Ambrogio Damiano Achille Ratti e Józef Klemens Piłsudski - Foto © Narodowe Archiwum Cyfrowe [Public domain]

Achille Ratti: Amicizia per il popolo polacco e rispetto per i suoi valori spirituali

Discorsi del Sostituto della Segreteria di Stato in occasione dell’inaugurazione della statua di Achille Ratti e del mosaico nella Cappella della Nunziatura Apostolica in Polonia

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Pubblichiamo di seguito i discorsi che il Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, S.E. Mons. Edgar Peña Parra, ha pronunciato questa mattina [6 giugno 2019] a Varsavia, presso la Nunziatura Apostolica in Polonia, in occasione dell’inaugurazione della statua di Achille Ratti, il primo Nunzio Apostolico nella Seconda Repubblica Polacca, e del mosaico intitolato “Crocifissione e gloria dei santi” realizzato nella Cappella della Nunziatura Apostolica per celebrare il centenario del ripristino dei rapporti diplomatici tra la Polonia e la Santa Sede:
Discorso inaugurazione della statua
Eminenza
Eccellenze,
Onorevole Signor Presidente del Senato,
Distinte Autorità,
Illustri Signori e Signore!
Sono onorato di potere, insieme a voi, in questa sede della Nunziatura Apostolica, inaugurare la statua di Achille Ratti, il primo Nunzio Apostolico nella Seconda Repubblica Polacca. E, per felice coincidenza, lo facciamo esattamente nel centenario della sua nomina a tale incarico di Rappresentante Pontificio. Con questo gesto, vogliamo ravvivare la memoria sia della persona del grande diplomatico, futuro Papa Pio XI, sia della data così significativa nella storia dei rapporti tra la Santa Sede e la Polonia. In effetti, fu provvidenziale la decisione del Papa Benedetto XV di nominare Mons. Ratti, già nell’aprile dell’anno 1918, Visitatore Apostolico per la Polonia.
Così egli avrebbe potuto conoscere da vicino il drammatico scenario dell’Europa Orientale, ancora devastata dalla Prima Guerra Mondiale. Avrebbe potuto percepire la grande sete di libertà e l’impegno del popolo polacco, fondato sull’amore per la patria e sui valori spirituali tramandati di generazione in generazione insieme alla tradizione religiosa cristiana. Forse questa esperienza fu fonte della grande simpatia con cui accompagnò la rinascita dello Stato Polacco dopo più di centoventi anni di spartizioni e occupazioni da parte delle nazioni confinanti.
Alla premura personale di Mons. Ratti si deve l’accelerazione del processo di riconoscimento formale della Seconda Repubblica Polacca da parte della Santa Sede, di cui espressione evidente ed effettiva fu la sua nomina a Nunzio Apostolico, che oggi commemoriamo. Malgrado diverse difficoltà legate alla complessa situazione politica, le divisioni ideologiche e sociali, le tendenze anticlericali del governo socialista, il Nunzio godeva di stima come attento osservatore, pronto a segnalare le preoccupazioni e richiamare la classe politica alla prudenza in diverse questioni, come assiduo mediatore e amichevole accompagnatore della Chiesa in Polonia e di tutta la nazione.
L’amicizia per il popolo polacco e il rispetto per i suoi valori spirituali li portò nel cuore anche quando divenne Papa, fino a darne espressione adornando la cappella nel palazzo di Castel Gandolfo con i due affreschi di Jan Rosen, pittore polacco di origini ebraiche, rappresentanti la difesa di Jasna Góra e il “Miracolo sulla Vistola”. Nel centenario dell’allacciamento dei rapporti diplomatici tra la Santa Sede e la Polonia, ci auguriamo che l’esempio di Achille Ratti costituisca una costante ispirazione per le nostre presenti e future relazioni, affinché possa sempre unirci una solida amicizia, impegnata a promuovere il bene comune e a trasmettere alle future generazioni la fede, l’amore e la speranza.
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Discorso inaugurazione del mosaico
“Crocifissione e gloria dei santi”. Così si intitola questo bel mosaico che stiamo per inaugurare e benedire. Devo dire che è suggestivo dal punto di vista artistico, ma anche molto profondo per il contenuto teologico. La Crocifissione, che fa da sfondo all’altare e all’ambone, ci colloca subito al centro del mistero della redenzione compiuta una volta per tutte, ma che viene proclamata e si attua nella celebrazione eucaristica. Qui tutto converge. Qui si manifesta la communio sanctorum, la comunità di noi, peccatori che, fiduciosi nella misericordia di Dio, aspiriamo alla santità, e di coloro che nella vita hanno seguito il Signore sulla via dell’amore fino alla croce; qui sta la porta che conduce alla gloria del Padre. Vediamo qui, insieme alla Madonna, i santi confessori e martiri che sono nati in questa terra polacca e l’hanno resa feconda con il loro sangue e con le opere di lode a Dio e di carità per gli uomini. Sono loro i fari luminosi della storia di questo popolo, fin dagli inizi legata alla storia della Chiesa fondata su Pietro.
Ritratti su questo mosaico, nella cappella della Nunziatura Apostolica, indicano anche il senso più profondo del servizio diplomatico dei rappresentanti della Santa Sede in un Paese cristiano: testimoniare Cristo con l’impegno e la santità. Prima di benedire quest’opera sacra permettetemi di ringraziare S.E. Mons. Salvatore dell’idea e della realizzazione di questo Votum del secolo in occasione del centenario del ripristino dei rapporti diplomatici tra la Polonia e la Santa Sede. Auguro a lui e ai suoi collaboratori che, guidati da questi Santi e orientati dalla Croce, svolgano la loro missione con la benedizione del Signore, per la sua gloria e per il bene della Chiesa e di questo popolo.

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ZENIT Staff

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