“E’ essenziale che, fin da ora e nella vostra vita professionale futura, impariate a rimanere liberi dal fascino del denaro, dalla schiavitù in cui il denaro rinchiude quanti gli rendono un culto”.
Lo ha detto papa Francesco ricevendo nella mattinata di oggi, giovedì 19 ottobre 2017, nella Sala Clementina in Vaticano un gruppo di circa 80 studenti della “Institution des Chartreux” di Lione, in Francia, che si preparano ad entrare nelle grandi scuole commerciali ed economiche dell’Esagono.
“Vi incoraggio a trarre vantaggio dal tempo degli studi per formarvi a diventare promotori e difensori di una crescita nell’equità, artigiani di un’amministrazione giusta e adeguata della nostra casa comune, cioè il mondo”, ha scandito il Santo Padre.
“Abbiate a cuore, anche voi, di lasciare la vostra impronta nella storia”, ha proseguito il Santo Padre, che ha ricordato e ribadito che “avete la capacità di decidere del vostro futuro” e perciò ha esortato gli studenti delle CPGE o “classes préparatoires aux grandes écoles” a “diventare responsabili di questo mondo e della vita di ogni uomo”.
Mentre ha invitato i giovani a “non soccombere alla tentazione dello scoraggiamento o della disperazione”, li ha incoraggiati “tutti a lavorare per il bene, per diventare umilmente seme di un mondo nuovo”. (pdm)
Riportiamo di seguito il testo completo del discorso del Pontefice.
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Cari fratelli e sorelle,
vi accolgo con gioia in occasione del vostro soggiorno culturale e spirituale che state trascorrendo a Roma. Con voi saluto cordialmente il Superiore dell’Istituzione dei Chartreux e i professori che vi accompagnano, senza dimenticare tutti quelli che sono rimasti a Lione, anche il Cardinale Barbarin.
Voi siete impegnati in un corso di studi che vi prepara a entrare in grandi scuole commerciali e che, quando sarà il momento, vi permetterà di svolgere una professione nel mondo della finanza internazionale. Sono lieto di sapere che la vostra formazione accademica comprende una forte dimensione umana, filosofica e spirituale, e di questo ringrazio Dio. Infatti, è essenziale che, fin da ora e nella vostra vita professionale futura, impariate a rimanere liberi dal fascino del denaro, dalla schiavitù in cui il denaro rinchiude quanti gli rendono un culto. Ed è anche importante che possiate acquisire oggi la forza e il coraggio di non obbedire ciecamente alla mano invisibile del mercato. Pertanto, vi incoraggio a trarre vantaggio dal tempo degli studi per formarvi a diventare promotori e difensori di una crescita nell’equità, artigiani di un’amministrazione giusta e adeguata della nostra casa comune, cioè il mondo (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 204; 206).
Qui a Roma voi vivete una forma di immersione nella storia che ha segnato così fortemente il sorgere delle nazioni europee. Ammirando ciò che il genio degli uomini e le speranze che essi hanno coltivato sono stati capaci di realizzare, abbiate a cuore, anche voi, di lasciare la vostra impronta nella storia. Infatti, avete la capacità di decidere del vostro futuro. Voglio ripeterlo: avete la capacità di decidere il vostro futuro. Per questo vi esorto a diventare responsabili di questo mondo e della vita di ogni uomo. Non dimenticate mai che «ogni ingiustizia contro un povero è una ferita aperta, e sminuisce la [vostra] stessa dignità» (Catechesi, 20 settembre 2017). E, anche se questo mondo si aspetta da voi che puntiate al successo, datevi i mezzi e il tempo per percorrere i sentieri della fraternità, per costruire ponti tra gli uomini piuttosto che muri, per aggiungere la vostra pietra all’edificazione di una società più giusta e più umana.
In questa prospettiva, invito quanti di voi sono cristiani a rimanere sempre uniti al Signore Gesù con la preghiera, per imparare ad affidare tutto a Dio, e così non soccombere alla tentazione dello scoraggiamento o della disperazione. Vorrei anche dire, con rispetto e affetto, a quanti non sono cristiani: non dimenticate mai, nello sguardo rivolto sugli altri e su voi stessi, che «l’uomo sorpassa infinitamente l’uomo» (Blaise Pascal, Pensieri, frammento 122). E vi incoraggio tutti a lavorare per il bene, per diventare umilmente seme di un mondo nuovo.
Con questa speranza, affidando ciascuno di voi al Signore affinché possiate coltivare la cultura dell’incontro e della condivisione in seno all’unica famiglia umana, invoco di cuore la benedizione del Signore su di voi, sulle persone che vi accompagnano, come pure sulle vostre famiglie e sull’Istituzione dei Chartreux. Merci beaucoup!
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