Tutta la storia della salvezza è una storia di “eccomi” davanti al Signore. Lo ha detto stamattina papa Francesco, durante l’omelia alla Casa Santa Marta, ricordando che fare la volontà di Dio, implica anche essere “veri” e discutere, perfino “arrabbiarsi” con Lui.
La prima lettura odierna (Eb 10,1-10) dice: “Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato. Ecco, io vengo a fare la Tua volontà”. Con questa parola, ha spiegato il Santo Padre, Gesù chiude una storia di “eccomi” che si intreccia con la “storia della salvezza”.
Tanti personaggi, da Adamo a Mosè, passando per Abramo, hanno pronunciato il loro “eccomi”, il loro “sono disposto”. Si arriva poi al grande “eccomi” di Maria, che precede quello definitivo, di suo figlio Gesù. Questi “eccomi” non sono “automatici”, perché “il Signore dialoga con quelli che invita”, ha sottolineato il Pontefice.
Nelle sue chiamate, il Signore mostra “tanta pazienza”, come avviene con Giobbe che “non capisce” e, alla fine, viene corretto e ammette: “Ah, Signore, Tu hai ragione: io soltanto ti conoscevo per sentito dire; adesso i miei occhi ti hanno visto”. E tutta la vita cristiana è un continuo “eccomi”, “uno dietro l’altro”, per “fare la volontà del Signore”.
Il Papa ha quindi esortato ogni fedele a riflettere sul proprio personale eccomi: “Vado a nascondermi, come Adamo, per non rispondere? O, quando il Signore mi chiama, invece di dire ‘eccomi’ o ‘cosa vuoi da me?’, fuggo, come Giona che non voleva fare quello che il Signore gli chiedeva?”. E ha citato la controtestimonianza dei dottori della legge che facevano “finta di fare la volontà del Signore” e che, per questo, “Gesù condanna duramente”. Si può anche finire per “guardare da un’altra parte”, come fanno “il levita e il sacerdote davanti a quel pover’uomo ferito, picchiato dai briganti, lasciato mezzo morto”, prima del passaggio del Buon Samaritano.
Questa disponibilità con Dio non esclude però la possibilità di “discutere” con Lui, che il Signore, peraltro, apprezza. “A Lui piace, quando tu ti arrabbi e gli dici in faccia quello che senti, perché è Padre!”: anche questa è “preghiera”, anche questo è un “eccomi”, ha commentato Francesco.
“Arrabbiarsi con il Signore”, ha rimarcato, è un atteggiamento ben più costruttivo del nascondersi, fuggire, fingere o guardare da un’altra parte. Ed ognuno di noi può rispondere: “come è il mio ‘Eccomi’ al Signore, per fare la Sua volontà sulla mia vita”.
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Santa Marta: “Con il Signore meglio arrabbiarsi che fingere o guardare da un’altra parte!”
Durante l’omelia a Santa Marta, papa Francesco medita su un Dio con cui si può “discutere”, perché è “Padre”