Nello spirito della collegialità, noi Vescovi del Bangladesh ci sforziamo di pascere il gregge di Dio ben oltre i confini del popolo cristiano. Siamo spiritualmente in comunione anche con i Pastori che ci hanno preceduto, in particolare con il primo Vescovo locale, divenuto poi Arcivescovo di Dhaka, il Servo di Dio Theotonius Amal Ganguly, CSC, la cui tomba Lei ha appena benedetto e la cui santità è esemplare nella Chiesa. Dal 1985, come Vescovi abbiamo iniziato un percorso sinodale con l’adozione di un piano pastorale per l’intera Chiesa del Bangladesh. Le priorità emerse sono: (a) la guarigione dalle ingiustizie nella nostra opzione per i poveri; b) la comunione con i popoli di altre religioni e comunità ecclesiali; c) lo spirito di comunione tra sacerdoti, religiosi e fedeli laici; (d) l’inculturazione e l’evangelizzazione; (e) la formazione al discepolato spirituale e missionario; (f) la cura del creato. Tali obiettivi si sviluppano essenzialmente attorno a tre nuclei — la famiglia, le comunità di base e la spiritualità di comunione — e vengono ripresi nei nostri programmi annuali. Le famiglie e le piccole comunità cristiane, i numerosi istituti educativi e sanitari, i centri sociali e pastorali, così come le organizzazioni, le associazioni e i movimenti laicali ne rendono ultimamente possibile l’implementazione.
Santità, come Pastori della Chiesa in Bangladesh, assieme ai nostri sacerdoti, religiosi e fedeli laici seminiamo spesso tra lacrime e dolori, ma con altrettanta grande gioia raccogliamo le primizie del raccolto. Un ringraziamento in tal senso va anche ai collaboratori di altre religioni, e soprattutto allo Spirito Santo che ci guida costantemente. I Vescovi del Bangladesh si rallegrano dei successi e dei risultati del popolo del Bangladesh: nell’istruzione, nella salute dei bambini e delle madri, nell’avanzamento sociale delle donne, nella crescita economica e tecnologica, nell’adattamento alle situazioni pericolose causate dai cambiamenti climatici, nell’apertura fraterna ai rifugiati, tra cui i nostri fratelli e sorelle Rohingyas, e agli sfollati per le calamità naturali e artificiali. Allo stesso tempo, ci rattristano le rivendicazioni dei potenti, il formalismo religioso, il maltrattamento delle minoranze religiose ed etniche e la violazione dei loro diritti, la militanza armata e gli attacchi terroristici, le uccisioni, la corruzione e la carenza di una buona governance. La Chiesa Cattolica in Bangladesh guarda a queste situazioni problematiche come a vere sfide del ministero, da affrontare con fede, speranza e amore, in unione alla nostra Madre celeste.
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