (Edizioni Del Noce, 2004, 128 pagine, 11 Euro).