“I tempi in cui viviamo e le sfide che la guerra e l’odio portano alle radici stesse della pacifica convivenza nelle martoriate terre d’Oriente, vedono l’Istituto ancora una volta, proprio come cento anni fa, al centro di un crocevia provvidenziale.”
Lo afferma papa Francesco nel messaggio consegnato oggi, giovedì 12 ottobre 2017, al gran cancelliere del Pontificio Istituto Orientale (PIO), il cardinale Leonardo Sandri, in occasione del primo centenario della fondazione dell’istituto e della Congregazione per le Chiese orientali, di cui il porporato argentino è il prefetto.
L’istituto è chiamato ad “aiutare questi nostri fratelli e sorelle a rafforzare e consolidare la propria fede davanti alle tremende sfide che si trovano ad affrontare”, così ricorda il Papa.
Inoltre è proprio della missione del PIO di “essere il luogo propizio per favorire la formazione di uomini e donne, seminaristi, sacerdoti e laici, in grado di rendere ragione della speranza che li anima e li sostiene e capace di collaborare con la missione riconciliatrice di Cristo”.
Il Pontefice esorta quindi i docenti dell’istituto “a mantenersi aperti a tutte le Chiese orientali, considerate non solo nella loro configurazione antica, ma anche nell’attuale diffusione e talvolta tormentata dispersione geografica” o diaspora.
Collocato dal suo fondatore, Benedetto XV, “in un orizzonte che possiamo dire oggi eminentemente ecumenico”, il PIO ha tuttora “una missione ecumenica da portare avanti”, afferma papa Francesco, che invita perciò i docenti “a porre al primo posto dei loro impegni la ricerca scientifica, sull’esempio dei predecessori”.
Mentre rende omaggio al contributo dei membri dell’istituto alla redazione dei documenti conciliari “Orientalium Ecclesiarum” e “Unitatis redintegratio” (1964), nonché alla preparazione del “Codice dei canoni delle Chiese orientali” (1990), il Papa ricorda anche l’altra missione del PIO, quella di “far conoscere i tesori delle ricche tradizioni delle Chiese orientali al mondo occidentale”.
Di fronte al “dramma delle persecuzioni e una diaspora sempre più preoccupante”, su cui “nessuno può chiudere gli occhi”, il PIO è chiamato “a porsi in ascolto orante, per recepire che cosa il Signore vuole in questo preciso momento”, inoltre “ricercare nuove vie da percorrere” e infine “stimolare i futuri pastori a infondere nei loro fedeli orientali, dovunque si trovino, un amore profondo per le loro tradizioni e il loro rito di appartenenza”.
“Auspico che il Pontificio Istituto Orientale prosegua con rinnovato slancio la propria missione, studiando e diffondendo con amore e onestà intellettuale, con rigore scientifico e prospettiva pastorale le tradizioni delle Chiese orientali nella loro varietà liturgica, teologica, artistica e canonistica, rispondendo sempre meglio alle attese del mondo di oggi per creare un futuro di riconciliazione e pace”, così conclude papa Francesco il suo messaggio, nel quale ha ripercorso anche le tappe salienti della storia del PIO. (pdm)
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Papa Francesco e Card. Sandri (centro), Pontificio Istituto Orientale (PIO), 12 ottobre 2017 - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
PIO: “al centro di un crocevia provvidenziale”
Messaggio al gran cancelliere Leonardo Sandri