Decine di migliaia di americani hanno preso parte anche stavolta alla Marcia per la Vita di Washington. L’evento, giunto alla 44esima edizione, ha avuto tuttavia in questa occasione un sapore particolare, molto più dolce rispetto a quello degli ultimi otto anni e più incoraggiante anche rispetto ai 43 anni precedenti.
A sfilare insieme ai pro-life d’Oltreoceano c’era infatti Mike Pence. Composto come suo solito, il vice-presidente statunitense ha parlato dal palco, dove ha potuto confermare l’adesione di Donald Trump alla Marcia. Dopo che nel 1988 Ronald Reagan mandò un messaggio video e che nel 2008 George W. Bush fece un saluto telefonico, questa è stata la prima volta che una carica istituzionale così alta si è mischiata tra la folla.
“La vita sta vincendo in America!”, ha scandito Pence riscaldando gli animi della folla sferzata da un forte vento. Il vice-presidente ha poi rivolto ai partecipanti ciò che sembra un appello a conformarsi a quella che il Papa chiama rivoluzione della tenerezza. “Lasciate che questo movimento – ha detto – sia conosciuto per l’amore, non per la rabbia. Lasciate che questo movimento sia conosciuto per la compassione e non per lo scontro. Quando si tratta di questioni di cuore, non c’è nulla di più forte della dolcezza”.
Pence non ha mancato di evocare la questione della nomina del giudice della Corte Suprema nel posto che è vacante da quando quasi un anno fa è morto Antonin Scalia, cattolico e fiero difensore della vita e della famiglia. La nuova amministrazione ha rifiutato di confermare Merrick Garland, nominato da Barack Obama. Pence ha detto alla folla che la prossima settimana la scelta cadrà su un giudice che “difende la libertà che Dio ha sancito nella nostra Costituzione nella tradizione di Antonin Scalia”.
È la testimonianza del cambio d’indirizzo intrapreso dalla Casa Bianca in tema di difesa della vita nascente. Non è un caso che, come ha sottolineato Pence quest’oggi, tra i primi tre ordini esecutivi firmati dal neo-presidente appena insidiatosi ci sia l’annullamento dei finanziamenti alle organizzazioni non governative che praticano o promuovono aborti in 180 Paesi del mondo. Più complesso, invece, raggiungere l’altro obiettivo dell’amministrazione Trump in tema di aborto: per togliere i fondi alle organizzazioni che praticano interruzioni di gravidanza dentro i confini nazionali serve infatti il consenso parlamentare.
Pence assicura che verrà impiegata ogni energia per onorare anche quest’altro impegno. La svolta pro-life affonda le sue radici nella campagna elettorale per le presidenziali. La nomina di Pence da parte del magnate newyorkese fu vista come fumo negli occhi dagli attivisti lgbt e dai sostenitori dell’industria abortista Planned Parenthood, i quali lo hanno definito “il legislatore più estremista del 21esimo secolo”.
Politico di lungo corso, quando era Governatore dell’Indiana, nel 2015, ha promosso una legge sulla libertà religiosa che permetteva ai proprietari di attività commerciali di rifiutare di prestare servizi per i matrimoni omosessuali, fin quando non è intervenuto un emendamento contro questa obiezione di coscienza. Nello stesso anno ha approvato una legge più restrittiva sull’aborto, bloccata poi da una sentenza del Tribunale perché “violava i diritti costituzionali delle donne”.
A proposito di donne, nei giorni scorsi molte appartenenti al gentil sesso hanno inscenato in varie città occidentali proteste contro Trump presidente degli Stati Uniti. Dietro quelle manifestazioni, gli ingenti finanziamenti del magnate e noto speculatore finanziario George Soros.
Trump non è impensierito dalla potenza economica dei suoi nemici, stando a quanto ha detto Pence durante la Marcia: “Posso dire in prima persona: il nostro presidente ha le spalle larghe e un gran cuore. La sua visione, la sua energia, il suo ottimismo sono infiniti, so che farà grande l’America di nuovo”.
March for life Washington - flickr
L'America in marcia per la vita, con lo storico sostegno di Trump…
Alla 44esima manifestazione contro l’aborto ha partecipato anche il vice-presidente Mike Pence, che ha esclamato dal palco: “La vita sta vincendo in America!”