Una “corsia preferenziale” aperta per l’ingresso di profughi cristiani negli Stati Uniti è stata evocata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha disposto intanto una serie di restrizioni per gli immigrati che provengono da alcuni Paesi a maggioranza islamica: permessi sospesi per sei mesi nei confronti di chi vive in Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen.
Questa misura viene definita “una trappola per i cristiani del Medio Oriente” dal patriarca caldeo Louis Raphael I Sako, Primate della Chiesa cattolica orientale a cui appartiene la stragrande maggioranza dei cristiani iracheni. “Ogni politica di accoglienza che discrimina i perseguitati e i sofferenti su base religiosa – spiega il Patriarca Louis Raphael, come riferisce l’agenzia Fides – finisce per nuocere ai cristiani d’Oriente, perché tra le altre cose fornisce argomenti a tutte le propagande e ai pregiudizi che attaccano le comunità cristiane autoctone del Medio Oriente come ‘corpi estranei’, gruppi sostenuti e difesi dalle potenze occidentali”.
Secondo il Primate della Chiesa caldea “queste scelte discriminanti creano e alimentano tensioni con i nostri concittadini musulmani. I sofferenti che chiedono aiuto non hanno bisogno di essere divisi in base a etichette religiose. E noi non vogliamo privilegi. Ce lo insegna il Vangelo, e ce lo ha mostrato anche Papa Francesco, che ha accolto a Roma rifugiati fuggiti dal Medio Oriente sia cristiani che musulmani, senza fare distinzioni”.
Foto: Aiuto alla Chiesa che Soffre
Usa. Sako: "Corsia preferenziale per profughi cristiani? Una trappola"
Il Primate della Chiesa caldea ritiene che la misura evocata da Trump alimenta il pregiudizio verso le comunità cristiane mediorientali, considerate “corpi estranei”