Papa, Bologna, Hub Regionale, 1° ottobre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa ai migranti: “ho guardato i vostri occhi”

Incontro all’Hub Regionale di Bologna

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“Vengo in mezzo a voi perché voglio portare nei miei i vostri occhi – io ho guardato i vostri occhi –, nel mio il vostro cuore. Voglio portare con me i vostri volti che chiedono di essere ricordati, aiutati, direi ‘adottati’.” Lo ha detto papa Francesco visitando questa mattina, domenica 1° ottobre 2017, l’Hub Regionale  di Bologna.
Durante la sosta presso la struttura di Via Enrico Mattei — la terza tappa dell’intenso viaggio pastorale nelle diocesi di Cesena-Sarsina e Bologna –, il Pontefice ottantenne ha chiamato l’Hub “il ‘porto’ di approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare”.
“Molti non vi conoscono e hanno paura”, ha constatato Francesco. “Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene”, ha proseguito.
“Se guardiamo il prossimo senza misericordia, non ci rendiamo conto della sua sofferenza, dei suoi problemi”, ha avvertito il Pontefice, che ha aggiunto: “e se guardiamo il prossimo senza misericordia, rischiamo che anche Dio ci guardi senza misericordia”.
“In voi vedo, come in ogni forestiero che bussa alla nostra porta, Gesù Cristo, che si identifica con lo straniero, di ogni epoca e condizione, accolto o rifiutato”, ha continuato il Santo Padre, riferendosi al Vangelo di Matteo (25,35.43).
Perciò il Papa ritiene “necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per i rifugiati in situazioni più difficili”, perché “l’integrazione inizia con la conoscenza”. Infatti, così ha spiegato, “il contatto con l’altro porta a scoprire il “segreto” che ognuno porta con sé e anche il dono che rappresenta”.
“Ognuno di voi ha la propria storia”, e questa “è qualcosa di sacro”, cioè “dobbiamo rispettarla, accettarla, accoglierla e aiutare ad andare avanti”, ha proseguito Francesco.
“Sapete cosa siete voi? Siete dei ‘lottatori di speranza’! Qualcuno non è arrivato perché è stato inghiottito dal deserto o dal mare”, ha esclamato Jorge Bergoglio, che dopo un momento di preghiera in silenzio ha aggiunto: “Nel mio cuore voglio portare la vostra paura, le difficoltà, i rischi, l’incertezza”, perché “portarvi negli occhi e nel cuore ci aiuterà a lavorare di più per una città accogliente e capace di generare opportunità per tutti”.
“La Chiesa è una madre che non fa distinzione e che ama ogni uomo come figlio di Dio, sua immagine”, ha continuato il Pontefice, ricordando che “Bologna è una città da sempre nota per l’accoglienza” ma è stata anche “la prima città in Europa, 760 anni or sono, a liberare i servi dalla schiavitù”. “Erano esattamente 5855”, ha specificato il Papa.
“Non ebbero timore di accogliere quelle che allora erano considerate ‘non persone’ e riconoscerle come esseri umani”, ha affermato Francesco.
“Scrissero in un libro i nomi di ognuno di loro! Come vorrei che anche i vostri nomi fossero scritti e ricordati per trovare assieme, come avvenne allora, un futuro comune”, così ha concluso il suo discorso molto sentito.
Cliccare qui per leggere il testo integrale del discorso.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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