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Clownterapia: la miglior medicina è il sorriso

La testimonianza di una laureanda in medicina: “La malattia puoi anche non guarirla ma se curi un paziente il risultato c’è sempre”

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In un anno di attività, la Clowntherapy Axada di Catania ha riportato un boom di richieste per l’attività di clown-dottore, ad allietare i reparti pediatrico e pediatrico-oncologico degli ospedali Vittorio Emanuele e Policlinico.
Un nobile servizio di volontariato, che ha visto nascere al suo interno anche un gruppo di coordinamento dove i responsabili sono tutti medici e laureandi in medicina, che credono fermamente che il futuro della medicina stessa debba passare per il sorriso, stando accanto a chi soffre in maniera leggera e giocosa e suscitando l’ilarità, anche quando la malattia ruba ogni speranza.
Melissa Gullotta, 27 anni, laureanda in medicina, da quattro anni frequenta l’Axada, ora ne è responsabile ed ha fondato il gruppo Clown Medici. “Ho iniziato diversi anni fa – racconta – mi sono impegnata nel volontariato, per realizzare il mio desiderio di aiutare i piccoli pazienti con il sorriso. Il mio sogno è diventare pediatra, credo che la medicina tradizionale coadiuvata dalla terapia del sorriso possa portare a risultati davvero notevoli.
Anche per i genitori che si trovano in ospedale per giorni e per anni – aggiunge la laureanda – la nostra presenza è di aiuto: così possono anche svagarsi o farsi una doccia, perché i piccoli hanno qualcuno che li fa sorridere”.
Melissa ha scelto di fare clowntherapy dopo aver visto il film su Patch Adams, che le ha fatto “battere il cuore” per questa pratica. Poi, lo scorso anno, ha conosciuto il medico che ha fondato la terapia del sorriso, durante un incontro con tutti i clown della Sicilia. “Crescendo ho compreso da me la strada che avrei voluto percorrere: il clown dottore”, racconta. Così il presidente di Axada, anni fa, ha proposto a Melissa di svolgere il corso di clowntherapy insieme a Federica Strano, Nando Cristaldi, Federica Banna e Silvia Losi, che insieme a lei sono responsabili del gruppo Clowntherapy.
“Siamo circa duecento clown e i turni sono liberi – prosegue la laureanda – essendo un volontariato, noi mettiamo a disposizione dei posti, dove i ragazzi che desiderano fare il turno vanno in corsia. Per diventare clown bisogna iscriversi e frequentare un corso base per clown, che permetterà di andare nella corsia dei clown, con dei tutor che lo affiancheranno per due turni e dopo potranno andare da soli in corsia. Siamo passati da quaranta a centotrenta iscritti per il nuovo corso, quindi l’anno scorso abbiamo dovuto fare due corsi base per clown: il primo con 80 clown e il secondo con 130”.
“Il mio ricordo più bello – racconta ancora Melissa – è stata una bimba di quattro anni che, appena ricoverata per una leucemia, non riusciva a sorridere e soffriva tanto. Dopo aver passato un pomeriggio insieme a lei, le promisi che sarei andata a trovarla il giorno successivo. L’indomani la trovai con gli occhi che mi attendevano, io piansi moltissimo, con tutta l’emozione che può nascere nel regalare un sorriso tra tanta sofferenza.
Credo che questi momenti di scambio possano portare davvero tanta gioia. Il mio sogno nel cassetto è fare il medico-clown, consentendo ai bambini di avere un rapporto diverso con la medicina e i medici”.
“Mi auguro di vedere molti più clown-medici che possano fare esperienza della speranza, della gioia che regala il sorriso, vedere sempre più ragazzi entrare a far parte di questo mondo, fatto di amicizia e di condivisione di esperienze belle e toccanti che lasciano tanto dentro l’anima. La malattia puoi anche non curarla e non aver risultato ma se curi un paziente il risultato ce lo hai sempre! Questo lo diceva Patch Adams e mi incoraggia a fare sempre di più e sempre meglio. Porterò con me tutti i sorrisi tutte le manine che ho stretto, i loro sorrisi e le loro lacrime. Bisogna metterci il cuore per comprendere quanto si possa fare per il bene degli altri. Mi auguro che, quando papa Francesco farà visita a Catania, noi, con tutti i nostri clown, potremo incontrarlo: per noi è un modello di dolcezza e di infinita tenerezza”.
Per Melissa, il primo modello è stato suo padre, Giuseppe Gullotta, che ha fatto nascere in lei il desiderio di diventare pediatra, grazie all’amore che lui ha per i bambini. Qualche tempo fa, il dottor Gullotta si è imbarcato su navi della Guardia Costiera in Grecia per prestare soccorso ai migranti. “Credo che al bene si venga educati e il mio grazie voglio dirlo a papà perché è il mio esempio. Un grazie speciale va a tutto lo staff di Axada, al gruppo clown medici e al presidente Salvo Vitale”, conclude la futura pediatra.

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Maria Luisa Spinello

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