Papa Francesco e Card. Sandri (centro), Pontificio Istituto Orientale (PIO), 12 ottobre 2017 - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

La Consulta dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Conferenza Stampa – Note informative

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Alle ore 12.30 di oggi [7 novembre 2018], presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo una Conferenza Stampa per presentare la prossima Consulta dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’Assemblea quinquennale di questa Istituzione Pontificia, dedicata al sostegno della Chiesa in Terra Santa e alla quale partecipano tutti i responsabili internazionali dell’Ordine insieme ai rappresentanti della Segreteria di Stato e della Congregazione per le Chiese Orientali, si svolgerà al Crowne Plaza St. Peter’s Hotel a Roma dal 13 al 16 novembre 2018.
Intervengono alla Conferenza stampa l’Em.mo Card. Edwin O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; l’Em.mo Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; S.E. l’Ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone, Governatore Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Al termine, saranno a disposizione dei giornalisti anche il Prof. Agostino Borromeo, Luogotenente Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e la Dott.ssa Donata Maria Krethlow-Benziger, Luogotenente dell’Ordine per la Svizzera.
Pubblichiamo di seguito gli interventi del Card. Leonardo Sandri:

Intervento del Card. Leonardo Sandri

Eminenza Reverendissima, Cardinale O’Brien, Eccellenza, Ambasciatore Visconti di Modrone,
1. A chi come molti di voi passeggia in via della Conciliazione per recarsi in Sala Stampa, può capitare di soffermarsi a guardare a due palazzi, uno quasi in fronte all’altro: il Palazzo della Rovere, con le finestre costellate del motto “Soli Deo Gloria”, e in alto la bandiera dell’Ordine del Santo Sepolcro che sventola, e il Palazzo Bramante, di recente restaurato nella facciata grazie al lavoro dell’APSA, sede della Congregazione per le Chiese Orientali. Per il suo prestigio e la sua storia, avendo ospitato per un certo tempo della sua vita l’artista Raffaello Sanzio, fu “spostato” nell’attuale collocazione durante i lavori per la realizzazione della rete viaria attuale. Potremmo addentrarci in particolari storici, perché palazzi della nobiltà papalina, realizzati da grandi artisti, piuttosto che l’Oriente lontano e sconosciuto o un ordine cavalleresco sembrano essere qualcosa del passato.
2. L’imminente inizio della Consulta dell’OESSH ci restituisce invece un’immagine viva di persone rappresentanti di diverse Nazioni del mondo, radunate per riflettere sull’identità e la missione dell’Ordine, a partire da quella spiritualità che nel quotidiano di ciascun Cavaliere e Dama attualizza il soli Deo Gloria che vediamo sulle finestre del Palazzo. Sant’Ireneo di Lione, padre orientale “prestato” alla sede primaziale delle Gallie – l’odierna Francia – ci ricorda però nel suo famoso inciso che Gloria Dei est homo vivens.. vitam autem hominis est visio Dei. La Congregazione per le Chiese Orientali da un lato, e l’Ordine del Santo Sepolcro dall’altro, non sono state create lungo la storia per custodire qualcosa di archeologico o di antico, ma la vita concreta dei nostri fratelli e sorelle cristiani nelle terre visitate dalla presenza del Salvatore, dalle quali sono giunti a noi il tesoro prezioso del Vangelo e le scintille del fuoco pentecostale.
I tristi eventi degli ultimi anni, specie in Siria e in Iraq, senza dimenticare l’Egitto luogo anche recente di martirio e la perdurante tensione sul futuro tra Israele e Palestina, hanno guadagnato nel mondo intero la consapevolezza che in quelle terre c’è ancora qualcuno che da sempre vi ha abitato appartenendo a Cristo, e diversi sforzi si sono attivati perché essi possano continuare a vivere in pace e finalmente con la pienezza dello stato di cittadini e non soltanto di dhimmi o di “minoranza”. Non è bastato quindi il Sinodo Speciale per il Medio Oriente del 2010 per ridestare le nostre coscienze: tuttavia, nella serenità come nelle pagine dolorose c’è la vita della Chiesa, c’è la gioia dei bimbi rinati in Cristo, il dono reciproco dell’amore degli sposi – persino tra le rovine di Maaloula o altre città distrutte in Siria -, c’è il prendersi cura dei disabili, degli anziani, la formazione dei giovani attraverso le scuole e le Università. C’è dunque la vita di gente concreta, cristiana come noi: a noi nel benessere dell’Occidente è chiesto di vivere la fede in pienezza, con quel risveglio della gioia del Vangelo cui ci continua a chiamare Papa Francesco. Per loro c’è l’esigenza che la fede sia interiorizzata e non soltanto un dato di tradizione familiare o del clan o del villaggio. La Gloria di Dio è l’uomo vivente, la vita (autentica) dell’uomo è la visione di Dio appunto.
3. Questo per farvi intuire – come spesso suggeriamo nei pellegrinaggi o scrivendo la Lettera per la Colletta del Venerdì Santo – di andare in Terra Santa non soltanto per vedere le pietre dei santuari e i resti delle testimonianze bibliche, ma di incontrare le comunità cristiane, con la loro vita, le loro sfide e sofferenze, la loro carità quotidiana. Posso dire con grande gioia che l’unione di intenti – nel rispetto delle diverse competenze – tra la Congregazione che presiedo e l’Ordine si manifesta a più livelli, da quelli più istituzionali a quelli più operativi. Penso anzitutto alla presenza del Cardinale O’Brien tra i Membri del Dicastero, come pure al fatto che l’OESSH è membro della ROACO (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali), con la presenza al tavolo della plenaria del mese di giugno del Governatore Generale Ambasciatore Visconti di Modrone come pure al suo predecessore Prof. Agostino Borromeo, e annualmente l’Ordine garantisce il finanziamento di diversi progetti di sviluppo, di assistenza alla realtà pastorale e più in generale alla vita delle Chiese Orientali.
Vorrei che questo non sfuggisse, perché ad un primo sguardo potrebbe apparire soltanto il legame stabile che l’Ordine intrattiene per sostenere la vita del Patriarcato Latino di Gerusalemme, specie a partire dalla sua ricostituzione nel 1847 con la Bolla Nulla celebrior del Beato Pontefice Pio IX: gran parte delle competenze prima riservate alla Custodia di Terra Santa nei confronti dell’Ordine passarono alla nuova circoscrizione ecclesiastica. Senza dimenticare quanto fece il Patriarca Barlassina (1920-1947), ai cui meriti va ascritta anche la rivitalizzazione proprio delle attività dei Cavalieri perché fosse più organico ed aggiornato il loro modo di sostenere la vita della Chiesa in Terra Santa, come documenta in alcuni articoli e pubblicazioni il prof. Paolo Pieraccini.
4. Va espresso un particolare e doveroso riconoscimento infine all’Ordine del Santo Sepolcro per lo sforzo straordinario espresso – in collaborazione con altri organismi della Santa Sede, incominciando dalla Segreteria di Stato con l’istituzione della Fondazione Vaticana San Giovanni Battista – per contribuire al lavoro di riorganizzazione non soltanto amministrativa del Patriarcato latino di Gerusalemme, portando alcuni uffici al livello degli standard internazionali attraverso il lavoro di alcuni professionisti specializzati, oltre al decisivo apporto che si auspica possa continuare per raggiungere la piena sostenibilità dell’Università di Madaba, in Giordania. Quel forse troppo ambizioso sogno si è scontrato da un lato con l’evolversi dei conflitti regionali, mettendo a repentaglio con un afflusso di studenti inferiore alle attese l’iniziativa patrocinata dal Patriarca emerito S.B. Fouad Twal, e dall’altro con una difficile gestione amministrativa. Sono certo che l’Ordine continuerà a sostenere il prezioso operato dell’Amministratore Apostolico, S.E. Mons. Pierbattista Pizzaballa, che ne è anche Pro Gran Priore, il quale ha accettato l’incarico affidatogli dal Santo Padre a motivo della conoscenza maturata nei dodici anni come Custode di Terra Santa, fino ad eventuali diverse disposizioni.
5. Un ultimo grazie lo dico in riferimento ad una realtà viva della Terra Santa, il centro Effatà per bambini sordomuti che sarò lieto di visitare tra poche settimane anche facendo memoria di colui che tenacemente lo volle a partire dal suo viaggio in Terra Santa nel 1964: San Paolo VI. Concludo proprio con le parole che il Santo Pontefice rivolse il 30 maggio dello stesso anno ai Membri dell’Ordine venuti dal Successore di Pietro: “E con l’augurio la preghiera, la quale risponde non meno ai vostri Statuti,, che alle Nostre sollecitudini per quella Terra benedetta, dove il Santo Sepolcro ha la sua sede, e dove Noi stessi abbiamo avuto la somma ventura di compiere, come sapete, un umile, ma commovente e celebrato pellegrinaggio: continuate ad amare quei Luoghi Santi, d’una predilezione sempre più intensa e più pia; continuate a cercarvi e ad onorarvi la terra santificata dai passi del Figlio di Dio fattosi Figlio dell’uomo; continuate a promuovere colà le opere di religione, di istruzione, di carità, che vi attestano la tenace ed amorosa presenza della Chiesa cattolica; accrescete, potendo, il vostro sforzo di beneficenza spirituale e corporale per quelle popolazioni, che l’incontro Nostro con esse, così vivo e cordiale da parte loro, Ci ha rese ancora più care; e fate loro vedere che la vostra Crociata vuol essere quella della carità, della concordia, della pace; quella del Vangelo di Cristo, che nel servizio della Chiesa cattolica e dei suoi figli più fedeli ed operosi, altro non vuole se non la vera salvezza di tutti. Grazie.
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Note informative
LA CONSULTA DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME
La Consulta dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme rappresenta il principale organo consultivo dell’Ordine. Sotto la presidenza del Cardinale Gran Maestro, vi prendono parte tutte le massime cariche dell’Ordine, il Gran Magistero, i Luogotenenti e i Delegati Magistrali, un rappresentante della Segreteria di Stato e un rappresentante della Congregazione per le Chiese Orientali. Nell’ultimo ventennio, la Consulta si è incentrata sull’approfondimento di un tema specifico che quest’anno riguarderà Il ruolo del Luogotenente nella missione dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e per il quale è stato redatto un Instrumentum Laboris sotto la supervisione del Luogotenente Generale Prof. Agostino Borromeo. La Consulta deve essere convocata almeno una volta ogni cinque anni e viene ricordato con particolare gioia il precedente incontro che si svolse nel 2013 durante l’Anno della Fede e che fu l’occasione per proporre un’esperienza di comunione ancora più ampia, grazie alla partecipazione di Cavalieri e Dame desiderosi di unirsi ai propri Luogotenenti e Delegati Magistrali – già presenti a Roma – per un pellegrinaggio nella Città eterna che registrò la partecipazione di più di 3.500 Cavalieri e Dame di tutto il mondo e culminò in un incontro con Papa Francesco. Quest’anno la Consulta avrà luogo a Roma dal 13 al 16 novembre 2018. Durante queste giornate, si alterneranno sedute plenarie a riunioni dei partecipanti divisi per gruppi linguistici. Il Gran Maestro, Cardinale Edwin O’Brien, e il Governatore Generale Leonardo Visconti di Modrone, entrambi molto attivi nelle visite alle strutture periferiche dell’Ordine nei cinque continenti, avranno la possibilità di incontrare i Luogotenenti e Delegati Magistrali sia durante le sessioni formali, sia durante i momenti di convivialità e condivisione più spontanea. La Consulta si concluderà con un’udienza papale il 16 novembre.
 
L’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un’istituzione laicale posta sotto la protezione della Santa Sede. Esso di prefigge lo scopo di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, di sostenere e aiutare le opere e le istituzioni della Chiesa Cattolica in Terra Santa nel senso più ampio del termine e, particolarmente, quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme – Israele, Palestina, Giordania e Cipro – sostenendo così la presenza cristiana nei territori biblici. Attualmente l’Ordine conta circa 30.000 membri che sono organizzati in più di 60 Luogotenenze e Delegazioni Magistrali presenti in quasi 40 paesi del mondo. Questi Cavalieri e Dame, per la maggior parte laici, sono spiritualmente ispirati in particolar modo dalla figura del Beato Bartolo Longo, unico Cavaliere laico ad essere stato finora beatificato. Il sostegno economico per il quale i membri dell’Ordine si impegnano rappresenta uno dei principali introiti del Patriarcato da destinare a fini sociali caritativi. Le attività dell’Ordine L’Ordine del Santo Sepolcro, presente in tutti i continenti attraverso le Sezioni e le Delegazioni nelle quali sono suddivise le Luogotenenze o le Delegazioni Magistrali, promuove iniziative e incontri a sostegno della presenza cristiana in Terra Santa. Il Gran Magistero dell’Ordine, che ha sede qui a Roma a Palazzo della Rovere, coordina l’aiuto globale mandato dai suoi membri al Patriarcato Latino che conta circa 60 parrocchie, una quarantina di scuole con quasi 20.000 studenti e 180.000 fedeli, in Giordania, Palestina, Israele e Cipro. Le istituzioni del Patriarcato, come le parrocchie e le scuole in particolare, sono l’oggetto principale di questa solidarietà materiale che, in minor misura, riguarda anche precisi progetti di restauro o costruzione sempre convalidati a Roma dal Gran Magistero. La cifra totale degli aiuti inviati in Terra Santa si avvicina ai 15 milioni di euro ogni anno. Nell’ambito della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali (ROACO), l’Ordine del Santo Sepolcro assume la responsabilità di contribuire anche ad altri progetti nei territori biblici, come in Egitto o in Libano. Inoltre, i membri dell’Ordine, tenuti a recarsi regolarmente in pellegrinaggio in Terra Santa, portano un importante sostegno morale ai cristiani di questa regione del mondo che, in un clima di crisi sia economica che politica, cercano di essere protagonisti della “cultura dell’incontro” per il servizio della pace. Cavalieri e Dame hanno anche a cuore di inserirsi nella vita delle loro diocesi, seguendo le direttive del Gran Maestro, per rispondere alle necessità dei più poveri, come per esempio attraverso l’accoglienza di profughi e migranti.
BREVE STORIA DELL’ORDINE
La nascita dell’Ordine viene fatta risalire, dalla storiografia più antica, alla presa di Gerusalemme ad opera di Goffredo di Buglione nel 1099. In realtà, allo stato attuale degli studi, non conosciamo alcun documento che comprovi questa tesi. Si può soltanto affermare, sulla base di fonti inoppugnabili, che del titolo di “Cavaliere del Santo Sepolcro” cominciarono a fregiarsi, a partire dal XIV secolo, nobili e gentiluomini, i quali avevano ricevuto l’Investitura – o rinnovato quella precedentemente ricevuta in Europa – a Gerusalemme, nella basilica del Santo Sepolcro, secondo l’antico rito della cavalleria. L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha sempre beneficiato, infatti, della protezione dei Sommi Pontefici che, nel corso dei secoli, l’hanno riorganizzato, amplificando ed arricchendo i suoi privilegi. Clemente VI affidò ai religiosi francescani la cura di servire il Santo Sepolcro nel 1342, ma quella era ancora l’epoca in cui solo i Cavalieri potevano conferire l’Investitura ad altri membri dell’Ordine. Alessandro VI si dichiarò moderatore supremo dell’Ordine nel 1496 e delegò ai francescani il potere di conferire il cavalierato ai nobili e gentiluomini in pellegrinaggio in Terra Santa (potere di investitura). La conferma verbale o con bolla di questo privilegio francescano fu rinnovata da Leone X nel 1516, da Benedetto XIV nel 1746, fino alla ricostituzione del Patriarcato Latino di Gerusalemme da parte di Pio IX nel 1847. Quella fu anche l’occasione per riorganizzare l’Ordine conferendogli un carattere più strettamente pontificio e assegnandogli il compito di contribuire al sostegno materiale del Patriarcato Latino. Il cavalierato si aprì con la nomina delle Dame del Santo Sepolcro grazie a Leone XIII, nel 1888. Nel 1907 Pio X decise che il titolo di Gran Maestro dell’Ordine sarebbe stato assunto dal Sommo Pontefice stesso. Sarà Pio XII nel 1940 a trasferire il titolo a un Cardinale. Con San Giovanni Paolo II l’Ordine ottenne anche la personalità giuridica vaticana.

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ZENIT Staff

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