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Dhaka: Indirizzi di saluto dei rappresentanti delle varie comunità religiose

Testo integrale – Incontro Interreligioso ed Ecumenico per la pace
nel giardino dell’Arcivescovado (Dhaka) – 1 dicembre 2017

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Indirizzo di saluto a nome della comunità musulmana
di Mawlana Farid Uddin Masud
Grand Imam e Mufti del Bangladesh
Nel nome di Dio, l’Onnipotente!
Con grande rispetto accogliamo Vostra Santità tra i verdi scenari del nostro meraviglioso Paese.
Noi sappiamo che ogni grande persona sulla terra ha sempre cercato di unire l’umanità mediante i vincoli della pace, della fraternità, dell’amore compassionevole e della carità; e che l’adorazione del Grande Creatore e l’amore per lui si riflettono nella cura del creato. Del resto, senza la lode del Creatore e l’amore per l’umanità non si può nemmeno immaginare l’esistenza di una religione.
La compassione e l’amore sono ciò di cui il mondo ha più bisogno oggi. L’unico rimedio ai mali dell’odio, dell’invidia così come ai conflitti tra le Nazioni, i gruppi umani e le identità religiose consiste nell’amore compassionevole predicato e praticato dai grandi della terra.
In tal senso, Vostra Santità sta compiendo numerosi sforzi per incoraggiare e promuovere l’umanità, alzando la voce in nome degli oppressi, senza alcuna distinzione di religione, casta e nazionalità. Ciò che Lei fa è di grande ispirazione per noi tutti. In particolare, il Suo fermo sostegno in favore dei Rohingya condurrà ad un esito positivo gli sforzi in corso per assicurare il rispetto dei loro diritti umani fondamentali.
Per questo Suo ruolo, a nome di tutte le persone di ogni credo, rendiamo a Lei il nostro omaggio e Le manifestiamo il nostro cordiale rispetto, anche per la Sua ardua missione di stabilire la pace nel mondo.
Noi confidiamo che questo nobile incontro di comunione tra i membri di diverse religioni in onore di Vostra Santità sia di forte impatto per la prevenzione dell’estremismo e del terrorismo. Noi tutti abbiamo la responsabilità di diffondere sentimenti di bontà.
Ancora una volta, desidero darLe il benvenuto tra noi, ringraziandoLa per la cortese visita in Bangladesh. Tanti auguri di ogni bene.
* * *
Indirizzo di saluto a nome della comunità induista
di Swami Dhruveshananda Adhyaksha
Ramakrishna Math and Ramakrishna Mission
Santità,
Illustri ospiti,
Fratelli e sorelle,
è un grande privilegio poter partecipare a questo incontro interreligioso ed ecumenico alla presenza di Vostra Santità.
Apparteniamo a diverse religioni. Al riguardo, uno dei versetti più universali di Srimad Bhagavad Geeta afferma: “Chiunque viene a me, quale che sia la forma, io lo raggiungerò; tutti gli esseri umani vengono a me per vie diverse”. Certo, i nostri approcci religiosi possono essere differenti, ma l’obiettivo è lo stesso. Sri Ramakrisna disse una volta: “Come molte sono le fedi, cosi numerosi sono i sentieri che conducono al medesimo traguardo”. Allo stesso tempo, noi abbiamo il dovere di rimanere saldi negli ideali in cui crediamo, mostrando il debito rispetto per quelli altrui.
Anche Shivamahimna Stotra disse: “Come tutti i fiumi che originano da diverse sorgenti si mescolano nell’unico oceano, cosi tutte le religioni, seppur differenti, conducono alla stessa beatitudine”.
Del resto, questo è il messaggio fondamentale, valido per ogni religione: “Essere buoni e praticare il bene”.
Possiamo qui ricordare il detto illuminato di Swami Vivekananda: “Aiuto reciproco, non lotta; assimilazione, non distruzione; armonia e pace, non dissenso”. Se noi adottiamo questo approccio universale per promuovere la pace e l’armonia, allora la civiltà di oggi vivrà un futuro migliore.
Possa l’Onnipotente sostenerci nel nostro cammino verso la Pace eterna.
Grazie a tutti voi.
* * *
Indirizzo di saluto a nome della comunità buddista
di Sua Santità Sanghanayaka Suddhananda Mahathero
Patriarca dei Buddisti del Bangladesh
Presidente del “Bangladesh Bouddha Kristi Prachar Sangha”

Santità,
Illustri ospiti,
Signore e Signori,
per me un grande onore essere stato invitato a questo memorabile incontro e ringrazio di cuore gli organizzatori per avermi consentito di intervenire con un breve messaggio.
La visita del Santo Padre Francesco in Bangladesh ci inserisce in un rinnovato orizzonte di armonia tra le diverse fedi del nostro popolo. Vostra Santità è il custode del mondo cristiano e a Lei porgo il mio deferente ossequio per tutte le volte in cui ho l’occasione di imparare dal Suo profondo tratto di gentilezza e compassione verso questa società angustiata. Non potrò mai dimenticare l’immagine di Vostra Santità mentre lava i piedi ai giovani rifugiati africani. Lei, Padre Santo, ha raggiunto la statura dei grandi e mi è di grande esempio.
Ricordo qui l’altrettanto storica visita di Giovanni Paolo II al Bangladesh. In quell’occasione ho potuto incontrarlo e, nel 2011 e nel 2015, anch’io ho fatto visita alla Città del Vaticano.
Santo Padre,
Signore e Signori,
Come monaco buddista ho dedicato tutta la mia esistenza al servizio dell’umanità nell’orfanotrofio di Dharmarajika, qui a Dhaka. Nello svolgimento delle mie attività filantropiche sono stato largamente benedetto dall’aiuto di organizzazioni d’ispirazione cristiana, così come prezioso è il sostegno di molte altre comunità sparse nel mondo.
L’armonia è un tratto costitutivo del Bangladesh. Il nostro Primo Ministro, S.E. la Sig.ra Sheikh Hasina, ha dichiarato “tolleranza zero” contro ogni tentativo di creare disarmonia e noi, oggi, siamo qui riuniti per invocare all’unisono le benedizioni della pace della fraternità per il nostro Paese.
Da sempre il Buddismo insegna lo stile della non violenza. Facciamo in modo che la nostra fratellanza con la comunità cristiana e le persone di altre fedi sia rafforzata dalla visita del Santo Padre in Bangladesh.
Possa ogni essere umano essere felice.
* * *
Indirizzo di saluto a nome della società civile
di Anisuzzaman
Professore emerito dell’Università di Dhaka
Santità,
Distinte autorità,
Illustri ospiti,
Sono estremamente onorato di poter accogliere Vostra Santità in Bangladesh e sono grato al Comitato centrale di coordinamento di questo Viaggio Apostolico per avermelo consentito. Ella ci fa visita in un tempo in cui ci è chiesto il coraggio di ispirarci alla Sua vita e missione, dal momento che il mondo è stravolto da guerre e lacerazioni – in Africa, in Medio Oriente cosi come in luoghi assai più vicini al nostro Paese.
Tutti coloro che sono delusi dal sopravvento dell’odio e della crudeltà sull’amore e la compassione possono certamente trovare conforto nel messaggio di pace e armonia, di fraternità e buona volontà che Papa Francesco sempre comunica. Ci consola il fatto che Vostra Santità abbia più volte espresso la propria solidarietà ai Rohingya del Myanmar, costretti con la forza a fuggire dalle loro case e dalla loro terra e sottoposti a violenze e trattamenti inumani. Ogni giorno migliaia di persone, senza speranza, varcano i confini del Bangladesh per poter sopravvivere. In tal senso, la Comunità internazionale ha il grave dovere di intervenire perché cessino questi deplorevoli crimini che annullano la dignità umana. Confidiamo che la visita di Vostra Santità in Myanmar abbia provocato i governanti del Paese ad un profondo esame di coscienza affinché si ponga presto fine alle violenze contro una significativa porzione di quel popolo.
Anche noi, qui in Bangladesh, abbiamo il dovere di riconoscere i nostri errori. Questa Nazione è stata fondata con l’obiettivo dichiarato di eliminare ogni genere di discriminazioni, in modo tale che il nostro popolo viva in amicizia e dignità. Tuttavia, da qualche tempo, le minoranze religiose e etniche sono soggette ad attacchi fisici e ad una “agonia” psicologica. Uso l’espressione “minoranze” in mancanza di una migliore. In realtà, le vere minoranze sono rappresentate da coloro che si prestano a compiere queste deprecabili azioni. La stragrande maggioranza della nostra gente crede invece nella pace e nella felicità condivisa. Sono certo che la visita di Vostra Santità ci motiverà nel resistere ad ogni tentativo di divisione tra la nostra gente.
Santo Padre, le auguro una buona permanenza in Bangladesh ed ogni successo per la Sua instancabile dedizione all’umanità che soffre.
* * *
Messaggio a nome della comunità cristiana
di Theophil Nokrek
Caritas Bangladesh
Santità,
Distinte autorità, Illustri ospiti,
I miei cordiali saluti a tutti voi!
Oggi siamo qui riuniti in occasione di un evento storico di grande rilievo, poiché abbiamo l’onore di avere tra noi il Santo Padre, Papa Francesco, che accogliamo con grande affetto. La sua, pur breve, permanenza in Bangladesh ci incoraggia e ci riempie di gioia.
Padre Santo,
Il popolo del Bangladesh è caratterizzato da una varietà di religioni, culture e lingue che si intrecciano nel vissuto di ben 45 gruppi etnici. I rapporti tra noi sono sempre stati caratterizzati da apprezzamento reciproco e condivisione di vita. Se oggi siamo qui assieme come membri e rappresentanti di diverse religioni e confessioni cristiane, lo dobbiamo a quella concordia e pace che è frutto della religiosità semplice della nostra gente, qualunque sia il credo che professa.
Chiediamo le Sue preghiere e la Sua benedizione affinché, attraverso la nostra fede in Dio, possiamo progredire nel dialogo interreligioso ed ecumenico come pure nelle relazioni tra gruppi etnici, culturali e sociali. Lo Spirito Santo continuamente riversa i suoi doni su di noi ogni volta che cerchiamo la comunione. Ciò nonostante, non mancano le occasioni in cui certe espressioni di politica malsana e comportamenti asociali ne minano le fondamenta. Questo spirito di accoglienza reciproca permette di instaurare rapporti fraterni tra i giovani delle nostre numerose istituzioni educative, cosi come nei luoghi di cura per i malati e i bisognosi. In particolare, esso anima i molteplici programmi della Caritas, inseriti nel più ampio contesto delle attività caritative e sociali della Chiesa. Come “piccolo gregge” ringraziamo il nostro Padre Celeste per consentici di lavorare insieme e per il bene di tutti.
Santo Padre,
Siamo grati a Dio per l’amore speciale che, in diverse occasioni, i Successori di Pietro hanno dimostrato per la nostra terra. Dalla brevissima sosta di Paolo VI, in un momento di grande dolore e grave perdita di vite umane, nel novembre del 1970, alla gioiosa visita di Giovanni Paolo II nel 1986. Dalla generosità di Vostra Santità, la nostra Nazione ha inoltre ricevuto in dono il suo primo Cardinale nella persona dell’Arcivescovo di Dhaka ed ora Lei ha deciso di allietarci con la Sua presenza.
Chiediamo per noi cristiani, cosi come per i fratelli e le sorelle di altre religioni, la grazia di poter sempre dimorare nello spirito del dialogo del rispetto reciproco, amandoci gli uni gli altri e adoperandoci in opere di misericordia.
Grazie, Santo Padre!

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ZENIT Staff

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