Sabato 20 giugno al Sacro Convento di Assisi la presentazione del libro “Crisi come grazia. Per una nuova primavera della Chiesa”. Insieme all’arcivescovo metropolita di Bologna ci saranno il giornalista Piero Felice Damosso e il sociologo Luca Diotallevi
Saranno l’arcivescovo metropolita di Bologna, cardinale Matteo Zuppi; il professore di sociologia all’Università di Roma Tre, Luca Diotallevi; il caporedattore centrale del Tg1, Piero Felice Damosso, insieme all’autore, a presentare sabato 20 giugno alle ore 11 al Sacro Convento di Assisi, l’ultimo libro scritto dal vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato “Crisi come grazia. Per una nuova primavera della Chiesa”, pubblicato da Edizioni Francescane Italiane.
Mentre tutto cambia, nel disorientamento generale della società e della cultura, la Chiesa vive uno dei momenti forse più critici della sua storia. In questo libro monsignor Sorrentino dà uno sguardo generale al nostro tempo, additando le vie di un nuovo slancio evangelizzatore centrato sulle piccole comunità, plasmate di fraternità. Affrontando varie tematiche, oltre alla crisi della Chiesa anche quella della società nei vari ambiti, come quello politico ed economico, non poteva mancare un capitolo dedicato alla crisi da coronavirus.
“Nel volume – spiega il vescovo – inquadro le difficoltà del nostro tempo nella figura di un triangolo della crisi. La crisi del pensiero, la crisi delle relazioni, la crisi della solidarietà e cerco di individuare le vie di uscita da essa. Il percorso da intraprendere è un ritorno a Gesù, al Vangelo, ma anche alla comunione come nella vita dei primi cristiani. In termini di speranza – prosegue – il sottotitolo dice in che direzione va la riflessione di questo libro. Verso una nuova primavera. Ce lo auguriamo e lo vogliamo tutti. È il momento – conclude – in cui dobbiamo aprirci ad un futuro un po’ più radioso perché stiamo vivendo tempi difficili. Da cristiani siamo persone di speranza e questo libro mira a dare speranza, non soltanto una speranza augurale, ma una speranza organizzata e cioè una speranza fatta anche di scelte che tutti siamo chiamati a compiere”.