Udienza alle Delegazioni della Rete Mondiale di Preghiera del Papa - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

"Il cuore della missione della Chiesa è la preghiera"

Udienza alle Delegazioni della Rete Mondiale di Preghiera del Papa

Share this Entry

Alle ore 12.20 di oggi, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le Delegazioni della Rete Mondiale di Preghiera del Papa (Apostolato della Preghiera) in occasione dell’inizio dell’Incontro Internazionale per il 175° anniversario di fondazione (28-29 giugno, Roma). Nel corso dell’incontro, animato da testimonianze e momenti di preghiera, il Papa ha pronunciato il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
grazie per questa visita! Colgo questa occasione per rinnovarvi la mia gratitudine per il vostro impegno di preghiera e di apostolato in favore della missione della Chiesa. Vi ringrazio anche per le testimonianze, che io avevo letto, altrimenti quella in cinese non l’avrei capita! E per questo risponderò più o meno o continuerò la riflessione di tutti voi. Il vostro è un servizio quanto mai necessario, che sottolinea il primato di Dio nella vita delle persone, favorendo la comunione nella Chiesa.
1. Padre Matthew, che opera a Taiwan, ci ha offerto interessanti informazioni circa la versione di Click to pray in cinese. È bello sapere che i cinesi, al di là delle difficoltà di diversa natura, si possono sentire realmente uniti nella preghiera, trovando in essa un valido sostegno nella conoscenza e nella testimonianza del Vangelo. La preghiera suscita sempre sentimenti di fraternità, abbatte le barriere, supera i confini, crea ponti invisibili ma reali ed efficaci, apre orizzonti di speranza.
2. Marie Dominique ci ha raccontato la missione dell’Apostolato della Preghiera in Francia, dove questa realtà è sorta 175 anni fa. Dalla sua testimonianza abbiamo capito che le intenzioni di preghiera rendono concreta la missione di Gesù nel mondo. La Chiesa, attraverso la sua rete di preghiera e le intenzioni che affida ogni mese, parla al cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo. Tutti noi, pastori, consacrati e fedeli laici, siamo chiamati a calarci nella storia concreta delle persone che ci stanno accanto soprattutto pregando per loro, assumendo nella preghiera le loro gioie e le loro sofferenze. Risponderemo così all’appello di Gesù che ci chiede di aprire il nostro cuore ai fratelli, specialmente a quanti sono provati nel corpo e nello spirito. È importante parlare dei fratelli ma ci sono due vie per parlare dei fratelli o benedire i fratelli cioè parlare bene dei fratelli o chiacchierare, sparlare di loro. Chiacchierare – in questo senso – è una cosa brutta, non è di Gesù. Gesù mai chiacchierava. Invece parlare, sì. E la preghiera è parlare a Gesù dei fratelli, dire: “Signore, per questo problema, per questa difficoltà, per questa situazione…”. E questo è un cammino di unione, di comunità. Invece sparlare degli altri è un cammino di distruzione.
3. È bene, in questo giorno della solennità del Sacro Cuore di Gesù, ricordare il fondamento della nostra missione, come ha fatto Bettina (Argentina). Si tratta di una missione di compassione per il mondo, potremmo dire un “cammino del cuore”, cioè un itinerario orante che trasforma la vita delle persone. Il Cuore di Cristo è talmente grande che desidera accoglierci tutti nella rivoluzione della tenerezza. La vicinanza al Cuore del Signore sollecita il nostro cuore ad avvicinarsi con amore al fratello, e aiuta a entrare in questa compassione per il mondo. Siamo chiamati ad essere testimoni e messaggeri della misericordia di Dio, per offrire al mondo una prospettiva di luce dove sono le tenebre, di speranza dove regna la disperazione, di salvezza dove abbonda il peccato. Entrare in preghiera è entrare con il mio cuore nel cuore di Gesù, fare una strada dentro il cuore di Gesù, quello che Gesù sente, i sentimenti di compassione di Gesù e anche fare un viaggio dentro il mio cuore per cambiare il mio cuore in questo rapporto con il cuore di Gesù.
4. La testimonianza di Suor Selam (Etiopia) con i giovani del Movimento Eucaristico Giovanile aiuta a contemplare l’azione dello Spirito Santo in quella terra. È importante aiutare le nuove generazioni a crescere nell’amicizia con Gesù attraverso l’incontro intimo con Lui nella preghiera, nell’ascolto della sua Parola, accostandosi all’Eucaristia per essere dono di amore al prossimo. La preghiera personale o comunitaria ci stimola a spenderci nell’evangelizzazione e ci spinge a cercare il bene degli altri. Dobbiamo offrire ai giovani occasioni di interiorità, momenti di spiritualità, scuole della Parola, affinché possano essere entusiasti missionari nei diversi ambienti. Così scopriranno che pregare non li separa dalla vita reale, ma li aiuta a interpretare alla luce di Dio gli avvenimenti esistenziali. Insegnare a pregare ai bambini. A me fa dolore quando vedo tanti bambini che neppure sanno farsi il segno della croce. Dico: “Fai il segno della croce” e fanno così [un gesto confuso]… Non sanno. Insegnare a pregare ai bambini. Perché loro arrivano subito al cuore di Gesù, subito. Gesù li vuole. E ai giovani, insegnare che la preghiera è un grande cammino per andare avanti nella vita. Grazie, Suora, per quello che Lei fa. Grazie.
5. Mi ha fatto piacere sentire l’entusiasmo di Diego (Guatemala) nel favorire l’incontro tra nonni e nipoti nella preghiera per la pace nel mondo e per le grandi sfide dell’umanità di oggi. Nella Rete di preghiera del Papa si incontrano diverse generazioni; è bello pensare come i nonni possono essere di esempio ai giovani, indicando loro a percorrere la strada della preghiera. La saggezza degli anziani, la loro esperienza e capacità di “ragionare” con il cuore. Qualcuno potrebbe dire: “Ma, padre, si ragiona con la testa!”. No, non è vero: si ragiona con la testa e con il cuore, è una capacità che noi dobbiamo sviluppare. Capacità di ragionare con il cuore. E queste esperienze degli anziani costituiscono un prezioso insegnamento per imparare una feconda metodologia nella preghiera di intercessione. E questa è una grande preghiera, quella di intercessione: “Signore, ti chiedo per questo, ti chiedo per quell’altro…”. E intercedere è quello che fa Gesù in cielo, perché la Bibbia ci dice che Gesù è davanti al Padre e intercede per noi, è il nostro intercessore, e noi dobbiamo imitare Gesù, essere intercessori. Nel corso della storia, i più grandi uomini e donne di Dio sono stati intercessori come Gesù. Intercedere.
6. Grazie infine alla testimonianza di padre Antonio (Portogallo). Lui ci ha detto come l’Apostolato della Preghiera, entrando nel mondo digitale, avvicina anziani e giovani, aiutandoli a dare nuova vitalità al tradizionale apostolato della preghiera. È necessario che la missione della Chiesa si adegui ai tempi e utilizzi gli strumenti moderni che la tecnica mette a disposizione. Si tratta di entrare negli areopaghi moderni per annunciare la misericordia e la bontà di Dio. Occorre prestare attenzione, però, a servirsi di questi mezzi, specialmente della rete di Internet, senza diventare servi dei mezzi. Bisogna evitare di diventare ostaggi di una rete che prende noi, invece di “pescare pesci”, cioè attirare anime per portarle al Signore.
Rinnovo a ciascuno di voi il mio grazie sincero per la vostra preziosa attività, che sgorga da un cuore veramente attento agli altri. L’Apostolato della Preghiera, con la sua Rete mondiale di preghiera per il Papa e in comunione con lui, ricorda che il cuore della missione della Chiesa è la preghiera. State attenti: il cuore della missione della Chiesa è la preghiera. Possiamo fare tante cose, ma senza preghiera la cosa non va. Il cuore è la preghiera.
Vi incoraggio a proseguire con gioia nella consapevolezza dell’importanza e della necessità del vostro lavoro. Voi aiutate le persone ad avere uno sguardo spirituale, uno sguardo di fede sulla realtà che li circonda, per riconoscere quello che Dio stesso opera in loro; è un grande sguardo di speranza! Grazie tante! Vorrei anche ringraziare la Compagnia di Gesù. Si pensa che i Gesuiti sono gli intellettuali, coloro che pensano… Ma sono stati i Gesuiti a creare questa rete di preghiera. I Gesuiti sono uomini che pregano, e questo è grande. E poi, in modo speciale, vorrei ringraziare la dedizione e la creatività di padre Fornos: grazie, fratello!
Adesso faremo un momento di preghiera tutti insieme, per significare l’importanza di questo e per intercedere tutti insieme rivolti a Gesù. Prima di tutto lo faremo in silenzio, tutti, ognuno prega col cuore. [preghiera in silenzio] [preghiera della Rete Mondiale di Preghiera] E adesso preghiamo per le intenzioni che sono state proposte da me a tutta la Chiesa per il mese di luglio: Preghiamo per i sacerdoti, perché con la sobrietà e l’umiltà della loro vita si impegnino in una attiva solidarietà, soprattutto verso i poveri. Tutti insieme diciamo: “Preghiamo”. E in silenzio facciamo la preghiera… Preghiamo perché tutti quelli che amministrano la giustizia operino con integrità, e perché l’ingiustizia, che attraversa il mondo, non abbia l’ultima parola. Preghiamo. [Padre Nostro e benedizione]

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione