A leggere delle tante difficoltà che la scuola paritaria soffre in Italia si rimane sbigottiti. Perché tante discriminazioni, pregiudizi, ingiustizie nei confronti delle famiglie e nei cittadini che scelgono la scuola paritaria? Cosa guadagnano lo Stato e la società a non rispettare la libertà delle famiglie e a non riconoscere i tanti benefici che la scuola paritaria apporta a fianco della scuola pubblica? Per cercare di capire la sostanza del dibattito, ZENIT ha intervistato suor Anna Monia Alfieri, una delle persone più competenti in materia. Impressionante il suo curriculum: laureata in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel 2001, ha conseguito il Magistero di Teologia, indirizzo pedagogico-didattico presso l’Issr di Milano e la laurea in Economia nell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 2007, anno in cui diventa legale rappresentante dell’ente Casa Religiosa Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline. Dal 2008 collabora con la Divisione Enti non Profit di Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università del Sacro Cuore di Milano, per l’organizzazione dei corsi di Alta Formazione (in management e alta dirigenza scolastica) per gli Istituti Religiosi e per la docenza negli stessi. Dal 2011 è responsabile dell’ufficio regionale Scuola e Cultura Usmi Lombardia. Dal 2012 è Presidente della Fidae Lombardia; dal 2013 membro e coordinatore del Tavolo Permanente sulla Parità, Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro, Regione Lombardia. Dal 2014 Referente Ufficio Scuola USMI Nazionale. Ha incarichi di esperta presso i Tavoli sulle scuole paritarie del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. È autrice di numerose pubblicazioni, articoli ed elaborati sul Sistema Nazionale di Istruzione, in particolare sul suo compimento secondo la legge 62/2000, nella definizione della scuola pubblica, paritaria e statale. È ispiratrice e coautrice del saggio “La buona Scuola Pubblica per tutti Statale e Paritaria”, Laterza 2010. Coautrice anche del libro “Il diritto di apprendere nuove linee di finanziamento” (Edizioni Giappichelli) con prefazione del ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini .
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Cos’è la scuola paritaria e quali sono le differenze con la scuola pubblica?
Per prima cosa, Lei mi perdonerà, ma devo correggere la sua domanda. Parlare di scuola paritaria e di scuola pubblica è sbagliato, fuorviante e concettualmente ingiusto. La legge 62/2000 ha infatti istituito l’attuale Sistema Nazionale di Istruzione che è formato da scuole pubbliche statali e da scuole pubbliche paritarie. Quello che cambia è il gestore. Poi ci sono le scuole private, i cui studenti, per vedersi riconosciuti i titoli di studio, devono sostenere esami di idoneità presso scuole pubbliche, statali o paritarie, appunto.
Mi perdoni davvero se ho fatto questa correzione: l’ho fatta all’inizio della nostra chiacchierata, perché occorre essere chiari, altrimenti i discorsi che faremo saranno inutili e, soprattutto, poco corretti. E invece noi abbiamo bisogno di idee chiare e ben definite. Detto questo, io La ringrazio per la domanda, perché mi permette di risponderle con l’intelligenza dovuta ai Lettori, facendo riferimento alla mia esperienza di studentessa di scuola pubblica statale e di Legale rappresentante di un Ente che gestisce nove scuole pubbliche paritarie in Italia.
È un lavoro che mi appassiona, che coinvolge tutta la mia persona di donna e di consacrata, perché, in questo anno giubilare della Misericordia, io mi rendo conto che l’educazione è realmente un’opera di Misericordia. Abbiamo studiato tutti a catechismo che una delle opere di misericordia spirituale è insegnare agli ignoranti. Questa espressione potrebbe risuonare un po’ arcaica: in realtà non significa altro che condividere un cammino di conoscenza, di cura, di prossimità.
Papa Francesco ci invita ad andare verso le periferie – materiali ed esistenziali – del nostro tempo: ecco, la scuola paritaria consente di avvicinare tante periferie esistenziali, tante condizioni “fuori centro”, “scentrate”, anche se la scuola è collocata nel centro di Milano. E così mi riallaccio alla prima parte della sua domanda: la scuola paritaria è innanzitutto scuola: sembrerà scontato l’affermarlo, ma non lo è!
Molto spesso si pensa che la scuola paritaria sia come una sorta di grande oratorio, dove ci si diverte, dove i ruoli non sono definiti, dove tutti dicono e fanno tutto. Assolutamente no! La scuola è luogo di incontro tra alunni, docenti e famiglie, un incontro basato su una precisa richiesta, quella della formazione, intendendo per formazione sia l’aspetto culturale che quello educativo: potremmo dire anzi che l’aspetto culturale è veramente realizzato quando permette di educare il bambino, l’adolescente e il giovane. Altrimenti basterebbe imparare a memoria wikipedia. La differenza con la scuola pubblica statale sta ovviamente nel Gestore (molti in Italia sono Enti religiosi di solidissima tradizione educativa) e di conseguenza nella identità.
La scuola pubblica paritaria ha una propria identità che le deriva dal carisma di fondazione. Riscoprire questo aspetto oggi è realmente vitale: nel mare delle difficoltà che la scuola cattolica oggi sta attraversando, essa, se vuole giungere in porto, deve riscoprire la propria identità educativa, il proprio progetto di uomo e di donna, se vuole differenziarsi rispetto alle altre scuole pubbliche, statali o paritarie, se vuole essere scelta. Insisto su questo passaggio perché, paradossalmente, è la legge 107/15, quella della Buona Scuola, per intenderci, ad invitarci a riflettere sull’identità: quella legge invita la scuola statale ad avere una propria identità con la quale posizionarsi nell’offerta al territorio.
E le nostre scuole che spesso vantano una lunga tradizione si trovano a chiudere non tanto o non solo per gli aspetti economici ma, soprattutto, perché non si è stati in grado di portare avanti il carisma educativo dei Fondatori, si è lasciata spegnere quella intuizione. Di conseguenza stiamo perdendo realtà educative importanti soprattutto per il mondo di oggi così bisognoso di “cura”.
Comprenderà che è fondamentale, oggi, in un’epoca in cui per il calo delle vocazioni la presenza dei religiosi nelle scuole si fa più rara, considerare il “dono”, la comunicazione del carisma come un’opportunità di riscoperta di una ricchezza educativa e culturale da trasmettere agli educatori laici ben formati e di conseguenza agli alunni e alle famiglie. E’ solo lavorando in sinergia, religiosi e laici, che si possono affrontare le sfide del nostro tempo. Poi, per il resto, la scuola paritaria deve assolutamente rispettare le leggi dello Stato in materia di istruzione e lo Stato deve controllare affinchè questo avvenga”.
La seconda parte dell’intervista sarà pubblicata domani 20 luglio.
Libertà e qualità educativa nella Scuola paritaria (Prima parte)
Suor Anna Monia Alfieri spiega i benefici della scuola paritaria per formare una generazione di persone grandi nella conoscenza e nell’anima