Oceano / Pixabay CC0 - Pexels, Public Domain

Papa: proteggere gli oceani e rispettare la dignità umana

Lettera alla IV Conferenza “Il nostro oceano”

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“Gli oceani sono l’eredità comune della famiglia umana” e “solo con un profondo senso di umiltà, meraviglia e gratitudine possiamo a buon diritto parlare dell’oceano come ‘nostro’.” Lo si legge nella lettera firmata a nome di papa Francesco dal segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, e inviata ai partecipanti alla quarta Conferenza di alto livello “Il nostro oceano. Un oceano per la vita”, che si conclude oggi, venerdì 6 ottobre 2017, a Malta.
Perciò occorre respingere modi di agire “cinici o indifferenti”, così avverte il testo, come ignorare “l’inquinamento oceanico provocato, ad esempio, dalla plastica e dalla micro-plastica che entrano nella catena alimentare causando gravi conseguenze alla salute della vita marina e dell’uomo”. La lettera lamenta anche la perdita delle barriere coralline, “luoghi essenziali per la sopravvivenza della biodiversità marina e della salute degli oceani”, che si stanno trasformando in un “cimitero subacqueo, privo di colore e vita”.
Mentre “gli oceani ci uniscono e ci invitano a collaborare”, poiché “tutto è interconnesso”, “per troppo tempo non sono stati presi in considerazione i pesanti effetti sugli ecosistemi marini e costieri dello sfruttamento spesso non regolamentato di certe risorse oceaniche”, scrive il cardinale segretario di Stato. “È ora di lavorare con maggiore responsabilità per salvaguardare i nostri oceani, la nostra Casa comune e i nostri fratelli e sorelle, oggi e in futuro”, così prosegue la lettera, che citando l’inizio del Libro della Genesi — “lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” (1,2) — ricorda inoltre che per molte religioni gli oceani hanno una “particolare importanza”.
“Gli oceani ci ricordano la necessità di educare per l’alleanza tra l’umanità e l’ambiente”, così continua la lettera, la quale esorta ad “educare i giovani a prendersi cura degli oceani” e alla contemplazione della loro “vastità e grandezza”. “Perché la contemplazione della creazione ci può insegnare preziose lezioni e essere una fonte infinita di ispirazione”, così conclude il testo.
Come scrive Parolin all’inizio della missiva, il Papa ha colto l’occasione anche per richiamare l’attenzione su alcune “questioni pressanti”, che riguardano direttamente il benessere di innumerevoli uomini e donne, tra cui “il traffico di esseri umani, la schiavitù e le condizioni di lavoro disumane associate all’industria peschereccia e al settore mercantile, lo standard di vita e le opportunità di sviluppo delle comunità costiere e delle famiglie che vivono della pesca, e la situazione delle isole minacciate dall’innalzamento dei livelli del mare”.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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