LA PAZ, giovedì, 9 giugno 2005 (ZENIT.org).- Poche ore prima della sessione straordinaria del Congresso sulla rinuncia del presidente Carlos Mesa, i Vescovi della Bolivia hanno reso noto di aver constatato, nella loro opera di mediazione, un interesse nelle parti consultate a trovare soluzioni democratiche alla crisi.

In un comunicato pubblicato questo mercoledì, la Conferenza Episcopale del Paese spiega le conclusioni alle quali è giunta nei diversi incontri da essa avuti dal 3 giugno con i responsabili dei tre poteri dello Stato e con rappresentanti di vari settori, istituzioni ed organizzazioni della società.

L’opera di mediazione è stata chiesta alla gerarchia ecclesiastica da vari settori come aiuto per trovare vie d’uscita alle tensioni create dopo settimane di proteste degli indigeni, che chiedono la nazionalizzazione delle loro riserve di gas e petrolio, e il crescente clamore per l’anticipazione delle elezioni.

“In primo luogo constatiamo una grande coincidenza sul fatto che si cerchino risposte ai problemi nel contesto democratico ed un clima pacifico e di dialogo”, affermano i presuli nella nota.

“Constatiamo anche che è opinione della maggioranza dei consultati che si convochino elezioni politiche anticipate, per poter trovare un nuovo equilibrio politico e democratico che esprima la volontà sovrana dei cittadini e faciliti la governabilità del Paese, prestando attenzione agli scottanti problemi che stiamo vivendo”, aggiungono.

Quanto alla successione costituzionale del Presidente, il testo riferisce sulla richiesta “che il Congresso trovi soluzioni conformi alle norme vigenti, tenendo anche conto dei sentimenti della popolazione e del benessere della Nazione”.

“In nessun momento la Conferenza Episcopale Boliviana ha appoggiato né appoggia la designazione di alcun cittadino specifico” come possibile candidato alla Presidenza della Repubblica.

“I settori sociali che abbiamo incontrato, inoltre, chiedono ai poteri statali di far fronte con urgenza ed attenzione alle richieste dell’Assemblea Costituente, al referendum per le autonomie e al problema degli idrocarburi”, hanno reso noto i Vescovi.

I presuli hanno quindi esortato “a creare un ambiente di dialogo e di concertazione che renda possibile la ricerca di soluzioni giuste, pacifiche e basate sul rispetto reciproco”.