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Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
fratelli e sorelle nel Signore!

Al termine di questo concerto, suggestivo per il luogo in cui ci troviamo – la Cappella Sistina – e per l’intensità spirituale delle composizioni eseguite, l’animo avverte spontaneo il bisogno di lodare, di benedire, di ringraziare. Questo sentimento si rivolge innanzitutto al Signore, somma bellezza e armonia, che ha dato all’uomo la capacità di esprimersi con il linguaggio della musica e del canto. “Ad Te levavi animam meam”, diceva poc’anzi l’Offertorio di Giovanni Pierluigi da Palestrina, riecheggiando il salmo (24,1). Veramente le nostre anime si sono elevate verso Dio, e perciò desidero manifestare la mia riconoscenza al Maestro Domenico Bartolucci e alla Fondazione a lui intitolata, che ha progettato e realizzato questa iniziativa.

Caro Maestro, Ella ha offerto a me e a tutti noi un dono prezioso, preparando il programma nel quale ha sapientemente accostato una scelta di capolavori del “Principe” della musica sacra polifonica ad alcune tra le opere da Lei stesso composte. In particolare, La ringrazio per aver voluto dirigere personalmente il concerto e per il mottetto Oremus pro Pontifice, che Ella ha scritto subito dopo la mia elezione alla Sede di Pietro. Le sono anche riconoscente per le amabili parole che ha voluto poc’anzi rivolgermi, testimoniando il suo amore per l’arte della musica e la sua passione per il bene della Chiesa. Mi congratulo poi vivamente con il Coro della Fondazione ed estendo il mio “grazie” a quanti hanno in vario modo collaborato. Un saluto cordiale indirizzo infine a quanti con la loro presenza hanno onorato questo nostro incontro.

Tutti i brani ascoltati – e soprattutto il loro insieme, dove stanno in parallelo i secoli XVI e XX – concorrono a confermare la convinzione che la polifonia sacra, in particolare quella della cosiddetta “scuola romana”, costituisce un’eredità da conservare con cura, da tenere viva e da far conoscere, a beneficio non solo degli studiosi e dei cultori, ma della Comunità ecclesiale nel suo insieme, per la quale costituisce un inestimabile patrimonio spirituale, artistico e culturale. La Fondazione Bartolucci mira proprio a custodire e diffondere la tradizione classica e contemporanea di questa celebre scuola polifonica, che si è sempre contraddistinta per l’impostazione incentrata sul puro canto, senza accompagnamento di strumenti. Un autentico aggiornamento della musica sacra non può avvenire che nel solco della grande tradizione del passato, del canto gregoriano e della polifonia sacra. Per questo motivo, nel campo musicale, come anche in quelli delle altre forme artistiche, la Comunità ecclesiale ha sempre promosso e sostenuto quanti ricercano nuove vie espressive senza rinnegare il passato, la storia dello spirito umano, che è anche storia del suo dialogo con Dio.

Lei, venerato Maestro, ha cercato sempre di valorizzare il canto sacro, anche come veicolo di evangelizzazione. Mediante gli innumerevoli concerti eseguiti in Italia e all’estero, con il linguaggio universale dell’arte, la Cappella musicale pontificia da Lei guidata ha così cooperato alla stessa missione dei Pontefici, che è quella di diffondere nel mondo il messaggio cristiano. E tale opera essa continua a svolgere ancora sotto l’attenta direzione del Maestro Giuseppe Liberto.

Cari fratelli e sorelle, in conclusione di questa gradita elevazione musicale, volgiamo lo sguardo alla Vergine Maria, posta alla destra di Cristo Signore nel “Giudizio” michelangiolesco: alla sua materna protezione affidiamo in modo particolare tutti i cultori del canto sacro, affinché, sempre animati da genuina fede e da sincero amore per la Chiesa, offrano il loro prezioso contributo alla preghiera liturgica e concorrano efficacemente all’annuncio del Vangelo. Al Maestro Domenico Bartolucci, ai membri della Fondazione e a tutti voi qui presenti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

[© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana]