“Pietro, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”.
Una serva, fissandolo, disse: “Anche questo era con lui”. Ma Pietro negò, dicendo: “Donna, non lo conosco!”. Poco dopo un altro lo vide e disse: “Anche tu sei di loro!”. Ma Pietro rispose: “No, non lo sono!”. Passata circa un’ora, un altro insisteva: “In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo”. Ma Pietro disse: “O uomo, non so quello che dici”.
E in quell’ istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.
Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro”. Pietro incrociò gli occhi di Gesù e lo vide trascinato via verso la condanna…e il “gallo cantò” non le assurdità dell’uomo, ma l’assurdità dell’Amore.
Alfio mi confida: “Avevo un ottimo rapporto con Gesù. Lo lodavo, lo ringraziavo… Gli parlavo, ma distoglievo lo sguardo quando sentivo che mi stava guardando. E sapevo perché. Avevo paura. Pensavo che avrei trovato nei suoi occhi l’accusa di una qualche mia colpa. Temevo una richiesta nei suoi occhi: qualcosa che lui voleva da me, e che io non volevo dargli.
Ma un giorno, finalmente, mi feci coraggio e guardai, fissai quegli occhi e mi lasciai fissare. Nessuna accusa. Nessuna richiesta. Gli occhi dicevano solo: “Ti amo”. Guardai a lungo in quegli occhi. Li scrutai. Ma il messaggio era sempre e solo: “Ti amo”.
Ed io uscii fuori di me e, come Pietro, piansi perché l’Amore cantò. Allora non piansi la mia aberrazione… ma la gioiosa libertà di poter sempre dire di sì all’assurdità dell’Amore”.
Ciao da p. Andrea
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Il gallo cantò
Anche quando Pietro ha tradito Gesù, l’amore ha trionfato