LIMA, lunedì, 6 giugno 2005 (ZENIT.org).- In occasione dell’inizio della loro opera nella capitale peruviana (a Villa El Salvador e a Santa Eulalia), le giovani consacrate e laiche della “Comunità del Cenacolo” sono state ricevute dall’Arcivescovo di Lima e primate della Chiesa in Perù, il Cardinal Juan Luis Cipriani Thorne, che le ha incoraggiate nella loro azione.

Durante la riunione, il porporato ha invitato le ragazze della Comunità a non lasciarsi vincere dalle difficoltà che possono incontrare e ha sottolineato la volontà della “Comunità del Cenacolo”, ringraziando la sua superiora e fondatrice, suor Elvira Petrozzi, per essere giunta nel Paese per lavorare a favore dei più bisognosi, spiega una nota dell’arcivescovato di venerdì scorso.

Ha accompagnato l’Arcivescovo di Lima il suo Vescovo ausiliare, monsignor Adriano Tomasi. Nel suo messaggio alle ragazze, il prelato ha ricordato loro le parole di Benedetto XVI, sottolineando che il lavoro da svolgere è una comunione di volontà, quella personale e quella di Dio, “dove faranno non ciò che ognuna vuole, ma ciò che Egli vuole”.

Allo stesso modo, le ha invitate a mantenere nella loro vita la presenza di Dio, perché “vivrete in un ambiente difficile ed avrete bisogno della forza del Signore. Confidate molto in Dio. Solo Lui vi guiderà nel loro compito quotidiano”.

Il porporato le ha anche esortate a custodire la loro amicizia con Dio per essere sante in quell’ambiente e le ha incoraggiate a “chiedere con sincerità aiuto quando ne avrete bisogno… Dio spesso chiede cose impossibili perché Lui le può fare”, ha spiegato.

Da parte loro, le ragazze si sono mostrate entusiaste per la sfida che accolgono, ricordando che “nei luoghi in cui la Provvidenza ci guida, desideriamo essere una piccola luce, un segno di speranza, una testimonianza viva”.

La “Comunità del Cenacolo” è nata nel luglio 1983 su iniziativa di suor Elvira Petrozzi – cresciuta in una famiglia di alcolizzati – come risposta alla tenerezza di Dio Padre di fronte al grido di disperazione di molti giovani stanchi, disillusi, disperati, tossicodipendenti o che cercano la gioia e il vero senso della vita.

Attualmente collaborano con la Comunità volontari, consacrati e famiglie che vivono e lavorano a tempo pieno e in maniera completamente gratuita al servizio di quets’opera.

La “Casa Madre” della Comunità è a Saluzzo, in provincia di Cuneo.

Oltre che in Italia, attualmente ci sono Fraternità del Cenacolo anche in Croazia, Austria, Polonia, Bosnia-Erzegovina, Francia, Russia, Slovenia, Irlanda, Stati Uniti, Repubblica Dominicana, Messico e Brasile.

Il 30 maggio 1998, nella solennità della Pentecoste, il Vescovo di Saluzzo, allora monsignor Diego Bona, ha riconosciuto la “Comunità del Cenacolo” come “Associazione Privata di Fedeli”.

“Nei luoghi in cui la Provvidenza ci guida desideriamo essere una piccola ma luminosa luce nelle tenebre, un segno di speranza, una testimonianza viva che la morte non ha l’ultima parola”, hanno spiegato i rappresentanti della comunità.

“A coloro che bussano alle porte della Comunità viene proposto uno stile di vita semplice, familiare, alla riscoperta del lavoro vissuto come dono, dell’amicizia vera e della fede nella Parola di Dio, fattasi carne in Gesù Cristo morto e risorto per noi”.

”Crediamo che la vita cristiana, nella sua pienezza, sia la risposta vera ad ogni inquietudine dell’uomo, e che nessuno più di Colui che lo ha creato, Dio Padre, sia in grado di ricostruire il suo cuore smarrito e perso in una vita senza senso”.

[Per ulteriori informazioni sulla “Comunità del Cenacolo”, sulle forme di partecipazione alla sua missione o per richiesta di accoglienza e per leggere la testimonianza personale di suor Elvira Petrozzi è possibile visitare la pagina www.comunitacenacolo.it]