Santa Marta / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Santa Marta: “Lottare ogni giorno e distruggere l’influsso del male"

Nella Messa mattutina, il Papa ricorda che “una vita cristiana senza tentazioni è ideologica, è gnostica, ma non è cristiana”

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È ideologica, è gnostica, ma la vita cristiana senza tentazioni certamente non è cristiana. Chi si dice cristiano è perciò chiamato alla lotta, afferma Papa Francesco nella Messa di stamattina a Santa Marta. Una lotta quotidiana. Lotta contro questi influssi di male che conducono sulla strada sbagliata verso “l’impero” eretto da Satana. “Gesù è venuto per distruggere l’influsso del male sui nostri cuori”, sottolinea il Papa nella sua omelia, “è venuto Gesù, per distruggere Satana! Per distruggere il suo influsso sui nostri cuori”. A noi tocca dunque lottare quotidianamente, come diceva San Paolo, “per vincere, per distruggere l’impero del male”.

Francesco richiama il brano del Vangelo di oggi che narra della grande folla che veniva da tutte le parti per seguire il Messia con entusiasmo. In mezzo c’erano “ammalati che cercavano di guarire”, ma anche persone a cui piaceva “sentire Gesù, perché parlava non come i loro dottori, ma parlava con autorità”. E “questo toccava il cuore”. Questa folla veniva infatti “spontaneamente”, commenta Bergoglio, e con una certa ironia aggiunge: “Non la portavano nei bus, come abbiamo visto tante volte quando si organizzano manifestazioni e tanti devono andare lì per ‘verificare’ la presenza, per non perdere poi il posto di lavoro”. Questa gente “andava perché sentiva qualcosa” al punto che Gesù ha dovuto chiedere una barca e andare un po’ lontano dalla riva.

“Questa folla andava da Gesù? Sì! Aveva bisogno? Si! Alcuni erano curiosi, ma questi erano gli ascetici, la minoranza… Ma perché questa folla la attirava il Padre: era il Padre che attirava la gente a Gesù. A tal punto che Gesù non rimaneva indifferente, come un maestro statico che diceva le sue parole e poi si lavava le mani. No! Questa folla toccava il cuore di Gesù. Lo stesso Vangelo ci dice: ‘Gesù era commosso, perché vedeva questa gente come pecore senza pastore’”, osserva Papa Francesco.

È la dimostrazione che non sono “gli argomenti apologetici”, i sermoni e le argomentazioni a far muovere le persone: è il Padre, tramite lo Spirito Santo, ad attirare la gente a Gesù. D’altro canto, rileva il Pontefice, è “curioso” che in questo passo del Vangelo di Marco in cui “si parla di Gesù, si parla della folla, dell’entusiasmo” e dell’amore del Signore, finisca con gli spiriti impuri che quando lo vedevano e gridavano: “Tu sei il Figlio di Dio!”.

Tuttavia “questa è la verità, questa è la realtà che ognuno di noi sente quando si avvicina Gesù. Il Padre attira la gente a Gesù, mentre lo spirito del male cerca di distruggere, sempre!”, evidenzia il Papa. “Gli spiriti impuri cercano di impedirlo, ci fanno la guerra. ‘Ma, Padre, io sono molto cattolico; io vado sempre a Messa… Ma mai, mai ho queste tentazioni. Grazie a Dio, no!’. ‘Prega, perché sei su una strada sbagliata!’”.

“Una vita cristiana senza tentazioni non è cristiana: è ideologica, è gnostica, ma non è cristiana”, ribadisce Bergoglio. “Quando il Padre attira la gente a Gesù, c’è un altro che attira in modo contrario e ti fa la guerra dentro! E per questo Paolo parla della vita cristiana come di una lotta: una lotta di tutti i giorni. Una lotta!”.

Davanti ai fedeli c’è dunque una scelta: “O tu ti lasci attirare da Gesù per mezzo del Padre o puoi dire ‘Io rimango tranquillo, in pace’”. Se tu vuoi andare avanti, è dunque l’esortazione del Papa, “devi lottare! Sentire il cuore che lotta, perché Gesù vinca”. L’omelia di Bergoglio si conclude con il consueto elenco di interrogativi: “Pensiamo com’è il nostro cuore: io sento questa lotta nel mio cuore? Fra la comodità o il servizio agli altri, fra divertirmi un po’ o fare preghiera e adorare il Padre, fra una cosa e l’altra, sento la lotta? la voglia di fare il bene o qualcosa che mi ferma, mi torna ascetico? Io credo che la mia vita commuova il cuore di Gesù?”.

“Se io non credo questo – soggiunge – devo pregare tanto per crederlo, perché mi sia data questa grazia. Ognuno di noi cerchi nel suo cuore come va la situazione lì. E chiediamo al Signore di essere cristiani che sappiano discernere cosa succede nel proprio cuore e scegliere bene la strada sulla quale il Padre ci attira a Gesù”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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