Save the Children apre oggi il suo primo Centro di Cura Comunitario per l’Ebola in Liberia. Dislocato  all’interno di una comunità colpita dall’epidemia nella contea di Margibi, il centro, che dispone di 30 posti letto, ha lo scopo di effettuare più rapidamente, e direttamente sul posto, la diagnosi dei casi sospetti.

Primo dei 10 centri di questo tipo che Save the Children sta costruendo in altrettante comunità locali in Liberia, il paese più colpito dall’epidemia di Ebola con più 6.500 casi confermati e 2.700 vittime, la struttura consente di velocizzare l’isolamento e il trattamento dei casi sospetti di infezione, aumentando le capacità di contenimento dell’epidemia. Agendo come punti di assistenza dedicati a chi mostra i sintomi dell’Ebola, i Centri di Cura Comunitari possono inoltre far si che vengano riaperte le strutture sanitarie locali costrette a chiudere all’inizio del diffondersi dell’epidemia, e fondamentali per la cura di altre malattie, come polmonite o diarrea, che possono essere letali, in particolare per i bambini.    

“Non poche persone in Liberia muoiono perché non cercano o non possono avere assistenza,” ha dichiarato Greg Ramm, Direttore di Save the Children in Liberia.

“I Centri di Cura Comunitari possono aiutare i pazienti ad essere diagnosticati ed eventualmente isolati più rapidamente, direttamente dove sono. Questo ridurrà le possibilità che possano contagiare altre persone, fornendo loro anche le prime cure necessarie prima di essere trasferiti in una Unità di Trattamento dell’Ebola – se trovati positivi all’infezione – o inviati alle strutture sanitarie se risultano negativi al test.”    

I Centri di Cura Comunitari consentono una interazione più diretta con la comunità locale, sfatando il terrore per la malattia e facilitando la richiesta di assistenza medica. Rendono inoltre possibile una migliore relazione tra i pazienti e i loro familiari, fornendo ai parenti e alla comunità le informazioni e gli strumenti per poter rimanere in contatto con i malati in sicurezza, riducendo così lo stigma nei loro confronti, un aspetto particolarmente importante per i bambini traumatizzati dalla situazione. I sopravissuti alla malattia, che hanno sviluppato una immunità all’Ebola, possono essere coinvolti nelle attività di routine presso il Centro, come valido sostegno per i pazienti, avendo sperimentato in prima persona gli effetti della malattia stessa.    

I Centri di Cura Comunitari, che non sostituiscono le Unità di Trattamento ma sono incentrati sulla diagnosi e sono ad esse complementari, sono più semplici e veloci da realizzare, e costituiscono un modello di intervento incoraggiato dal Governo della Liberia e seguito, oltre che da Save the Children, anche da altre organizzazioni umanitarie presenti sul territorio che dovrebbero realizzare nel loro insieme circa 65 Centri di questo tipo.

Save the Children sta rapidamente espandendo i suoi programmi di risposta all’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale, con un Centro di Trattamento in Sierra Leone, una Unità di Trattamento in Liberia, che sarà presto seguita da una seconda, e ora i 10 Centri di Cura di Comunità sempre in Liberia.  Tra le attività svolte regolarmente su ampia scala dall’Organizzazione il Sierra Leone, Liberia e Guinea, le campagne di sensibilizzazione per le strade e le case o via radio, la formazione degli insegnanti, degli operatori sanitari e delle organizzazioni locali sulla prevenzione, la distribuzione di attrezzature mediche essenziali e di kit di protezione per strutture sanitarie e il supporto psico-sociale per aiutare i sopravvissuti a superare la  loro esperienza.

Infine, Save the Children sta lavorando con i bambini soli non accompagnati e gli orfani, per individuare strutture adeguate e sicure, e persone che possano prendersi cura di loro, oltre ad adoperarsi, quando è possibile, per la riunificazione familiare dei bambini separati dai loro cari a seguito dell’epidemia.