Angelus (03/02/2019) - Foto © Servizio Fotografico - Vatican Media

"Essere testimoni di bontà e di misericordia"

Le parole del Papa alla recita dell’Angelus

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Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi (cfr Lc 5,1-11) ci propone, nel racconto di Luca, la chiamata di San Pietro. Il suo nome – sappiamo – era Simone, ed era pescatore. Gesù, sulla riva del lago di Galilea, lo vede mentre sta sistemando le reti, assieme ad altri pescatori. Lo trova affaticato e deluso, perché quella notte non avevano pescato nulla. E Gesù lo sorprende con un gesto imprevisto: sale sulla sua barca e gli chiede di allontanarsi un po’ da terra perché vuole parlare alla gente da lì – c’era tanta gente. Così Gesù si siede sulla barca di Simone e insegna alla folla radunata lungo la riva. Ma le sue parole riaprono alla fiducia anche il cuore di Simone. Allora Gesù, con un’altra “mossa” sorprendente, gli dice: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca» (v. 4). Simone risponde con una obiezione: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla…». E, come esperto pescatore, avrebbe potuto aggiungere: “Se non abbiamo preso niente di notte, tanto meno prenderemo di giorno”. Invece, ispirato dalla presenza di Gesù e illuminato dalla sua Parola, dice: «…ma sulla tua parola getterò le reti» (v. 5).
È la risposta della fede, che anche noi siamo chiamati a dare; è l’atteggiamento di disponibilità che il Signore chiede a tutti i suoi discepoli, soprattutto a quanti hanno compiti di responsabilità nella Chiesa. E l’obbedienza fiduciosa di Pietro genera un risultato prodigioso: «Fecero così e presero una quantità enorme di pesci» (v. 6). Si tratta di una pesca miracolosa, segno della potenza della parola di Gesù: quando ci mettiamo con generosità al suo servizio, Egli compie in noi cose grandi. Così agisce con ciascuno di noi: ci chiede di accoglierlo sulla barca della nostra vita, per ripartire con Lui e solcare un nuovo mare, che si rivela carico di sorprese. Il suo invito a uscire nel mare aperto dell’umanità del nostro tempo, per essere testimoni di bontà e di misericordia, dà senso nuovo alla nostra esistenza, che rischia spesso di appiattirsi su sé stessa.
A volte possiamo rimanere sorpresi e titubanti di fronte alla chiamata che ci rivolge il Maestro divino, e siamo tentati di rifiutarla a motivo della nostra inadeguatezza. Anche Pietro, dopo quella pesca incredibile, disse a Gesù: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» (v. 8). E’ bella questa umile preghiera: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”. Ma lo disse in ginocchio davanti a Colui che ormai riconosce come “Signore”. E Gesù lo incoraggia dicendo: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (v. 10), perché Dio, se ci fidiamo di Lui, ci libera dal nostro peccato e ci apre davanti un orizzonte nuovo: collaborare alla sua missione.
Il miracolo più grande compiuto da Gesù per Simone e gli altri pescatori delusi e stanchi, non è tanto la rete piena di pesci, quanto l’averli aiutati a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte. Li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua parola e del regno di Dio. E la risposta dei discepoli è stata pronta e totale: «Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono» (v. 11). La Vergine Santa, modello di pronta adesione alla volontà di Dio, ci aiuti a sentire il fascino della chiamata del Signore, e ci renda disponibili a collaborare con Lui per diffondere dappertutto la sua parola di salvezza.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle,
due giorni fa, nella memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, si è svolta la quinta “Giornata mondiale contro la tratta di persone”. Il motto di quest’anno è “Insieme contro la tratta” [in Piazza applaudono] – Un’altra volta! [ripetono] “Insieme contro la tratta”! Non dimenticare questo. Invita ad unire le forze per vincere questa sfida. Ringrazio tutti coloro che combattono su questo fronte, in particolare tante religiose.
Faccio appello specialmente ai governi, perché siano affrontate con decisione le cause di tale piaga e siano protette le vittime. Tutti però possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini. La preghiera è la forza che sostiene il nostro impegno comune.
Per questo, adesso vi invito a recitare insieme con me la preghiera a Santa Giuseppina Bakhita che è stata distribuita in Piazza. Preghiamo insieme. Santa Giuseppina Bakhita, da bambina sei stata venduta come schiava e hai dovuto affrontare difficoltà e sofferenze indicibili. Una volta liberata dalla tua schiavitù fisica, hai trovato la vera redenzione nell’incontro con Cristo e la sua Chiesa. Santa Giuseppina Bakhita, aiuta tutti quelli che sono intrappolati nella schiavitù. A nome loro, intercedi presso il Dio della misericordia, in modo che le catene della loro prigionia possano essere spezzate. Possa Dio stesso liberare tutti coloro che sono stati minacciati, feriti o maltrattati dalla tratta e dal traffico di esseri umani. Porta sollievo a coloro che sopravvivono a questa schiavitù e insegna loro a vedere Gesù come modello di fede e speranza, così che possano guarire le proprie ferite. Ti supplichiamo di pregare e intercedere per tutti noi: affinché non cadiamo nell’indifferenza, affinché apriamo gli occhi e possiamo guardare le miserie e le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità e della loro libertà e ascoltare il loro grido di aiuto. Amen. Santa Giuseppina Bakhita, prega per noi.
Saluto tutti voi, romani e pellegrini! In particolare i fedeli di Verona e il gruppo “Mendicanti di Sogni”, di Schio. A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.

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ZENIT Staff

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