La Giornata della Memoria che si celebra oggi per ricordare le vittime della Shoah è importante perché questa tragedia umana non si ripeta più. Sono le parole che ha detto Papa Francesco ricevendo oggi in udienza una delegazione di cinque membri dell’European Jewish Congress, la federazione delle comunità ebraiche d’Europa con sede a Bruxelles che comprende oltre due milioni di membri.
Ad accompagnare la delegazione c’era il salesiano Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i Rapporti religiosi con l’ebraismo del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, il quale, in un’intervista alla Radio Vaticana, ha affermato che l’udienza a porte chiuse con il Papa ha dimostrato, ancora una volta, il fecondo dialogo in corso tra cattolici ed ebrei.
“L’incontro è andato molto bene, il Papa è stato molto aperto e c’è stata una conversazione libera”, ha spiegato il religioso, “gli ebrei alla fine erano molto soddisfatti. E poi adesso tocca a noi intensificare la collaborazione con questa organizzazione ebraica”. Inoltre, “il Papa ha anche detto che nella sua famiglia, suo padre riceveva sempre degli ebrei; quindi lui è cresciuto in un’atmosfera favorevole agli ebrei. Parlando della sua storia personale, ha detto che c’erano sempre ebrei che andavano a visitarlo e così, già da bambino, il nostro Papa ha imparato ad avere degli amici ebrei”, ha riferito il sacerdote tedesco.
Durante l’incontro è poi intervenuto il presidente dell’European Jewish Congress, Moshe Kantor, che ha parlato dell’importanza dell’etica, dei valori cristiani ed ebrei in comune, sottolineando che nel nostro mondo vediamo tanti progressi, però anche una caduta dei valori morali ed etici e che, quindi, bisogna rinforzare questi valori che abbiamo in comune, ebrei e cristiani. Kantor ha ribadito anche l’importanza dell’educazione e della famiglia e “il Papa era pienamente d’accordo con questi temi”.
Prima di recarsi a Roma, Moshe Kantor era intervenuto ieri al Parlamento Europeo per esprimere la “profonda preoccupazione” per la crescita di un intollerante “populismo e isolazionismo che si registra nelle democrazie occidentali” e affermando che “la comunità ebraica in Europa è sotto attacco dall’estrema destra, dall’estrema sinistra e dagli islamisti radicali”. Secondo il presidente dello European Jewish Congress, “gli ebrei in Europa stanno soffrendo di un’ondata virulenta di antisemitismo sullo sfondo di una crescita di un pericoloso estremismo politico che minaccia di dividere le società”.
[S.C.]
Ad accompagnare la delegazione c’era il salesiano Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i Rapporti religiosi con l’ebraismo del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, il quale, in un’intervista alla Radio Vaticana, ha affermato che l’udienza a porte chiuse con il Papa ha dimostrato, ancora una volta, il fecondo dialogo in corso tra cattolici ed ebrei.
“L’incontro è andato molto bene, il Papa è stato molto aperto e c’è stata una conversazione libera”, ha spiegato il religioso, “gli ebrei alla fine erano molto soddisfatti. E poi adesso tocca a noi intensificare la collaborazione con questa organizzazione ebraica”. Inoltre, “il Papa ha anche detto che nella sua famiglia, suo padre riceveva sempre degli ebrei; quindi lui è cresciuto in un’atmosfera favorevole agli ebrei. Parlando della sua storia personale, ha detto che c’erano sempre ebrei che andavano a visitarlo e così, già da bambino, il nostro Papa ha imparato ad avere degli amici ebrei”, ha riferito il sacerdote tedesco.
Durante l’incontro è poi intervenuto il presidente dell’European Jewish Congress, Moshe Kantor, che ha parlato dell’importanza dell’etica, dei valori cristiani ed ebrei in comune, sottolineando che nel nostro mondo vediamo tanti progressi, però anche una caduta dei valori morali ed etici e che, quindi, bisogna rinforzare questi valori che abbiamo in comune, ebrei e cristiani. Kantor ha ribadito anche l’importanza dell’educazione e della famiglia e “il Papa era pienamente d’accordo con questi temi”.
Prima di recarsi a Roma, Moshe Kantor era intervenuto ieri al Parlamento Europeo per esprimere la “profonda preoccupazione” per la crescita di un intollerante “populismo e isolazionismo che si registra nelle democrazie occidentali” e affermando che “la comunità ebraica in Europa è sotto attacco dall’estrema destra, dall’estrema sinistra e dagli islamisti radicali”. Secondo il presidente dello European Jewish Congress, “gli ebrei in Europa stanno soffrendo di un’ondata virulenta di antisemitismo sullo sfondo di una crescita di un pericoloso estremismo politico che minaccia di dividere le società”.
[S.C.]