Lettura
Gesù usa un linguaggio semplice per farsi capire: parla di seme ai contadini, di rete ai pescatori, di pulizie alle donne di casa. Il suo messaggio è accessibile a tutti: gli sta a cuore che ogni uomo sia in grado, se lo desidera, di accogliere l’annuncio della fede. La prima riflessione di Gesù è la parabola del seme che cresce senza l’aiuto dell’agricoltore. Gesù mette in rilievo l’assenza di ogni preoccupazione fino al momento della mietitura. Allora, l’agricoltore mette mano alla falce, perché la messe è matura. La seconda evidenzia la capacità di crescita del regno di Dio: esso è come un granellino di senape che, crescendo, si trasforma in albero. I due esempi descrivono la crescita misteriosa e straordinaria della comunità cristiana, fecondata dal seme e la Parola di Cristo, che accoglie tutti i popoli nella comunità di Gesù.
Meditazione
Ogni progetto di vita, per essere realizzato, ha bisogno della nostra volontà e del nostro impegno. Ma c’è il pericolo di credere che sia la nostra volontà a farci riuscire in tutto. Questo, nella vita spirituale, è falso. Facciamo come un agricoltore che volesse far crescere le piante tirandole verso l’alto. Il Signore ci insegna che noi dobbiamo accogliere con fiducia il seme, cioè la Parola di Dio. Il seme è una piccolissima cosa, ma contiene misteriosamente la vita, una potenza vitale straordinaria, che non dipende da noi. Bisogna lasciarlo tranquillo, perché cresce spontaneamente. Chi lo ha seminato può dormire o vegliare, la crescita non dipende da lui. Deve aspettare con fiducia e vedere “prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga”. La nostra crescita spirituale, e quella della Chiesa, avviene nell’umiltà e nella fede, credendo alla forza intrinseca della Parola e dell’azione di Dio. La nostra vita cristiana è un mistero: è Dio che opera in noi. È Dio il pilota della nostra macchina, il timoniere della nostra navicella; egli è l’agricoltore che governa tutto il ciclo della nostra vita. La Parola è la semente che Dio pone nella nostra vita, la rende feconda e l’arricchisce di frutti. Questo vale per i singoli cristiani, ma anche per la Chiesa intera. Non è nella forza economica, né nei numeri che si manifesta l’efficacia della presenza di Dio, ma nella sincerità del cuore e nella verità dei gesti. La parola divina della predicazione, va accolta non quale parola di uomini, ma, come veramente è, quale Parola di Dio, che opera in noi ciò che crediamo (cfr. 1Tes 2,13).
Preghiera:
Nella tua parola, o Padre, manifesti la forza che ci salva; fa’ che essa risuoni in tutte le lingue e in tutte le culture, e sia accolta da ogni uomo come offerta di salvezza (Messale Romano, Colletta alternativa IX domenica C).
Agire:
Quando ascoltiamo la Parola annunciata o leggiamo le Scritture, teniamo presente che quello è il momento in cui Dio getta il seme di vita nei solchi delle nostre vite e del nostro tempo.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo emerito di Foggia – Bovino, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Nel piccolo seme c’è la vita
Meditazione della Parola di Dio di venerdì 27 Gennaio 2017 – III Settimana del Tempo ordinario, Feria