Udienza ai Membri della Congregazione delle Cause dei Santi - Papa Francesco e Card. Becciu - Foto © Vatican Media

“La testimonianza dei Beati e dei Santi ci illumina, ci attrae e ci mette anche in discussione”

Udienza ai Membri della Congregazione delle Cause dei Santi

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Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri della Congregazione delle Cause dei Santi in occasione del 50.mo anniversario della sua istituzione. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di incontrarmi con la grande famiglia della Congregazione delle Cause dei Santi, che svolge il suo lavoro al servizio della Chiesa universale in ordine al riconoscimento della santità di coloro che hanno fedelmente seguito Cristo. Saluto con affetto il Cardinale Angelo Becciu, Prefetto del Dicastero, e lo ringrazio per le sue parole. Saluto i Cardinali e i Vescovi Membri; il Segretario Mons. Marcello Bartolucci, il Sottosegretario, gli Officiali, i Consultori e i Postulatori.

È un’occasione significativa quella che motiva il nostro incontro odierno: la Congregazione delle Cause dei Santi compie quest’anno mezzo secolo di vita. Infatti, l’8 maggio 1969 San Paolo VI decise di sostituire la Congregazione dei Sacri Riti con due Dicasteri: la Congregazione delle Cause dei Santi e la Congregazione per il Culto Divino. Con tale decisione egli permetteva di dedicare adeguate risorse di persone e di lavoro a due grandi aree chiaramente distinte, per meglio corrispondere sia alle richieste sempre più numerose delle Chiese particolari, sia alla sensibilità conciliare.

In questo mezzo secolo di attività, la vostra Congregazione ha vagliato un gran numero di profili biografici e spirituali di uomini e di donne, per presentarli quali modelli e guide di vita cristiana. Le moltissime beatificazioni e canonizzazioni, che si sono celebrate in questi ultimi decenni, stanno a significare che i Santi non sono degli esseri umani irraggiungibili, ma sono vicini a noi e ci possono sostenere nel cammino della vita. Infatti, «sono persone che hanno sperimentato la fatica quotidiana dell’esistenza con i suoi successi e i suoi fallimenti, trovando nel Signore la forza di rialzarsi sempre e proseguire il cammino» (Angelus, 1 novembre 2019). Ed è importante misurare la nostra coerenza evangelica con diverse tipologie di santità, poiché «ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 19).

La testimonianza dei Beati e dei Santi ci illumina, ci attrae e ci mette anche in discussione, perché è “parola di Dio” incarnata nella storia e vicina a noi. La santità permea e accompagna sempre la vita della Chiesa pellegrina nel tempo, spesso in modo nascosto e quasi impercettibile. Pertanto, dobbiamo imparare a «vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. […] Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio» (ibid., 7).

Il vostro Dicastero è chiamato a verificare le varie modalità della santità eroica, quella che risplende più visibile come quella piú nascosta e meno appariscente, ma altrettanto straordinaria. La santità è la vera luce della Chiesa: come tale, essa va messa sul candelabro perché possa illuminare e guidare il cammino verso Dio di tutto il popolo redento. Si tratta di una verifica quotidianamente compiuta dal vostro Dicastero, che fin dall’antichità è stata svolta con scrupolosità e accuratezza nella ricerca investigativa, con serietà e perizia nello studio delle fonti processuali e documentali, con obiettività e rigore nell’esame e in ogni grado di giudizio, relativo al martirio, all’eroicità delle virtú, all’offerta della vita e al miracolo. Si tratta di criteri fondamentali, che sono richiesti dalla gravità della materia trattata, dalla legislazione e dalle giuste attese del popolo di Dio, che si affida all’intercessione dei Santi e si ispira al loro esempio di vita.

Seguendo questa via, il lavoro della Congregazione consente di sgombrare il campo da ogni ambiguità e dubbio, conseguendo una piena certezza nella proclamazione della santità. Non posso quindi che esortare ognuno di voi a proseguire sulla strada tracciata e percorsa per circa quattro secoli dalla Congregazione dei Sacri Riti, e continuata negli ultimi cinquant’anni dalla Congregazione delle Cause dei Santi. Incoraggio in questo i Superiori, i Cardinali, e i Vescovi Membri del Dicastero, e tutti gli Officiali. I Consultori, in ambito storico, teologico e medico, sono chiamati ad adempiere con piena libertà di coscienza il proprio lavoro, studiando attentamente i casi loro affidati e formulando i relativi giudizi con matura riflessione, in modo imparziale e senza tener conto di condizionamenti, da qualunque parte essi possano venire.

Il Regolamento e la prassi del Dicastero, come pure la vigilanza dei Superiori favoriscono un rapporto di assoluta indipendenza tra gli estensori dei singoli voti e chi forma o coordina i Congressi peculiari. Si tratta di tenere sempre presenti le finalità specifiche delle Cause, che sono la gloria di Dio e il bene spirituale della Chiesa, e sono strettamente legate alla ricerca della verità e della perfezione evangelica. Da parte loro, i Postulatori siano sempre più consapevoli che la loro funzione richiede un atteggiamento di servizio alla verità e di cooperazione con la Santa Sede. Essi non si lascino guidare da visioni materiali e da interessi economici, non ricerchino la loro affermazione personale e soprattutto fuggano tutto ciò che è in contraddizione con il significato del lavoro ecclesiale che svolgono. Non venga mai meno nei Postulatori la consapevolezza che le Cause di beatificazione e canonizzazione sono realtà di carattere spirituale; non solo processuale, spirituale. Pertanto vanno trattate con spiccata sensibilità evangelica e rigore morale. Anzi, una volta, con il Cardinale Amato, abbiamo parlato della necessità del miracolo. Ci vuole un miracolo perché è proprio il dito di Dio lì. Senza un intervento del Signore chiaro, noi non possiamo andare avanti nelle cause di canonizzazione.

Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per il solerte servizio che rendete a tutta la Chiesa. Mediante la vostra opera, voi vi ponete al fianco specialmente dei Vescovi per sostenere il loro impegno nel diffondere la consapevolezza che la santità è l’esigenza più profonda di ogni battezzato, l’anima della Chiesa e l’aspetto prioritario della sua missione. Affido il vostro lavoro quotidiano alla materna intercessione di Maria, Regina dei Santi, e, mentre vi chiedo di pregare per me, di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica.

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ZENIT Staff

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