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Parole del Santo Padre al gruppo di profughi Rohingya

Incontro Interreligioso ed Ecumenico avvenuto il 1 dicembre 2017 nel giardino dell’Arcivescovado di Dhaka

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Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Francesco ha rivolto al gruppo di profughi Rohingya al termine dell’Incontro Interreligioso ed Ecumenico avvenuto nel pomeriggio
di oggi nel giardino dell’Arcivescovado di Dhaka (cfr. bollettino n. 0851):
Parole del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, noi tutti vi siamo vicini. E’ poco quello che noi possiamo fare perché la vostra tragedia è molto grande. Ma facciamo spazio nel nostro cuore. A nome di tutti, di quelli che vi perseguitano, di quelli che hanno fatto del male, soprattutto per l’indifferenza del mondo, vi chiedo perdono. Perdono. Tanti di voi mi avete detto del cuore grande del Bangladesh che vi ha
accolto. Adesso io mi appello al vostro cuore grande perché sia capace di darci il perdono che chiediamo.
Cari fratelli e sorelle, il racconto ebreo-cristiano della creazione dice che il Signore che è Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Tutti noi siamo questa immagine. Anche questi fratelli e sorelle. Anche loro sono immagine del Dio vivente. Una tradizione delle vostre religioni dice che Dio, all’inizio, ha preso un po’ di sale e l’ha buttato nell’acqua, che era l’anima di tutti gli uomini; e ognuno di noi porta dentro un po’ del sale divino. Questi fratelli e sorelle portano dentro il sale di Dio.
Cari fratelli e sorelle, soltanto facciamo vedere al mondo cosa fa l’egoismo del mondo con l’immagine di Dio. Continuiamo a far loro del bene, ad aiutarli; continuiamo a muoverci perché siano riconosciuti i loro diritti. Non chiudiamo i cuori, non guardiamo dall’altra parte. La presenza di Dio, oggi, anche si chiama “Rohingya”. Ognuno di noi, dia la propria risposta.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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ZENIT Staff

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