Furlan (Cisl): “Senza innovazione non c’è competizione”

Al Festival della Dottrina sociale si discute di rivoluzione industriale 4.0 in mezzo agli operai

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Anna Maria Furlan, segretaria generale della CISL, ha aperto i lavori del convegno Industria 4.0: essere competitivi per la qualità e non per i tagli al lavoro. L’evento, svoltosi nella seconda giornata del Festival della Dottrina sociale della chiesa, è stato ospitato dall’azienda Pedrollo. L’intervento ha avuto come tema principale la quarta rivoluzione industriale ed ha visto anche la partecipazione di: Giulio Pedrollo, vicepresidente di Confindustria ed amministratore delegato della Pedrollo s.p.a., S.E. Mons. Mario Toso, Massimo Castellani, segretario Cisl di Verona.
I temi affrontati sono stati di grande attualità e la scelta di tenere il convegno all’interno di una fabbrica, tra gli operai, è stata in linea con il tema del Festival, In mezzo alla gente. Anna Maria Furlan ha iniziato il dibattito lanciando un allarme: “Un paese che rimane indietro avrà problemi seri in futuro” ed ha evidenziato la necessità di puntare sugli investimenti spiegando: “Le imprese che non investono in innovazione non sono competitive per il futuro nella qualità. E la nostra competitività, come sistema Paese, deve essere sulla qualità, non sul costo del lavoro. Non c’è qualità di prodotto e di processo se non c’è qualità del lavoro e della vita dei lavoratori e delle lavoratrici”. Ed ha aggiunto: “È  necessario essere competitivi grazie alla qualità e non per i tagli sul costo del lavoro”.
I cambiamenti apportati dalla rivoluzione tecnologica 4.0 interessano il mondo del lavoro e pongono la necessità di un adeguamento delle associazioni sindacali. A chi le fa osservare che le nuove tecnologie metteranno il lavoratore al centro del mercato del lavoro, lei risponde: “Se sarà così, anche il sindacato cambierà perché è impensabile rimanere estranei al cambiamento portato dalla rivoluzione 4.0”.
La segretaria generale della Cisl ha concluso il suo intervento soffermandosi sull’importanza della formazione come “step indispensabile per poter parlare di innovazione”, evidenziando la necessità dell’alternanza sciola-lavoro ed il cambiamento del concetto di “qualifica”. Furlan, infatti, ha dichiarato: “Il tema della qualifica cambia radicalmente: è un’azienda meno verticale e più orizzontale, dove il confine tra le competenze dell’operaio e quelle dell’ingegnere è sempre più labile. Inoltre, oggi, sono necessarie più aziende che investano sull’alternanza scuola-lavoro. Basta simulazioni, ma esperienze vere: la cultura diventa lavoro e viceversa».
Anche Giulio Pedrollo, padrone di casa, ha sostenuto la necessità di puntare sull’innovazione per uscire dalla crisi evitando i tagli del personale. Inoltre, egli ha evidenziato anche alcuni punti critici dichiarando: «L’azienda 4.0 è la medicina per le aziende italiane. Non sappiamo sfruttare il marchio made in Italy e abbiamo problemi di contraffazione. La tecnologia 4.0 aiuterà a combattere sia la contraffazione e che la corruzione». Secondo Pedrollo una possibile soluzione è “investire nei Computer Center, che si occuperanno della ricerca di soluzioni 4.0 perché, in Italia, rimane un gap culturale da superare se si parla di information tecnology». Un altro aspetto da non sottovalutare, per Giulio Pedrollo, è la digital innovation hub, che “permetterà di guidare le aziende nella trasformazione 4.0, senza perdere posti di lavoro”. Una soluzione valida a patto che “gli imprenditori siano disposti a formarsi dal momento che le scelte spetteranno sempre all’uomo, anche in ambito tecnologico”.
Puntare sull’innovazione è importante ma lo altrettanto la persona, che deve essere posta al centro dell’industria 4.0. Di questo avviso è Mons. Mario Toso, che ha dichiarato: “La persona deve restare al centro, nonostante la rivoluzione industriale 4.0 ed è necessaria la partecipazione del lavoratore nei processi produttivi”. Infine, Massimo Castellani ha concluso l’incontro definendolo “una tappa importante di un percorso che sindacato e impresa hanno costruito insieme”.

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Claudio Ianniello

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