Foto: YouReporter

Terremoto in Centro Italia. Slavina su hotel: morti e dispersi

La valanga ha colpito un hotel nel comune di Farindola. Estratto un uomo morto, decine i dispersi. Vescovo di Pescara: “Morire così è difficile da digerire”

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L’incubo del terremoto è tornato ad incombere sul Centro Italia. Ieri quattro violente scosse, tutte superiori ai 5 gradi della scala Ritcher, hanno colpito l’Abruzzo e si sono sentite distintamente nelle regioni limitrofe. La copiosa presenza della neve ha reso la situazione da drammatica a tragica.
Seppellito da una slavina l’hotel di Ripogiano, nel comune di Farindola (PE). La struttura ospitava 22 persone più il personale: in totale erano in circa 30. I primi soccorritori sono giunti nei pressi dell’albergo alle 4 di notte, dopo ingenti difficoltà. Si sono spostati con gli sci sotto la bufera di neve che imperversava sul Gran Sasso. Hanno impiegato ore prima di raggiungere il luogo in cui la struttura di tre piani è crollata a causa del peso della massa di neve.
Presto per poter dar conto del destino delle persone che erano all’interno dell’hotel. Sicuramente ci sono vittime, è stato estratto un uomo privo di vita. Altri due sono riusciti a sopravvivere, perché erano all’esterno della struttura al momento della valanga. Presenti anche alcuni bambini, finora dispersi, di 7 e 8 anni. “Ci sono tanti morti”, ha affermato laconicamente Antonio Crocetta, uno dei capi del Soccorso alpino abruzzese.
Gli ospiti erano pronti ad andare via: erano in attesa dello spazzaneve che doveva arrivare alle 15, ma poi l’appuntamento era stato spostato alle 19. Alle 17.40 l’albergo è venuto giù sotto la valanga.
“Morire sotto un manto di neve a causa di un terremoto che ha fatto staccare una valanga caduta sopra un albergo non è un episodio da digerire facilmente. Bisogna però farsi forza e affrontare questi momenti difficili”. Lo ha detto l’ arcivescovo di Pescara-Penne, mons. Tommaso Valentinetti, in un’intervista a inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, commentando la tragedia.
Il vescovo ha aggiunto che “è un momento di grande prova, quando ci sono tragedie di questa portata si fa appello a tutte le forze della speranza. Speriamo veramente che non ci siano tanti morti. Il maltempo ci ha messo molto alla prova. In alcuni Paesi della Diocesi ci sono ancora due metri di neve che non si riesce a togliere. E’ stato un evento straordinario, forse si sarebbe potuto fare meglio ma la situazione è molto difficile e complessa”.
“Ho chiamato tutti i sacerdoti delle zone colpite – ha sottolineato il vescovo – e mi dicono che stanno tutti bene. Mi sembra che, al di là dei disagi comprensibili per la mancanza di energia elettrica per tre giorni e per gli spostamenti, il terremoto non abbia creato ulteriori danni salvo nuove verifiche. Al momento infatti a causa della neve non abbiamo potuto fare grandi controlli a chiese e strutture parrocchiali. L’unica notizia cha abbiamo è riferita al crollato un pezzo di campanile di una chiesa storica del Paese di Città Sant’Angelo. Avevamo una riunione per il 25 gennaio con il Commissario Errani e altri vescovi vediamo se sarà confermata, lì faremo il punto della situazione. Chiedo a tutti di pregare per noi e per le famiglie che hanno perso i loro cari”.

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ZENIT Staff

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