Canonizzazione, Fatima, 13 maggio 2017 - Foto© Copyright Servizio Fotografico L' Osservatore Romano

“Fatima è sempre nuova”

Omelia nel Pellegrinaggio Anniversario al Santuario di Fatima, 13 ottobre 2017 | Chiusura del Centenario di Fatima — Testo integrale

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Riprendiamo di seguito il testo integrale dell’omelia pronunciata venerdì 13 ottobre 2017 da mons. António Marto, vescovo della diocesi di Leiria-Fatima, nella Messa di chiusura delle celebrazioni del centenario delle apparizioni mariane.
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“Fatima è sempre nuova per chi ripercorre la salita alla Serra de Aire e cerca di penetrare, sempre più profondamente, nei misteri del Messaggio di Nostra Signora, “Colei tutta vestita di bianco”, nelle Apparizioni del 1917 ai tre pastorelli, che furono oggetto e portavoce della sua materna benevolenza.”, affermò S. Giovanni Paolo II. Con quale emozione ascoltiamo oggi queste parole durante la chiusura del centenario delle Apparizioni! Per questo, è per me particolarmente emozionante presiedere a questa celebrazione eucaristica. Con il cuore pieno di allegria e di emozione desidero fin d’ora salutare tutti i pellegrini presenti; in particolar modo i cari bambini e bambine cui rivolgo un saluto affettuoso e amichevole e una speciale benedizione a nome della Madonna.
Qui ritorniamo come ogni pellegrino di Fatima, “con il rosario in mano, il nome di Maria sulle labbra e il cantico della misericordia di Dio nel cuore”. Tale cantico è il Magnificat, la cui bellezza venne espressa molto bene da Sofia de Mello Breyner: “Penso molte volte che il Magnificat sia forse il più bel poema che esiste. È un poema che annuncia, che non canta soltanto la terra come Omero. Tra due mondi, al crocevia della storia, una donna si alza e recita il poema della salvezza”. Avremmo potuto scegliere un cantico migliore per questo momento? Con esso, intimamente uniti a Maria, vogliamo proclamare e ringraziare le piccole e grandi meraviglie della grazia che Dio ha realizzato attraverso il suo messaggio a favore dell’umanità, della Chiesa e di milioni di pellegrini nel corso di questi cento anni.
“La mia anima fa grande il Signore…”: Fatima, riflesso della luce e della Bellezza di Dio 
Nelle apparizioni del 13 maggio e giugno, la Madonna ha offerto ai tre veggenti una straordinaria esperienza mistica dell’intimità di Dio e del suo amore. La luce che irradiava dalle sue mani materne li ha avvolti nell’oceano immenso della luce di Dio, della bellezza dell’amore di Dio, della sua intimità e santità. Rimasero davvero estasiati da Dio e se ne innamorarono. Esclamò infatti Francesco: “Mi è piaciuto molto vedere l’angelo; ma mi è piaciuto ancora di più vedere la Madonna. Ma la cosa che mi è piaciuta di più è stata di vedere nostro Signore in quella luce che la Madonna ci ha messo nel petto. Io voglio tanto bene a Dio!!… Com’è Dio! Non si può dire[non possiamo dirlo]!”.
Nell’epoca attuale, in cui stiamo vivendo una certa indifferenza religiosa, una sorta di eclisse culturale di Dio, Maria ci invita oggi a scoprire il piacere e l’incanto di Dio e della sua bellezza, a proclamare che Dio è grande. Lei sa che se Dio è grande anche noi siamo grandi. La nostra vita non è oppressa, ma alta e piena: diventa grande nella bellezza e grandezza dell’Amore che salva. È perché Dio è grande anche l’essere umano è grande, in tutta la sua dignità.
È questa la prima conversione richiesta dal messaggio di Fatima: aprire il cuore a DioAmore e affidarci a Lui con la preghiera dei Pastorelli: “Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo”. È questa la grande priorità per il futuro della fede cristiana: rendere Dio presente, vicino e intimo al cuore umano, Dio amico degli uomini, fonte di umanizzazione, di fiducia nella bontà e nella bellezza della vita.
“La sua misericordia si estende di generazione in generazione”: Fatima, annuncio di Misericordia
Nel poema del Magnificat, Maria proclama la misericordia di Dio che si estende di generazione in generazione. Nelle Apparizioni a Fatima fece riecheggiare questo messaggio per l’umanità, minacciata di affondare nell’inferno di due guerre mondiali, con i genocidi di milioni di innocenti, e anche per la Chiesa ferocemente perseguitata e a rischio di essere annichilata da regimi totalitari. “È il dolore di mamma che l’obbliga a parlare; è in palio la sorte dei suoi figli” disse qui papa San Giovanni Paolo II.
La pagina dell’Apocalisse, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, illumina questo aspetto del messaggio. Pone davanti a noi il dramma della storia, nella figura simbolica della lotta tra il drago sanguinario e la donna fragile e indifesa.
Il drago è l’impressionante e inquietante rappresentazione di tutti i poteri del male e della violenza nel mondo. Sembra invincibile! Ma la figura della “donna vestita di sole e incoronata da dodici stelle”, simbolo della Chiesa e di Maria, ci dice che tali poteri non sono invincibili. Perché la misericordia di Dio è più potente della forza del male. Dio non vuole lasciare il mondo abbandonato, sommerso dalla tristezza e nel lutto dell’abbattimento e della solitudine.
Con il simbolo del suo Cuore Immacolato, coronato di spine, la madre celeste mostra che sente il dolore dei figli e viene in loro aiuto con il conforto della misericordia divina. Allo stesso tempo, questo messaggio è accompagnato dall’appello alla conversione e alla riparazione. La Madonna viene a prendere i suoi collaboratori nei disegni di misericordia affinché non si rassegnino alla fatalità del male. Anche oggi ci domanda, come fece ai Pastorelli: “Volete offrirvi a Dio” per essere suoi collaboratori nella riparazione del peccato del mondo? Non si può restare indifferenti al male, né tentare di eluderlo guardando dall’altra parte. Bisogna riparare quello che esso rovina, ricostruire ciò che esso distrugge nei cuori e nei rapporti con Dio, con gli altri e tra i popoli. Con lo scrittore Vitorino Nemésio possiamo affermare: “Con Fatima entrò un certo segnale di eternità negli adeguamenti della storia”.
Come succede ogni qualvolta siamo chiamati e avvertiti dalla madre, anche a Fatima ci sentiamo interpellati in modo serio e vigoroso dalla migliore di tutte le madri ad accogliere i suoi avvertimenti e a rispondere alle sue richieste. Papa Francesco lo ha ripetuto qui due volte: “Abbiamo una Madre”! Io oso aggiungere: sì, abbiamo una madre di tenerezza e di misericordia, solerte e paladina dei poveri, dei sofferenti, degli umili e degli umiliati, di chi è solo, degli abbandonati e degli emarginati dalla cultura dell’indifferenza.
Fatima, messaggio di pace
Fatima ci affida un messaggio profetico di speranza e non un segreto intimidatorio di paura; una parola di benedizione e non di maledizione; una promessa consolatrice di pace e non di distruzione: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà… e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ossia, “alla fine, il Signore è più forte del male, e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia” (Benedetto XVI). La pace è un tema centrale del messaggio. Nel chiedere che si reciti il rosario per la pace tutti i giorni, la Madonna vuole raggiungere attraverso la preghiera una mobilitazione generale che conduca a un impegno attivo per la pace.
Desidero terminare con l’accorato appello di Papa Paolo VI, in questo stesso luogo cinquant’anni fa, rivolto agli uomini di tutto il mondo. Un appello così attuale ai tempi odierni in cui persistono le tensioni tra le grandi potenze e proseguono i conflitti che fanno pensare a una “terza guerra mondiale a puntate”, impera il terrorismo e la minaccia nucleare è così viva come allora. Ascoltiamo le parole di Paolo VI:
“Uomini, Noi diciamo in questo singolare momento, uomini, procurate d’essere degni del dono divino della pace. Uomini, siate uomini. Uomini, siate buoni, siate saggi, siate aperti alla considerazione del bene totale del mondo. Uomini, siate magnanimi. (…) Uomini, non pensate a progetti di distruzione e di morte, di rivoluzione e di sopraffazione; pensate a progetti di comune conforto e di solidale collaborazione. Uomini, pensate alla gravità e alla grandezza di quest’ora, che può essere decisiva per la storia della presente e della futura generazione; e ricominciate ad avvicinarvi gli uni agli altri con pensieri di costruire un mondo nuovo; sì, il mondo degli uomini veri, il quale non potrà mai essere tale senza il sole di Dio sul suo orizzonte.
(…) Vedete come il quadro del mondo e dei suoi destini qui si presenta immenso e drammatico. È il quadro che la Madonna ci apre davanti, il quadro che contempliamo con occhi esterrefatti, ma sempre fidenti; il quadro al quale ci appresseremo sempre – e ne facciamo promessa – seguendo il monito che la Madonna stessa ci ha dato; quello della preghiera e della penitenza; e voglia perciò Iddio che questo quadro del mondo non abbia mai più a registrare lotte, tragedie e catastrofi; ma le conquiste dell’amore e le vittorie della pace”.
Cari fratelli e sorelle: da Fatima irradiano verso tutto il mondo gli splendori della divina Grazia e Misericordia e gli avvertimenti profetici della Madre di Dio e degli uomini. “Lasciamoci guidare dalla luce che viene da Fatima. Il Cuore Immacolato di Maria sia sempre il nostro rifugio, la nostra consolazione e la via che ci conduce a Cristo” (Papa Francesco). E da bravi figli diciamo: cara mamma, dacci la tua benedizione!

† António Marto, Vescovo di Leiria-Fatima

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ZENIT Staff

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