Un gran disordine nel Sovrano Ordine di Malta. La situazione rimane tesa all’interno dell’organismo dopo la clamorosa destituzione del Gran Cancelliere, il tedesco Albrecht Freiherr von Boeselager, da parte del Principe e Gran Maestro fra’ Matthew Festing, e la nomina nella medesima carica del maltese fra’ John Edward Critien. Sulla questione era intervenuto Papa Francesco alla vigilia di Natale, istituendo una commissione di indagine “con l’incarico di raccogliere elementi atti a informare compiutamente e in tempi brevi la Santa Sede” sulla vicenda. In altre parole, per fare un po’ di chiarezza.
E proprio contro questa sorta di ‘commissariamento’ lo storico Ordine ha ribadito con forza il suo ‘no’ in un comunicato diffuso ieri, giorno in cui fra’ Festing ha ricevuto il corpo diplomatico accreditato. “Il Gran Magistero del Sovrano Ordine di Malta, in relazione all’attività che sta svolgendo il Gruppo nominato dalla Segreteria di Stato vaticana, ritiene opportuno ribadire che la sostituzione del Gran Cancelliere è stato atto interno del governo dell’Ordine”, si legge. “Pertanto, attesa l’irrilevanza giuridica del Gruppo e dei suoi atti nell’ambito dell’ordinamento giuridico melitense, l’Ordine ha ritenuto di non dover collaborare, anche al fine di tutelare la propria sfera di sovranità rispetto a iniziative che si atteggiano quali forme volte obiettivamente (e quindi al di là delle intenzioni, che sono giuridicamente irrilevanti) a porre in discussione o comunque a limitare detta sfera”.
Insomma, l’Ordine non ci sta e rifiuta una decisione presa dallo stesso Francesco. Già il 24 dicembre scorso un documento ufficiale dell’organismo commentava l’istituzione della Commissione come “il risultato di un equivoco della Segreteria di Stato”, dal momento che “la sostituzione del precedente Gran Cancelliere è un atto di amministrazione interna al governo del Sovrano Ordine di Malta e di conseguenza ricade esclusivamente nelle sue competenze”. Quasi come a dire: sono affari nostri.
E la nota di ieri ricalca tale posizione, avvalorandola con ampie citazioni della Carta Costituzionale del Sovrano Ordine di Malta. Come l’art. 4 par. 5, il quale afferma che: “L’Ordine ha una rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede, secondo le norme del diritto internazionale. La conferma di tale status di diritto internazionale anche nei confronti della Santa Sede è nell’Annuario Pontificio, là dove l’Ordine è citato un’unica volta e non già tra gli Ordini religiosi, quanto piuttosto tra le Ambasciate degli Stati, accreditate presso la Santa Sede”. Pertanto, come recita il par. 6: “La natura religiosa non esclude l’esercizio delle prerogative sovrane spettanti all’Ordine in quanto soggetto di diritto internazionale riconosciuto dagli Stati”.
Il comunicato rimarca anche “il diverso status dei membri dell’Ordine appartenenti ai diversi ceti e quindi i rapporti di gerarchia che sussistono tra gli stessi membri e i propri Superiori”, utile a comprendere chi è legato e chi no alle “promesse di obbedienza” sancite dall’art. 9 par. 2 della Carta. “Questa promessa nulla ha a che vedere con il Voto di Obbedienza pronunciato dai Cavalieri di Giustizia, appartenenti al primo ceto”, si legge ad esempio nella nota, come pure che “i membri del secondo ceto con la promessa di obbedienza sono subordinati soltanto ai propri Superiori nell’Ordine”.
In sostanza, ciò che l’organismo vuole rendere evidente alla luce di queste norme fondamentali è che “in punto di stretto diritto, il rifiuto di obbedienza non giustifica in alcun modo il coinvolgimento di ‘Superiori religiosi’, tanto più in quanto essi non appartengano all’Ordine”. Detto coinvolgimento, “oltre che giuridicamente impossibile” è anche “superfluo in chiave garantista”, dal momento che “i membri del secondo e del terzo ceto, i quali intendano tutelare i propri diritti reputati lesi da provvedimenti disciplinari, possono impugnarli innanzi i Tribunali magistrali”.
Ne consegue che “la mancata collaborazione” con il Gruppo nominato dalla Santa Sede “ha motivazioni strettamente giuridiche”, sicché, sottolinea l’Ordine, “non è e non può essere in alcun modo giudicata quale mancanza di riguardo nei confronti del Gruppo stesso, né tanto meno della Segreteria di Stato”. Ferma questa posizione, “le testimonianze” che i singoli membri della commissione ritengano di rendere “non potranno per le loro modalità e per i contenuti espressivi di giudizi, porsi in contrasto, direttamente o indirettamente, con la decisione del Gran Maestro e del Sovrano Consiglio relativa alla sostituzione del Gran Cancelliere”.
L’avvicendamento di Boeselager con Critien alla carica di Gran Cancelliere ad interim era avvenuta il 15 dicembre 2016: una decisione presa dal Gran Maestro Festing, dopo il voto deliberativo del Sovrano Consiglio. Una comunicazione ufficiale diffusa per l’occasione evidenziava che “una situazione estremamente grave e insostenibile” aveva portato alla destituzione di Boeselager, il quale si era rifiutato di dimettersi dai suoi incarichi come richiesto dal Gran Maestro fra’ Matthew Festing. Il tutto alla presenza del rappresentante del Santo Padre, quel cardinale statunitense Raymond Leo Burke noto alle recenti cronache per essere capofila dei “dubia” sull’Amoris laetitia contro le presunte “aperture” del Papa specie sulla questione dei sacramenti ai divorziati risposati.
Il rifiuto di Boeselager è da considerarsi un gesto “deplorevole”, “a prescindere dalle ragioni di esso”, affermava l’Ordine. Che nel comunicato spiegava pure: “La ragione della sospensione da Gran Cancelliere è dovuta a gravi problemi accaduti durante il mandato di Boeselager come Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta, e il successivo occultamento di questi problemi al Gran Magistero, come dimostrato in un rapporto commissionato dal Gran Maestro l’anno scorso”. Alcune indiscrezioni filtrate riferiscono che, in passato, Boeselager non si sia opposto alla distribuzione di preservativi in diverse zone del mondo, aree di guerra o comunque di crisi, dove sono attive le strutture mediche e i volontari dell’Ordine di Malta.
Dunque, un tradimento dei principi cristiani da parte di Boeselager, proveniente da una famiglia nobile cattolica, prussiana, diretta discendente dal Sacro Romano Impero, all’interno di una struttura come l’Ordine di Malta tra le più conservatrici. La verità ancora non è venuta del tutto a galla e, all’interno dello stesso organismo, le posizioni in merito alla vicenda non sono univoche. Per questo fra’ Festing invita a “restare uniti”. Prima che la situazione peggiori irrimediabilmente.