Foto: UK Ministry of Defence - Commons Wikimedia (Open Government Licence v1.0)

Armi biologiche. Mons. Jurkovic: “La noncuranza può diventare catastrofe”

L’osservatore permanente presso l’Onu di Ginevra lancia un appello alla comunità internazionale

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Contro la proliferazione di armi biologiche, serve una maggiore “cooperazione internazionale”, perché si tratta di una guerra che “nessuno stato può vincere da solo”. Lo ha dichiarato l’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, monsignor Ivan Jurkovic, intervenendo all’ottava Conferenza di revisione della Convenzione sulle armi biologiche.
Il presule ha preso atto della complessità senza precedenti in cui si pone lo scenario geopolitico mondiale con l’implementazione di biotecnologie che potrebbero essere utilizzate per il bioterrorismo, con pericolo di pandemie e minacce alla sicurezza mondiale.
Pertanto, ha aggiunto mons. Jurkovic, è fondamentale che gli stati aderenti alla Convenzione sulle armi biologiche rafforzino il loro sostegno ai paesi più vulnerabili e già soggetti al rischio di tali pandemie, nella misura in cui “le malattie non rispettano i confini” e l’unico antidoto contro di esse è nella presenza di un buon sistema sanitario nazionale.
Al tempo stesso, l’osservatore permanente ha auspicato un uso costruttivo e responsabile delle biotecnologie, ai fini della “promozione della vita e dello sviluppo umano integrale”, per la quale tutta la comunità internazionale – politica e scientifica – deve “unire le forze”, prima che la “noncuranza di oggi” si tramuti nella “catastrofe di domani”.

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ZENIT Staff

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