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Pakistan: assalto talebano a Università di Charsadda

Circa 30 morti e oltre 60 feriti nell’assalto di quattro militanti talebani all’ateneo dedicato al “Gandhi islamico”

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Studenti, professori e alcuni militari, una trentina in totale, sono le vittime dell’assalto armato compiuto oggi da quattro militanti talebani nell’università Bacha Khan a Charsadda, nella parte nordoccidentale del Pakistan, a 35 chilometri da Peshawar.
Gli attentatori hanno fatto irruzione intorno alle 9.30 (ora locale) nell’Ateneo, aprendo il fuoco e ferendo e uccidendo decine di persone nelle aule o negli ostelli che li ospitano. Molte vittime sarebbero proprio ragazzi; morti anche un docente di chimica e quattro dei militari intervenuti. Oltre 60 i feriti. Gli attentatori sono stati “neutralizzati” dopo un lungo blitz, uccisi da cecchini e forze di polizia. La zona ora è sicura.
L’attacco è stato rivendicato dal gruppo Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), i cosiddetti “talebani pakistani” che un anno fa avevano compiuto un attentato alla scuola militare di Peshawar uccidendo oltre 150 persone, per la maggior parte bambini. Il TTP ha avvertito che porterà ulteriori assalti a università, collegi e scuole, soprattutto appartenenti all’esercito.
Samuel Pervaiz Asghar, arcidiacono della Chiesa anglicana a Peshawar, dichiara a Fides: “Il terrorismo è una piaga in Pakistan e in tutto il mondo. Siamo sconvolti e senza parole. Condanniamo questa violenza insensata. Come cristiani siamo un popolo che cerca di costruire pace e armonia nella società. Siamo convinti che in Pakistan questa sia la nostra missione. Usiamo anche l’arma della preghiera: preghiamo anche per i terroristi, che Dio illumini le loro menti, perché abbandonino la violenza contro innocenti”.
“E’ un evento tragico soprattutto per la scelta degli obiettivi soft, con meno disposizioni di sicurezza, come scuole e università e non basi militari” aggiunge a Fides Ghulam Dastagir, giornalista e intellettuale di Peshawar, membro della Ong “Human Rights Commission of Pakistan”. Significativa è la scelta: “Si intende colpire simbolicamente un istituto di istruzione: i talebani nella regione hanno distrutto in passato già oltre 400 scuole. Oggi cercano visibilità” spiega.
Secondo Dastagir, “è una questione interna al Pakistan e non legata allo Stato Islamico (IS): i TTP non hanno rivendicato comunanza ideologica o strategica con l’IS, anche se non è escluso possano farlo in futuro”. Per combattere il terrorismo, conclude, “urge una strategia complessiva e più efficace dello stato. La società civile, le chiese, le istituzioni religiose possono dare un supporto con marce pacifiche, veglie di preghiera, con un’opera di sensibilizzazione culturale. Ma una risposta concreta spetta al governo”.

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ZENIT Staff

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