C’è un filo conduttore che lega ogni pagina, ogni storia, ogni personaggio della Sacra Scrittura: è la misericordia, elemento cardine della fede cristiana, “presente lungo tutta la storia del popolo d’Israele”. Papa Francesco, nella catechesi dell’Udienza generale di oggi, in piazza San Pietro, dedicata alla Misericordia, ne offre una pennellata ricordando tutti gli episodi biblici che dimostrano come ogni volta “Dio interviene e opera la salvezza” per il suo popolo che rischia di soccombere.
Lo si vede nella vicenda di Giuseppe e dei suoi fratelli, nell’alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe, nell’esodo del popolo ebraico dall’Egitto, nel passaggio di Mosè attraverso il Mar Rosso e nel cammino di tutti i patriarchi.
“La misericordia non può rimanere indifferente davanti alla sofferenza degli oppressi, al grido di chi è sottoposto a violenza, ridotto in schiavitù, condannato a morte”, afferma il Santo Padre. “Una dolorosa realtà”, questa, “che affligge ogni epoca, compresa la nostra, e che fa sentire spesso impotenti, tentati di indurire il cuore e pensare ad altro”.
“Dio invece – sottolinea il Pontefice – non è indifferente, non distoglie mai lo sguardo dal dolore umano”. Egli è un “Dio di misericordia” che “risponde e si prende cura dei poveri, di coloro che gridano la loro disperazione”, che “ascolta” e che “interviene per salvare, suscitando uomini capaci di sentire il gemito della sofferenza e di operare in favore degli oppressi”.
Sempre “la misericordia di Dio agisce per salvare”, rimarca il Papa. Lo fa con Israele mediante Mosè, guidandolo nel deserto ed educandolo alla fede come un figlio. Lo fa oggi con tutti, creando un “legame d’amore fortissimo”.
Dio “propone un rapporto d’amore particolare, esclusivo, privilegiato”, evidenzia Francesco. “Ci sono tanti fratelli – aggiunge a braccio – che si sono allontanatati dalla famiglia e non si parlano ma questa è tempo della misericordia: buona occasione per abbracciarsi, parlarsi, dimenticare le cose brutte. Anche noi possiamo fare questo lavoro di essere mediatori di misericordia con le opere di misericordia per avvicinare, per dare sollievo”.
Questo, ammonisce il Pontefice, è un atteggiamento che è ” tutto il contrario dell’opera di quelli che operano per uccidere per esempio quelli che fanno le guerre”. Allora “accogliendo la sua alleanza e lasciandoci salvare da Lui”, diventiamo “un regno di sacerdoti e una nazione santa”. “Tali noi diventiamo per Dio”, osserva il Papa; “la misericordia del Signore rende l’uomo prezioso, come una ricchezza personale che Gli appartiene, che Egli custodisce e in cui si compiace”.
Al termine della sua catechesi, Bergoglio, rivolgendosi ai circa 9mila pellegrini nelle diverse lingue presenti in piazza San Pietro, saluta i membri austriaci della Commissione indipendente per la Protezione delle Vittime di abusi sessuali da parte del clero, accompagnati dal cardinale Christoph Schönborn e dal vescovo Klaus Küng.
Parlando ai fedeli di lingua italiana, il Papa rivolge un pensiero specieale a giovani, malati e sposi novelli, ricordando la ricorrenza, domani, della memoria liturgica di San Tommaso d’Aquino, patrono delle scuole cattoliche. “Il suo esempio – dice – spinga voi, cari giovani, a vedere in Gesù misericordioso l’unico maestro di vita; la sua intercessione ottenga per voi, cari ammalati, la serenità e la pace presenti nel mistero della croce; e la sua dottrina sia un incoraggiamento per voi, cari sposi novelli, ad affidarvi alla sapienza del cuore per adempiere la vostra missione”.
Infine, un breve spettacolo con acrobati e giocolieri di un Circo di Roma. In piazza c’erano oggi un centinaio di artisti e dirigenti di diversi circhi presenti a Roma. Bergoglio, applaudendo divertito, ha detto: “Saluto gli artisti e gli operatori del circo e li ringrazio per la loro gradita esibizione. Voi – ha aggiunto – siete fattori di bellezza, voi fate la bellezza e la bellezza fa bene all’anima, la bellezza ci avvicina a Dio, e in occasione di questo spettacolo di bellezza quante ore di allenamento ci sono, eh? ma andate avanti grazie”.