Udienza Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, 20 ottobre 2017 - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa Francesco: dobbiamo “civilizzare il mercato”

Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

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“Dobbiamo mirare a ‘civilizzare il mercato’, nella prospettiva di un’etica amica dell’uomo e del suo ambiente.” Lo ha scandito papa Francesco rivolgendosi oggi, venerdì 20 ottobre 2017, ai partecipanti all’incontro promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ricevuti in udienza nella Sala Clementina in Vaticano.
Occorre “chiedere al mercato non solo di essere efficiente nella produzione di ricchezza e nell’assicurare una crescita sostenibile, ma anche di porsi al servizio dello sviluppo umano integrale”, ha proseguito il Pontefice, che — come ha spiegato all’inizio del suo discorso — ha voluto soffermarsi “brevemente su due cause specifiche che alimentano l’esclusione e le periferie esistenziali”.
La prima, ha dichiarato Jorge Bergoglio, è “l’aumento endemico e sistemico delle diseguaglianze e dello sfruttamento del pianeta”, anche se entrambi i fenomeni — la diseguaglianza e lo sfruttamento — “non sono una fatalità e neppure una costante storica”, “perché dipendono, oltre che dai diversi comportamenti individuali, anche dalle regole economiche che una società decide di darsi”.
“Se prevale come fine il profitto”, ha avvertito il Pontefice, “la democrazia tende a diventare una plutocrazia in cui crescono le diseguaglianze e anche lo sfruttamento del pianeta”.
La seconda causa di esclusione è “il lavoro non degno della persona umana”, ha continuato Francesco, che ha citato brevemente l’enciclica “Rerum novarum” (1891) di Leone XIII, inoltre la costituzione pastorale “Gaudium et spes” (1965), nonché la propria enciclica “Laudato si’” (2015).
“La creazione di nuovo lavoro ha bisogno […] di persone aperte e intraprendenti, di relazioni fraterne, di ricerca e investimenti nello sviluppo di energia pulita per risolvere le sfide del cambiamento climatico”, ha detto il Papa, che ha sottolineato l’importanza di “svincolarsi dalle pressioni delle lobbies pubbliche e private che difendono interessi settoriali; e occorre anche superare le forme di pigrizia spirituale”.
Serve non solo un’azione politica “posta veramente al servizio della persona umana, del bene comune e del rispetto della natura”, ma anche “adoperarsi con coraggio per andare oltre il modello di ordine sociale oggi prevalente, trasformandolo dall’interno”, ha aggiunto Francesco, che ha sottolineato l’importanza di un “ripensamento della figura e del ruolo dello Stato-nazione in un contesto nuovo quale è quello della globalizzazione”.
Infatti, “lo Stato non può concepirsi come l’unico ed esclusivo titolare del bene comune non consentendo ai corpi intermedi della società civile di esprimere, in libertà, tutto il loro potenziale”, il ché sarebbe “una violazione del principio di sussidiarietà”, ha avvertito Francesco alla fine del suo discorso.
Cliccare qui per leggere il testo completo.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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