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Don Santoro: dall'assassino una versione inverosimile dell'omicidio

Alla stampa turca il 26enne Oğuzhan Akdin racconta di essere stato istigato da alcune affermazioni del sacerdote sulla conversione dei musulmani

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Oğuzhan Akdin, l’assassino 26enne di don Andrea Santoro, dopo la sua liberazione – avvenuta lo scorso agosto con più di 10 anni d’anticipo rispetto alla pena carceraria a cui era stato condannato – ha rilasciato per la prima volta alla stampa turca una sua versione dell’omicidio, destinata a far discutere per la sua evidente inattendibilità.
Secondo le dichiarazioni dell’assassino reo confesso, pubblicate di recente dal giornale turco Karadeniz e riprese dall’agenzia Fides, lui stesso, il 5 febbraio 2006, si era recato armato di pistola nella chiesa di Trabzon dove si trovava don Andrea, per chiedere al sacerdote ragione delle sue attività e della conversione al cristianesimo di alcuni giovani musulmani. A quel punto, il sacerdote cattolico avrebbe affermato che “il cristianesimo è l’unica vera religione” e che un giorno “tutti i turchi si sarebbero convertiti al cristianesimo”, provocando la reazione violenta da parte del suo interlocutore. Oğuzhan Akdin a quel punto avrebbe urlato che l’islam è l’unica vera religione, uccidendo il sacerdote con due colpi di pistola.
Il racconto fornito dall’assassino si configura come un ennesimo atto di offesa nei confronti della figura di don Santoro, che ha testimoniato con la sua vita di sacerdote, fino alla fine, anche l’amore per i musulmani e l’assoluta estraneità rispetto a progetti di “proselitismo” organizzato. “Don Andrea, con il suo approccio aiutava a capirsi e a disarmare le logiche del muro contro muro. Per questo la sua figura di missionario e uomo del dialogo è attualissima”, aveva dichiarato sempre a Fides il vescovo Paolo Bizzeti SJ, vicario apostolico dell’Anatolia, nel decimo anniversario dell’assassinio del sacerdote italiano.
Oguzhan Ayudin, che al momento dell’omicidio aveva 16 anni, era stato condannato nel 2006 a 18 anni e 10 mesi di prigione, per essere poi liberato lo scorso agosto con più di 10 anni di anticipo rispetto alla scadenza della pena.

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ZENIT Staff

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