Papa Francesco e Card. Sandri (centro), Pontificio Istituto Orientale (PIO), 12 ottobre 2017 - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Card. Sandri: Il cammino quaresimale è un itinerario di solidarietà

Appello per la Colletta dei Cristiani in Terra Santa

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Lettera del Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali La Colletta “pro Terra Sancta”  – Rapporto sommario della Custodia di Terra Santa su progetti e opere realizzati con la colletta 2016/2017
14 febbraio 2018
Mercoledì delle Ceneri
Eccellenza Reverendissima,
L’itinerario quaresimale, che stiamo vivendo ci invita a salire a Gerusalemme sulla via della croce dove il Figlio di Dio consumerà la sua missione redentrice. In questo pellegrinaggio, siamo accompagnati dallo Spirito Santo che ci svela il senso della Parola di Dio. Oltre che dai sacramenti, specie l’Eucaristia e la Penitenza, siamo rafforzati, dal digiuno, dalla preghiera e dall’elemosina. É questo un tempo propizio per avvicinarci a Cristo col riconoscere la nostra povertà e i nostri peccati e col vivere lo svuotamento e l’abbassamento del Figlio di Dio che “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor. 8-9). É un tempo per eccellenza anche per avvicinare gli altri attraverso le opere di carità, consapevoli che il cammino quaresimale non è un atto solitario, bensì un itinerario di solidarietà nel quale ciascuno è chiamato a fermarsi come il Buon Samaritano per mettersi a fianco dei fratelli che fanno fatica ad alzarsi e a riprendere la strada a motivo di molteplici ragioni.
Anche quest’anno la tradizionale “Collecta pro Terra Sancta” del Venerdì Santo, è per i fedeli un’occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli della Terra Santa e del Medio Oriente da dove, purtroppo, il grido di migliaia di persone che sono prive di tutto, talvolta persino della propria dignità di uomini, continua a giungerci, spezzando i nostri cuori, e invitandoci ad abbracciarli con carità cristiana, fonte sicura di speranza. Senza lo spirito di Cristo che “svuotò se stesso, assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini; dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil. 2,7-8), il grido del fratello rimane inascoltato e i volti di migliaia di persone meno fortunate restano inosservati.
Quale potrebbe essere luogo migliore per meditare questa Kenosis del Figlio di Dio se non gli stessi luoghi che conservano da oltre 2000 anni la memoria della nostra redenzione? Indico con particolare attenzione le due Basiliche, quella della Natività a Betlemme, costruita sulla grotta dove è nato Gesù, e la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, costruita sulla tomba di Gesù, diventata il grembo della vita con la sua risurrezione. Ambedue le Basiliche, grazie alla collaborazione e generosità di tantissime persone di buona volontà sono state restaurate l’anno scorso.
Edificare la Chiesa di Terra Santa, nei suoi edifici di culto e nelle sue pietre vive, che sono i fedeli cristiani, quindi, è responsabilità di tutte le Chiese particolari della Cristianità, consapevoli che la fede cristiana ha avuto il suo primo centro propulsore nella Chiesa Madre di Gerusalemme. La comunità cattolica di Terra Santa, nei suoi variegati volti, come quella latina della Diocesi Patriarcale di Gerusalemme, della Custodia Francescana e delle altre Circoscrizioni, come quelle orientali – greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena – con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere, ha la speciale vocazione di vivere la fede in un contesto multireligioso, politico, sociale e culturale. Nonostante le sfide e insicurezze, le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; le scuole luoghi di incontro tra cristiani e musulmani preparano insieme, lo speriamo contro ogni speranza, un futuro di rispetto e di collaborazione; gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra.
Non possiamo dimenticare le migliaia di famiglie, tra cui bambini e giovani, scappati dalla violenza della guerra in Siria e Iraq, molti dei quali in età scolare, che si appellano alla nostra generosità per riprendere la vita scolastica e così poter sognare un futuro migliore.
Un ricordo particolare, in questo momento, va alla piccola comunità cristiana del Medio Oriente che continua a sostenere la fede tra gli sfollati in Iraq e Siria, o tra i rifugiati in Giordania e Libano assistiti dai loro pastori, religiosi e volontari dei vari Paesi. I volti di queste persone ci interrogano sul senso di essere cristiani, le loro vite provate ci ispirano.
Il Santo Padre Francesco nel suo messaggio per la celebrazione della giornata mondiale della pace di quest’anno afferma: “Con spirito di misericordia, abbracciamo tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale”.
Dimostriamo loro la nostra vicinanza, concretizzata attraverso la nostra costante preghiera e mediante un aiuto economico, in particolare dopo la liberazione della Piana di Ninive. Molti cristiani iracheni e anche siriani vogliono ritornare alla propria terra dove le loro case sono state distrutte; con scuole, ospedali e chiese devastati. Non lasciamoli soli. Tutti siamo invitati a riprendere i pellegrinaggi in Terra Santa, perché la conoscenza e l’esperienza vissuta nei luoghi della nostra redenzione camminando sulle orme di Gesù, Maria, Giuseppe e i discepoli, aiuta ad approfondire la nostra fede e anche a capire il contesto in cui vivono i cristiani di Terra Santa. I pellegrinaggi costituiscono, inoltre, un notevole sostegno di sopravvivenza per migliaia di famiglie. In questi giorni di preparazione alla Santa Pasqua, vi invito fraternamente ad impegnarvi a vincere l’odio con l’amore, la tristezza con la gioia, pregando e operando, affinché la pace abiti nel cuore di ogni persona, specialmente dei nostri fratelli di Terra Santa e del Medio Oriente.
A Lei, ai Sacerdoti, ai Consacrati e ai Fedeli, che si adoperano per la buona riuscita della Colletta, ho la gioia di trasmettere la viva riconoscenza del Santo Padre Francesco, insieme alla gratitudine della Congregazione per le Chiese Orientali. E mentre invoco sulla sua persona e sul suo ministero pastorale e su tutti i fedeli della sua giurisdizione copiose benedizioni divine, porgo un felice a
ugurio di Buona Pasqua e il più fraterno saluto nel Signore Gesù.
Suo dev.mo Leonardo Card. Sandri
Prefetto
+ Cyril Vasil’, S.I.
Arcivescovo Segretario

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ZENIT Staff

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