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Il nostro è un Dio che parla

Meditazione della Parola di Dio di martedì 10 Gennaio 2017 – I Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Il Vangelo di Marco ci narra come Gesù vivesse il sabato a Cafàrnao. Frequentava la sinagoga, com’era consentito ad ogni ebreo che avesse raggiunto la maggiore età (12-13 anni). Gesù stupisce perché parla con autorità e offre un insegnamento del tutto nuovo. Inoltre, i demoni, gli spiriti maligni non sopportano la presenza divina che è in Gesù e, smascherando se stessi, si sforzano di combatterlo, mettendosi a gridare contro di lui e rivelandone davanti a tutti la vera identità: “Io so chi tu sei: il santo di Dio”.
Meditazione
La parola è il più grande dono che Dio ha fatto all’uomo: è ciò che distingue l’uomo dagli animali, che possono emettere solo suoni, urla, barriti. Con le parole possiamo manifestare i nostri pensieri, capire e accogliere l’altro. Il nostro Dio è un Dio che parla, a differenza degli idoli adorati dai pagani, i quali “hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, non c’è respiro nella loro bocca” (Sal 135[134],16-17). Il nostro Dio ha parlato nella storia e continua a parlare anche oggi. Ma c’è una differenza enorme tra le nostre parole e quelle di Dio. Le sue sono parole creatrici, fanno esistere le realtà, fanno vivere, veicolano la potenza e la volontà di Dio: sono vere, rette, potenti. Tale è la parola del Maestro: “E Gesù gli ordinò severamente: ‘Taci! Esci da lui!’. E lo spirito impuro uscì da lui”. E quando è supplicato da storpi che chiedono di volerli guarire, è sufficiente che Gesù dica: “Sì, lo voglio: sii purificato” (Mc 1,41), e il miracolo si compie. Di fronte alla Parola rivelata gli uomini hanno atteggiamenti diversi: spesso ci fermiamo alla lettera, agli enunciati materiali. Spesso facciamo dire alla Parola di Dio ciò che piace a noi: “secondo me…”. Non badiamo al fatto che la Parola di Dio è ispirata, cioè animata dallo Spirito. Senza lo Spirito e la fede, da parte nostra, non potremo capirla e accoglierla. Nel Vangelo vediamo che Gesù “insegnava come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. La sua parola è autorevole, chiara, senza esitazioni. Egli non si presenta come un professore, con tante disquisizioni e problemi, con soluzioni più o meno probabili; la sua parola è luce, è efficace anche contro gli spiriti maligni. Essa attraversa i secoli, le culture, le generazioni, le scuole e le interpretazioni: rimane sempre attuale e viva, perché è parola divina.
Preghiera
“Fa’ risplendere nei nostri cuori, Signore, amico degli uomini, la luce della tua divina conoscenza. Apri gli occhi della nostra intelligenza perché noi comprendiamo la tua parola, e rendici ad essa obbedienti. Perché tu sei la nostra luce, Cristo Gesù, e noi ti glorifichiamo con il Padre e lo Spirito Santo, ora e sempre”. Amen (Liturgia bizantina, Orthros delle domeniche).
Agire
Un giorno senza la lettura della Scrittura è un giorno buio, senza la luce del sole.
 

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ZENIT Staff

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