Daily meditation on the Gospel

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Insistere per amore

Meditazione della Parola di Dio di sabato 12 novembre 2016 – Memoria  di San Giosafat, Vescovo e Martire

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Lettura
Pregare è una necessità: non qualcosa di cui c’è bisogno, ma qualcosa di indispensabile, di cui non si può fare a meno, come si evince dai termini (in greco: dein; in latino: oportet) che Gesù usa. E pregare è “pregare sempre, senza stancarsi mai”: una connotazione che mette subito in chiaro che non si tratta solo di recitare preghiere, ma di diventare noi stessi preghiera, come affermò un biografo di san Francesco: «non tam orans quam oratio factus»: non uno che pregava, ma che era diventato preghiera. La parabola sottolinea, della preghiera, il valore dell’insistenza: non allo scopo di costringere Dio ad ascoltarci, ma di mostrargli la fiducia che si ha in Lui.
Meditazione
La preghiera mi mette nel giusto rapporto con Dio, con me stesso, con la realtà. È espressione di umiltà: non una tra le virtù, ma la fondamentale dimensione dell’essere umano, il quale, solo accogliendo la verità ritrova se stesso. Luca è l’evangelista che mostra la maggiore attenzione alla vita di preghiera di Gesù. Lo presenta dodicenne nella Casa del Padre, intento a scoprire le “cose” del Padre suo, convinto che di esse egli deve occuparsi; lo mostra orante al momento del battesimo e nell’assumere la missione; nei quaranta giorni vissuti nel deserto; nella notte che precede la scelta dei Dodici; in tanti e tanti momenti di solitudine cercata, nella fatica della predicazione del Regno e delle opere che accompagnano la parola; all’inizio della passione e fino all’ultimo respiro. L’elenco è incompleto, ma sufficiente a farci comprendere che per Gesù la preghiera è intimamente legata alla vita, ai fatti concreti, alle decisioni: non un “ritirarsi”, ma un vivere tutto nel colloquio con il Padre, la cui volontà – “Cerco sempre la volontà di colui che mi ha mandato!” (cfr. Gv 5,19.30) – è la vera realizzazione della nostra vita. Ma non siamo noi a decidere quale essa sia, poiché ciò che a noi spetta è cercarla nel colloquio con Lui, accoglierla e compierla in un rapporto di viva comunione. È evidente, a questa luce, il nesso inscindibile tra preghiera e fede. La preghiera la mantiene, la purifica, la fa crescere; ci fa attenti al presente e proiettati verso il futuro, con quella “vigilanza”, quello “stare svegli”, indispensabile al discepolo di Cristo per essere fedele. La domanda conclusiva – «Ma il Figlio dell’Uomo quando verrà, troverà fede sulla terra?» – non ci chiede pronostici; ci interroga sulla nostra fedeltà, sul coraggio di sperare e di agire in comunione con Lui.
Preghiera:
Mio Dio, credo fermamente tutto quanto hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere; conforme a questa fede voglio sempre vivere. Spero dalla tua bontà, per le tue promesse e i meriti di Gesù Cristo, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere. Ti amo con tutto il cuore, sopra ogni cosa, e per amore tuo amo il prossimo mio come me stesso.
Agire:
Oggi prego per coloro che non pregano e che non hanno ancora chiaro che cosa sia la preghiera.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de Goti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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