Nel corso dell’ottava meditazione degli esercizi spirituali ad Ariccia Don José Tolentino Mendonça ha definito l’autoreferenzialità una dei più grandi pericoli per il cammino spirituale sviluppando il concetto attraverso la parabola del figliol prodigo.
Ognuno si può riconoscere nella famiglia descritta nell’episodio del Vangelo e caratterizzata da una relazione conflittuale dei fratelli; così il vicerettore dell’Università Cattolica di Lisbona.
In ognuno di noi ci sono problemi irrisolti, sentimenti soffocati e ferite la cui guarigione richiede l’aiuto di Dio.
L’egoismo e l’edonismo favoriscono lo sviluppo di una società consumista, prigioniera del desiderio. Lo stesso comportamento dimostra il figliol prodigo lasciando la retta via. Il fratello maggiore invece è incapace di provare misericordia nei suoi confronti, essendone anche invidioso. Don José ha spiegato che la causa di questo atteggiamento va cercata in pregiudizi e sentimenti negativi mai risolti.
Tuttavia il padre agisce con misericordia trattando i suoi figli mostrando equilibrio e comprensione; la misericordia è perdono, bontà e compassione, un eccesso di amore.