Né la forte pioggia abbattutasi oggi su Cracovia, né la paura di possibili attentati dopo la tragedia di stamane a Rouen, hanno scoraggiato i giovani venuti in Polonia per la 31° Giornata Mondiale della Gioventù 2016. Erano in 400 mila, tutti festanti, provenienti da 187 paesi, oggi pomeriggio nel parco Blonia, a pochi passi dal centro della città, dove il card. Stanislaw Dziwisz, storico segretario di San Giovanni Paolo II, ha celebrato la Messa d’apertura dell’evento di cui il Papa polacco fu l’ideatore e ora ne è il patrono.
In piedi sotto gli ombrelli o seduti a terra sui tappetini colorati – elemento immancabile di ogni sacca del pellegrino – i giovani hanno cantato e applaudito durante le performance musicali che si sono svolte nel pomeriggio, hanno pregato all’arrivo sul palco delle reliquie di Santa Faustina Kowalska e di Karol Wojtyla, e hanno pianto quando il porporato, prima di iniziare la funzione, ha detto: “Preghiamo per tutte le vittime del terrorismo e in particolare per il sacerdote che oggi in Francia è stato ucciso durante la celebrazione dell’Eucarestia”.
“È suonata l’ora aspettata da tre anni. Benvenuti a Cracovia!” ha poi affermato Dziwisz, che con questa Gmg ha visto realizzarsi un sogno suo e del Pontefice che ha servito per un ventennio. “Siete tutti i benvenuti nella città di Karol Wojtyla – San Giovanni Paolo II” ha proseguito, “egli in questa città si è maturato al servizio della Chiesa e da qui si è incamminato sui sentieri del mondo per annunciare il Vangelo di Gesù”.
Allo stesso modo i giovani sono venuti qui in Polonia per dare una testimonianza cristiana di amore e unità: alle spalle hanno “secoli e secoli di annunzio del Vangelo” e tra le mani “la ricchezza delle proprie culture, tradizione e lingue”. “Veniamo da regioni del mondo dove la gente vive in pace, dove le famiglie sono comunità di amore e di vita e dove i giovani possono realizzare i loro sogni”, ha sottolineato il porporato.
Ma tra i tanti ragazzi e ragazze presenti – ha osservato – c’è anche chi proviene “da paesi in cui la gente soffre a causa di conflitti e di guerre, in cui i bambini muoiono di fame, in cui i cristiani sono crudelmente perseguitati”. Zone del mondo “dove ci sono violenze e cieco terrorismo dove i governanti si arrogano diritti sugli uomini e sulle nazioni, facendosi guidare da ideologie folli”.
Tutte queste esperienze negative il cardinale ha esortato ad affidarle a Gesù, durante questo viaggio per cui molti “hanno investito tanto”, in una nazione in cui “1050 anni fa è arrivata la luce della fede”. “Incontrandoci con Gesù, sperimentiamo che tutti insieme formiamo una grande comunità, cioè la Chiesa, che oltrepassa i confini tracciati dagli uomini e che dividono le persone”, ha affermato l’arcivescovo di Cracovia, esclamando: “Siamo tutti figli di Dio”.
Di qui l’esortazione a condividere in questi giorni di Gmg le proprie esperienze, le proprie speranze, la propria fede. “Ascoltate la voce di Papa Francesco”, ha detto Dziwisz, “partecipate con commozione alla santa Liturgia. Sperimentate l’amore misericordioso del Signore nel sacramento della Riconciliazione”. Soprattutto, “portate agli altri la fiamma della vostra fede ed accendete con essa altre fiamme, affinché i cuori umani battano al ritmo del Cuore di Gesù, che è fonte ‘ardente di carità’”.
“Che la fiamma dell’amore – è l’auspicio conclusivo del cardinale – avvolga tutto il nostro mondo, affinché in esso non ci siano più egoismo, violenza e ingiustizia, ma sulla nostra terra si rinforzino la civiltà del bene, della riconciliazione, dell’amore e della pace”.
[Dal nostro inviato a Cracovia]