Santa Marta, 22 giugno 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Santa Marta: nella misericordia si manifesta l’onnipotenza di Dio

Per capire la misericordia “ci vuole tanta preghiera”, perché è “una grazia”

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L’onnipotenza di Dio “si manifesta soprattutto nella sua misericordia”. Lo ha dichiarato papa Francesco martedì 10 ottobre 2017 nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta, sottolineando che per capire la misericordia divina “ci vuole tanta preghiera”.
Soffermandosi sulla Prima lettura, tratta dal Libro di Giona (3, 1-10), il Pontefice ha definito il profeta un “testardo che vuole insegnare a Dio come si devono fare le cose”, anzi “più di testardo era un rigido”, “malato di rigidità”, con “l’anima inamidata”.
“I testardi di anima, i rigidi, non capiscono cosa sia la misericordia di Dio”, ha spiegato il Papa, le cui parole sono state riferite dal programma italiano della Radio Vaticana, perché “non sanno allargare il cuore come il Signore”. “Sono — così ha detto — pusillanimi, con il piccolo cuore chiuso.”
“Attaccati alla nuda giustizia”, dimenticano che “la giustizia di Dio si è fatta carne nel suo Figlio, si è fatta misericordia, si è fatta perdono”, che “il cuore di Dio è sempre aperto al perdono”.
Per noi abituati “a quella giustizia ‘hai fatto, paghi’”, “non è facile capire la misericordia di Dio”, ha ammesso Francesco. “Ci vuole — così ha dichiarato — tanta preghiera per capirla perché è una grazia.”
Mentre ha descritto il Libro di Giona come  “un dialogo fra la profezia, la penitenza, la misericordia e la pusillanimità o la testardaggine”, il Papa ha sottolineato che la misericordia di Dio vince “sempre”, poiché  “la sua onnipotenza” “si manifesta proprio nella misericordia”. Il nostro Dio, così ha suggerito, è infatti “il Dio della pazienza, è il Dio che sa accarezzare, che sa allargare i cuori”.
Alla fine della sua meditazione, il Pontefice ha invitato tutti a leggere il Libro di Giona — “è piccolissimo, sono tre pagine” –, per “guardare come agisce il Signore, com’è la misericordia del Signore, come il Signore trasforma i nostri cuori” e per ringraziarLo, perché “è tanto misericordioso”. (pdm)

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ZENIT Staff

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