Hand in hand

Pixabay CC0

La presenza della famiglia aiuta i malati di Alzheimer

Uno studio dell'associazione inglese Alzheimer’s Society dimostra che l'affetto familiare ha un impatto “potente e positivo” nei malati

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

L'Alzheimer's Society, associazione inglese che offre assistenza a quanti sono colpiti da questo tipo di malattia degenerativa, sottolinea l'importanza della famiglia. A seguito di uno studio, ha infatti affermato che passare del tempo con i propri cari affetti da demenza è “ancora più importante” quando questi non riconoscono più i volti di amici e familiari.

L'associazione britannica smentisce così quel 42% di intervistati, in un sondaggio, che ritiene inutile mantenere i contatti con chi raggiunge uno stato avanzato di demenza. Infatti ricevere visite dei propri familiari stimola sentimenti di felicità, fiducia e sicurezza. Anche quando la malattia progredisce, spiega l’Alzheimer’s Society, le persone con demenza possono ancora avere la cosiddetta “memoria emozionale”. Significa che possono continuare a sentirsi felici e sereni dopo aver ricevuto visite di cari, pur non avendo ricordi dell'incontro.

Il 64% dei malati di Alzheimer, secondo un'altra indagine inglese, si sente di esser lasciato isolato dopo aver conosciuto la propria diagnosi. Jeremy Hughes, direttore esecutivo dell’Alzheimer’s Society, spiega a tal proposito: “Dopo aver trascorso del tempo con amici e famiglia durante le feste, l’arrivo del nuovo anno può rivelarsi un momento di grande solitudine per le persone che soffrono di demenza. È molto importante essere sempre presenti con loro, affinché possano sentirsi ancora parte del loro mondo”.

Hughes parla di impatto “potente e positivo” nei confronti di malati che hanno passato del tempo coi propri cari. “Il nostro obiettivo è esortare i familiari di chi è affetto da Alzheimer a contattarci, per aiutarli a capire come essere presenti con chi è malato” aggiunge.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione