“Cristiani e Indù: oltre la tolleranza”. Questo il titolo del messaggio 2017 del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso alla comunità induista in occasione del festival del Deepavali (detto anche Diwali), che quest’anno verrà celebrato giovedì 19 ottobre.
Il testo, che porta le firme del cardinale Jean-Louis Tauran e di mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ, rispettivamente il presidente e il segretario dell’organismo vaticano, è stato diffuso oggi, lunedì 16 ottobre 2017.
“Dobbiamo”, così si legge nel messaggio, “accogliere la sfida di andare oltre i confini della ‘tolleranza’ e mostrare rispetto a individui e comunità, perché ognuno merita e desidera di essere valutato secondo la sua innata dignità”.
Infatti, “la tolleranza comporta certamente apertura e pazienza con gli altri, riconoscendo la loro presenza in mezzo a noi”, prosegue il testo, ma se vogliamo “operare per una pace duratura e una vera armonia”, essa non basta.
“Servono pure un vero rispetto e attenzione alla diversità delle culture e delle usanze delle nostre comunità, che contribuiscono a loro volta alla salute e all’unità della società nel suo insieme. Considerare come una minaccia all’unità il pluralismo e la diversità conduce tragicamente all’intolleranza e alla violenza”, scrivono i firmatari.
Il documento va letto sullo sfondo dell’avanzata dei fondamentalismi religiosi, anche tra gli stessi indù e persino tra i buddisti, in Paesi come India e Birmania.
Le celebrazioni della festa di Deepavali o Diwali, che significa “fila di luci” e simboleggia la vittoria del bene sul male e della luce sulle tenebre, vanno avanti per quattro giorni e segnano l’inizio del nuovo anno. (pdm)
Riportiamo di seguito il testo completo del messaggio.
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Cristiani e Indù: oltre la tolleranza
Cari amici indù,
Da parte del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso siamo lieti d’inviarvi i nostri cordiali saluti per la festività di Deepavali, che celebrerete il prossimo 19 ottobre, auspicando che questa celebrazione delle luci illumini le vostre menti e la vostra vita, rallegri i vostri cuori e le vostre case, rafforzando famiglie e comunità!
Ci rendiamo conto che nel mondo accadono cose meravigliose, di cui siamo grati. Siamo pure consapevoli, però, delle difficoltà che incontrano le nostre comunità, che generano in noi profonda preoccupazione. L’impennata dell’intolleranza, che è causa di violenza in tante parti del mondo, è una di siffatte sfide che dobbiamo affrontare oggi. In questa circostanza, perciò, vogliamo riflettere su come cristiani e induisti possono insieme far crescere il rispetto reciproco tra le persone – andando oltre la tolleranza -, per preparare un’era più pacifica ed armoniosa per ogni società.
La tolleranza comporta certamente apertura e pazienza con gli altri, riconoscendo la loro presenza in mezzo a noi. Però, se dobbiamo operare per una pace duratura e una vera armonia, non basta la tolleranza. Servono pure un vero rispetto e attenzione alla diversità delle culture e delle usanze delle nostre comunità, che contribuiscono a loro volta alla salute e all’unità della società nel suo insieme. Considerare come una minaccia all’unità il pluralismo e la diversità conduce tragicamente all’intolleranza e alla violenza.
Il rispetto per gli altri è un antidoto importante all’ “intolleranza”, perché manifesta verso la persona e la sua innata “dignità” un autentico apprezzamento. Alla luce della nostra responsabilità verso la società, per far crescere questo rispetto, si deve dimostrare stima per le diverse usanze e pratiche sociali, culturali e religiose, nonché per il riconoscimento dei diritti inalienabili come il diritto alla vita o a professare e praticare la religione di propria scelta.
La via che devono percorrere le diverse comunità è dunque segnata dal rispetto. Mentre la tolleranza protegge semplicemente l’altro, il rispetto va oltre: favorisce la coesistenza pacifica e l’armonia per tutti. Il rispetto crea spazio per ogni persona e nutre in noi la sensazione di stare a proprio agio con gli altri. Invece di dividere e isolare, il rispetto ci consente di vedere le nostre differenze come un segno della diversità e ricchezza dell’unica famiglia umana. In questo modo, come ha evidenziato Papa Francesco, “La diversità non sarà più vista come una minaccia, ma come fonte di arricchimento” (Discorso all’aeroporto Internazionale di Colombo, 13 gennaio 2015). In un’altra occasione, il Papa ha esortato i responsabili religiosi e i credenti ad avere “il coraggio di accettare le differenze, perché chi è differente da me, culturalmente o religiosamente, non va visto e trattato come un nemico, ma accolto come un compagno di strada, nella genuina convinzione che il bene di ciascuno risiede nel bene di tutti” (Ai partecipanti alla Conferenza Internazionale di Pace, Al-Azhar Conference Centre, Cairo, Egitto, 28 aprile 2017).
Dobbiamo quindi accogliere la sfida di andare oltre i confini della “tolleranza” e mostrare rispetto a individui e comunità, perché ognuno merita e desidera di essere valutato secondo la sua innata dignità. Ciò esige la costruzione di una vera cultura del rispetto, capace di promuovere la risoluzione dei conflitti, la costruzione della pace e la vita armoniosa.
Radicati nelle nostre tradizioni spirituali e uniti nella preoccupazione condivisa per l’unità e il benessere di tutti, possiamo noi, cristiani e induisti, insieme con altri credenti e persone di buona volontà, incoraggiare, nelle nostre famiglie e comunità, e per mezzo degli insegnamenti religiosi e dei mezzi di comunicazione, il rispetto per ogni persona, specialmente per quelli di culture e credenze diverse dalle nostre, che stanno in mezzo a noi. E’ in questo modo che andremo oltre la tolleranza per costruire una società armoniosa e pacifica, in cui tutti sono rispettati e incoraggiati per cooperare all’unità della famiglia umana con il loro contributo unico.
Vi auguriamo nuovamente una gioiosa celebrazione di Deepavali!
Jean-Louis Cardinale Tauran
Presidente
S.E. Mons Miguel Ángel Ayuso Guixot, MCCJ
Segretario
[01548-IT.01] [Testo originale: Inglese]