In occasione della solennità di Pentecoste, i vescovi del Lazio hanno indirizzato una lettera a tutti i fedeli delle diocesi laziali, che verrà letta durante le varie Messe del giorno. Di seguito il testo integrale:
Carissimi fedeli delle diocesi del Lazio,
desideriamo offrirvi alcune riflessioni in occasione della solennità di Pentecoste che ci mostra l’icona dell’annunzio a Gerusalemme ascoltato in molte lingue: pensiamolo come il segno del pacifico e gioioso incontro fra i popoli che attualizza l’invito del Risorto ad annunciare la vita e l’amore.
Purtroppo nei mesi trascorsi le tensioni sociali all’interno dei nostri territori, legate alla crescita preoccupante della povertà e delle diseguaglianze, hanno raggiunto livelli preoccupanti. Desideriamo essere accanto a tutti coloro che vivono in condizioni di povertà: giovani, anziani, famiglie, diversamente abili, disagiati psichici, disoccupati e lavoratori precari, vittime delle tante dipendenze dei nostri tempi.
Sappiamo bene che in tutte queste dimensioni di sofferenza non c’è alcuna differenza: italiani o stranieri, tutti soffrono allo stesso modo. È proprio a costoro che va l’attenzione del cuore dei credenti e – vogliate crederlo – dell’opzione di fondo delle nostre preoccupazioni pastorali.
Vorremmo invitarvi ad una rinnovata presa di coscienza: ogni povero – da qualunque paese, cultura, etnia provenga – è un figlio di Dio. I bambini, i giovani, le famiglie, gli anziani da soccorrere non possono essere distinti in virtù di un “prima” o di un “dopo” sulla base dell’appartenenza nazionale. Da certe affermazioni che appaiono essere “di moda” potrebbero nascere germi di intolleranza e di razzismo che, in quanto discepoli del Risorto, dobbiamo poter respingere con forza. Chi è straniero è come noi, è un altro “noi”: l’altro è un dono. È questa la bellezza del Vangelo consegnatoci da Gesù: non permettiamo che nessuno possa scalfire questa granitica certezza.
Desideriamo invitarvi, pertanto, a proseguire il nostro cammino di comunità credenti, sia con la preghiera che con atteggiamenti di servizio nella testimonianza di una virtù che ha sempre caratterizzato il nostro Paese: l’accoglienza verso l’altro, soprattutto quando si trovi nel bisogno. Proviamo a vivere così la sfida dell’integrazione che l’ineluttabile fenomeno migratorio pone dinanzi al nostro cuore: non lasciamo che ci sovrasti una “paura che fa impazzire” come ha detto Papa Francesco, una paura che non coglie la realtà; riconosciamo che il male che attenta alla nostra sicurezza proviene di fatto da ogni parte e va combattuto attraverso la collaborazione di tutte le forze buone della società, sia italiane che straniere.
Le nostre diocesi, attraverso i centri di ascolto della Caritas e tante altre realtà di solidarietà e di prossimità, danno quotidianamente il proprio contributo per alleviare le situazioni dei poveri che bussano alla nostra porta, accogliendo il loro disagio. Tanto è stato fatto e tanto ancora desideriamo fare, affinché l’accoglienza sia davvero la risposta ad una situazione complessa e non una soluzione di comodo (o peggio interessata). Desideriamo che tutte le nostre comunità – con spirito di discernimento – possano promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, respingendo accenti e toni che negano i diritti fondamentali dell’uomo, riconosciuti dagli accordi internazionali e – soprattutto – originati dalla Parola evangelica.
Non intendiamo certo nascondere la presenza di molte problematiche legate al tema dell’accoglienza dei migranti, così come sappiamo di alcune istituzioni che pensavamo si occupassero di accoglienza, e che invece non hanno dato la testimonianza che ci si poteva aspettare. Desideriamo, tuttavia, ricordare che quando le norme diventano più rigide e restrittive e il riconoscimento dei diritti della persona è reso più complesso, aumentano esponenzialmente le situazioni difficili, la presenza dei clandestini, le persone allo sbando e si configura il rischio dell’aumento di situazioni illegali e di insicurezza sociale.
Pertanto, carissime sorelle e carissimi fratelli, sentiamo il dovere di rivolgere a tutti voi un appello accorato affinché nelle nostre comunità non abbia alcun diritto la cultura dello scarto e del rifiuto, ma si affermi una cultura “nuova” fatta di incontro, di ricerca solidale del bene comune, di custodia dei beni della terra, di lotta condivisa alla povertà. Invochiamo per tutti noi il dono incessante dello Spirito, che converta i nostri cuori per renderli solleciti nel testimoniare un’accoglienza profondamente evangelica e la gioia della fraternità, frutto concreto della Pentecoste.
I Vescovi delle diocesi del Lazio
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La Conferenza episcopale laziale
La Conferenza episcopale lazialeè presieduta dal cardinale ANGELO DE DONATIS, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Il vicepresidente è monsignor MARIANO CROCIATA, vescovo della diocesi di Latina – Terracina – Sezze – Priverno; il segretario è monsignor GUERINO DI TORA, vescovo ausiliare della diocesi di Roma.
Ne sono membri:
monsignor GERARDO ANTONAZZO, vescovo di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo; monsignor VINCENZO APICELLA, vescovo di Velletri – Segni;
monsignor LINO FUMAGALLI, vescovo di Viterbo;
monsignor DANIELE LIBANORI, vescovo ausiliare di Roma;
monsignor LORENZO LOPPA, vescovo di Anagni – Alatri;
monsignor ERNESTO MANDARA, vescovo di Sabina – Poggio Mirteto; monsignor LUIGI MARRUCCI, vescovo di Civitavecchia – Tarquinia;
monsignor RAFFAELLO MARTINELLI, vescovo di Frascati;
padre MAURO MEACCI, abate ordinario di Subiaco;
padre DONATO OGLIARI, abate ordinario di Montecassino;
monsignor GIANPIERO PALMIERI, vescovo ausiliare di Roma;
monsignor MAURO PARMEGGIANI, vescovo di Palestrina e di Tivoli;
monsignor DOMENICO POMPILI, vescovo di Rieti;
monsignor GINO REALI, vescovo di Porto – Santa Rufina;
monsignor PAOLO RICCIARDI, vescovo ausiliare di Roma;
monsignor ROMANO ROSSI, vescovo di Civita Castellana;
monsignor GIANRICO RUZZA, vescovo ausiliare di Roma;
monsignor PAOLO SELVADAGI, vescovo ausiliare di Roma;
monsignor MARCELLO SEMERARO, vescovo di Albano;
monsignor AMBROGIO SPREAFICO, vescovo di Frosinone – Veroli – Ferentino;
monsignor LUIGI VARI, arcivescovo di Gaeta.
Synod18: Cappella Papale per l’apertura della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi - Foto © Vatican Media
Vescovi del Lazio: Lettera ai fedeli delle diocesi laziali
Comunicato Stampa del Vicariato di Roma