RIMINI, giovedì, 27 agosto 2009 (ZENIT.org).- “Credo in Dio e non sono ateo”. Lo ha dichiarato il cantautore Enzo Jannacci in un’intervista esclusiva che è stata pubblicata il 26 agosto dal quotidiano “Avvenire”.
Nell’intervista realizzata da Paolo Viana, Jannaci racconta il suo percorso di ricerca della fede, caratterizzato da una “costante dialettica interna” attraverso la lettura della Bibbia e del Vangelo.
“Sto vivendo una maturazione del mio credo religioso”, ha dichiarato, raccontando di quando gli parve di vedere “la carezza del Nazareno ad un povero operaio stanco su un tram di Milano”.
Della necessità di Cristo, Jannacci aveva già parlato durante la vicenda di Eluana Englaro quando scrisse su “Il Corriere della Sera” che “avremmo così tanto bisogno di una carezza del Nazareno”.
L’intervista ha fatto scalpore perché Jannacci, cantautore e medico che canta la Milano operaia, quella dei poveracci che lavorano sodo, non aveva mai rivelato il suo essere credente, anzi i più pensavano che fosse ateo.
Intervenuto al Meeting di Rimini, il 26 agosto, con un concerto che è durato quasi due ore, Jannacci ha spiegato quanto la fede sia vicina all’amore e al canto
Nell’intervista ad “Avvenire” ha detto: “Quando uno ha la fortuna di riconoscere e di alimentare un’esperienza di fede, prova le stesse situazioni emotive dell’amore, vede la luce attraverso uno spettro diverso, ha voglia di parlare con gli altri, di cantare”.
“Sì, di cantare come ho fatto io la scorsa settimana, in auto, a squarciagola”, ha aggiunto.
E in una intervista al “Meeting Quotidiano” del 27 agosto ha precisato: “la fede è come un innamoramento. (…) Non è semplice da spiegare. Per ognuno l’accadimento è particolare. Ma succede sempre così, un incontro, una scintilla”.
“Ma poi – ha concluso – il sentimento va alimentato e giorno per giorno si scopre un amore nella condivisione, nelle cose comuni”.