Edizioni Terra Santa pubblica "Il canto di Natale", una raccolta degli interventi di papa Francesco sulla nascita di Gesù, a cura di Paola Carelli - Foto Copyright Edizioni Terra Santa

Papa Francesco sulla nascita di Gesù: In un mondo impaurito, la melodia di un tempo nuovo

Edizioni Terra Santa pubblica “Il canto di Natale”, una raccolta degli interventi di papa Francesco sulla nascita di Gesù, a cura di Paola Carelli

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Al termine di un anno difficile per il mondo intero, le parole di Buon Natale del Papa invitano tutti – credenti e non credenti – a fermarsi davanti al Bambino di Betlemme, a lasciare che l’intimo si trasformi e a non aver paura della gioia e delle lacrime. Un viaggio che conduce al mistero dell’Incarnazione attraverso più momenti.

Il Preludio: «Quando penso alla speranza, mi viene in mente in particolare un’immagine: la donna gravida, la donna che aspetta un bambino. Va dal medico, gli fa vedere l’ecografia: “Ah, sì, il bambino… va bene”». Ed è gioiosa! Tutti i giorni si tocca la pancia per accarezzare quel bambino, è in aspettativa del bambino, vive aspettando quel figlio. Questa immagine ci può far capire che cosa sia la speranza: vivere per quell’incontro. Quella donna immagina come saranno gli occhi del figlio, come sarà il sorriso, come sarà, biondo o moro… immagina l’incontro con il figlio».

La Sinfonia: «Nel Vangelo di oggi, Gesù ci esorta a essere pronti per la sua venuta: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Vegliare non significa avere materialmente gli occhi aperti, ma avere il cuore libero e rivolto nella direzione giusta, cioè disposto al dono e al servizio. Questo è vegliare! Il sonno da cui dobbiamo svegliarci è costituito dall’indifferenza, dalla vanità, dall’incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, dell’incapacità di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato. L’attesa di Gesù che viene si deve tradurre, dunque, in un impegno di vigilanza. Si tratta anzitutto di meravigliarsi davanti all’azione di Dio, alle sue sorprese, e di dare a Lui il primato».

L’Armonia: «Nel primo giorno dell’anno celebriamo queste nozze tra Dio e l’uomo, inaugurate nel grembo di una donna. In Dio ci sarà per sempre la nostra umanità e per sempre Maria sarà la Madre di Dio. È donna e madre, questo è l’essenziale. Da lei, donna, è sorta la salvezza e dunque non c’è salvezza senza la donna. Lì Dio si è unito a noi e, se vogliamo unirci a Lui, si passa per la stessa strada: per Maria, donna e madre. Perciò iniziamo l’anno nel segno della Madonna, donna che ha tessuto l’umanità di Dio. Se vogliamo tessere di umanità le trame dei nostri giorni, dobbiamo ripartire dalla donna».

Il Coro: «Come i pastori di Betlemme, accogliamo l’invito ad andare alla grotta, per vedere e riconoscere il segno che Dio ci ha dato. Allora il nostro cuore sarà pieno di gioia, e potremo portarla dove c’è tristezza; sarà colmo di speranza, da condividere con chi l’ha perduta. Immedesimiamoci in Maria, che depose il suo Figlio nella mangiatoia, perché non c’era posto in una casa. Con lei e con San Giuseppe, suo sposo, teniamo lo sguardo rivolto al Bambino Gesù. Il suo sorriso, sbocciato nella notte, disperda l’indifferenza e apra i cuori alla gioia di chi si sente amato dal Padre che è nei cieli».

Infine, il Concerto: «Anche oggi, il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioè delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana. Persone che seguono la “spinta” dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni. In poche parole: persone che si aprono ad accogliere in sé stesse la volontà del Padre e si impegnano a testimoniarla fedelmente agli altri».

Dove nasce Dio, nasce un canto di speranza: il canto dei piccoli, dei poveri, dei fragili e degli impauriti. La terra è di nuovo sconvolta da guerre e malattie, ma Francesco non cessa di rivolgere agli uomini e alle donne di buona volontà – che sperano e lavorano per un mondo migliore – l’esortazione a lasciarsi accarezzare da Dio, dal momento che «le carezze di Dio ci danno pace, forza e desiderio di cambiare». Perché forse è questo il senso più autentico del Natale: ascoltare una musica che cambia il cuore.

***
Francesco
Il canto di Natale. Sinfonia di un tempo nuovo
Edizioni Terra Santa, Milano 2020
206 pagine
15,00 € anche in ebook
ISBN: 978-88-6240-792-2

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ZENIT Staff

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