BRUXELLES, giovedì, 10 novembre 2005 (ZENIT.org).- Della ratifica della Costituzione europea non si parla più. A Bruxelles c’è chi pensa che ci siano problemi più urgenti da risolvere. Alcuni vorrebbero ratificare senza passare per il consenso popolare ed altri ancora sostengono che forse non c’è bisogno di una Costituzione.

In una intervista concessa a ZENIT, Giorgio Salina, Vice Presidente della Convenzione dei Cristiani per l’Europa, ha sostenuto che per uscire dall’impasse l’unica via è quella di riconoscere che “l’Europa o sarà cristiana, o non sarà”.

Quali sono state nelle Istituzioni europee le reazioni al voto negativo dei referendum popolari tenutisi in Francia e Paesi Bassi sul Trattato costituzionale?

Salina: È stato un K.O.; non un K.O. che ha posto fine al match, ma che deve ancora essere smaltito. Per alcuni mesi si è avvertito un senso di smarrimento e d’indecisione: “E adesso?”. Tuttavia, ora prevalgono le prese di posizione relative a ‘come’ superare la situazione di stallo, di non facile inquadramento anche dal punto di vista del diritto costituzionale ed istituzionale.

Dopo l’esito del secondo referendum, il Presidente della Commissione, il portoghese José Manuel Barroso, ha affermato che sul tavolo dell’Unione c’erano problemi di notevole urgenza, e che, indipendentemente dall’entrata in vigore della Costituzione, era nell’interesse dei cittadini europei affrontarli. Non pochi Deputati reagirono asserendo che così Barroso pareva affermasse l’inutilità di una Costituzione. Successivamente il Presidente della Commissione ha precisato che intendeva solamente porre l’accento sull’improrogabilità di alcune decisioni in materia economica e sociale, quelle per le quali la Conferenza intergovernativa di Bruxelles, l’ultima della Presidenza lussemburghese, non è riuscita a trovare l’accordo, accentuando la situazione di disagio, se non proprio di crisi, dell’Unione europea. Ho ricordato quest’episodio perché mi pare evidenzi chiaramente il clima di nervosismo presente nelle Istituzioni.

Questo clima di smarrimento e di indecisione inizia a dare segnali di distensione?

Salina: Purtroppo, al di là dei sorrisi di circostanza, neppure il Vertice informale del 27 ottobre scorso a Hampton Court, ha compiuto significativi passi in avanti su questi temi. Se si aggiunge la mancanza di una politica estera coesa e convincente, si deve constatare una situazione di reale profonda crisi, alla quale le varie forze autenticamente europeiste devono trovare una soluzione, ad iniziare dalla valorizzazione di quelle radici che hanno portato l’Europa ad essere ciò che è.

Non solo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma anche importanti esponenti dell’Ortodossia russa e qualche laico riconoscono che l’Europa o sarà cristiana, o non sarà! Gli avvenimenti che si susseguono da un anno a questa parte, ne sono la dimostrazione: auguriamoci si tragga insegnamento dalla realtà.

Quali sono le posizioni relative al tema costituzionale che ora si vanno delineando?

Salina: Sintetizzando molto, credo si possano così riassumere:
1. Alcuni ritengono che la materia costituzionale sia molto complessa, e che occorra una competenza specifica per affrontarla. Pertanto, sarebbe stato un errore ricorrere al referendum popolare per la ratifica che invece si sarebbe dovuta riservare ai parlamenti nazionali.

2. Altri, come Andrew Duff, inglese (del Liberal Democrat Party) già membro della Convenzione che ha varato il testo attualmente all’esame, e Johannes Voggenhuber, austriaco (del Die Grünen - Die Grüne Alternative: Verde), Vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali, ritengono che si debba iniziare un lavoro di confronto con la popolazione europea per individuare il consenso possibile, e risottomettere un testo emendato ai cittadini entro il 2009.

3. Sia il Presidente della Commissione Affari Costituzionali Jo Leinen, tedesco del Sozialdemokratische Partei Deutschlands, sia Richard Corbett inglese del Labour Party, a nome del Partito socialista europeo, hanno respinto la proposta Duff Voggenhuber.

4. Altri ancora rilevano che a fronte di due Paesi che non hanno ratificato il Trattato, altri dodici lo hanno approvato, e per tanto occorre valorizzare questo risultato (senza però indicare come).

5. Infine alcuni, tra questi anche Margot Wallström, Vice Presidente della Commissione europea, ritengono che il testo attuale vada bene così com’è, infatti rappresenta il miglior compromesso raggiungibile, e quindi non può e non va modificato; l’errore è stato non illustrarlo chiaramente ai cittadini che non hanno capito; errore commesso da Parlamento europeo e dalla Commissione. Insomma tutti sembrano impegnarsi per trovare la strada per uscire dall’impasse, ma ad oggi certamente questa strada non è ancora stata individuata!

In materia costituzionale ed istituzionale vi sono altri “temi caldi”?

Salina: Dovrebbe essercene uno molto serio, ma è in stand by! Un paio di mesi dopo l’insediamento della Commissione Barroso, gli onorevoli Duff e Corbett, già citati prima, in una seduta della Commissione Affari Costituzionali, hanno proposto di rivedere i criteri e la prassi d’esame della Commissione nel suo complesso e dei singoli Commissari, perché sono stati approvati i Commissari ma non esiste un programma della Commissione, e perché, soprattutto, era stato commesso un grave errore: si era giudicato un Candidato Commissario per le sue idee e non per i suoi programmi, e ciò è contrario alla Carta dei diritti fondamentali dei cittadini.

Subito si sono avute reazioni negative, ed è pensabile che sia stata condotta un’azione decisa per mettere la sordina alla cosa. La Vice Presidente della Commissione Wallström, presente alla riunione, ha sostenuto che era il caso di smetterla con la questione Buttiglione.

Ma l’aspetto a mio parere più preoccupante è che, tranne “Avvenire”, nessun quotidiano italiano di tutti quelli che avevano titolato per settimane traendo spunto dalle audizioni del Ministro Buttiglione al Parlamento europeo, come Candidato Commissario, mi pare abbia riportato la notizia. Nessun telegiornale, salvo mio errore ma non credo, ne ha dato comunicazione. A me questa sembra una cosa di una notevole gravità.