“Nell’attuale cambiamento d’epoca, il rinnovato rapporto tra ebrei e cristiani è chiamato all’improcrastinabile compito di edificazione di una ‘civiltà dell’amore’ secondo il disegno del Creatore. Preghiamo che Gerusalemme diventi sempre più la ‘Città della Pace’ per tutti gli uomini e le donne che amano la pace. Siamo perciò profondamente addolorati per le violenze e gli attentati esecrandi che ancora di recente hanno ferito la santa città, uccidendo giovani vite e profanando il Santo nome divino”.
Queste le parole pronunciate dall’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, durante la visita di ieri nella Sinagoga centrale di Milano in via della Guastalla. A fianco al porporato c’era rav. Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano e presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
“Nella nostra Milano, metropoli plurale, la comunità ebraica e quelle cristiane sono, a mio avviso, chiamate ad un compito profetico. Quello di essere un terreno fecondo in cui possa mettere radici e svilupparsi l’incontro e il confronto tra i membri di tutte le religioni, a partire dagli altri figli di Abramo, i musulmani”, ha sottolineato Scola nel suo intervento. “In questo cammino comune di testimonianza reciproca sarà inoltre possibile intercettare l’istanza profonda dell’uomo post-moderno intriso dal desiderio di realizzazione personale (felicità) e di libertà (le due parole del vocabolario oggi più diffuse), mostrando come ragione e fede, necessità e storia, autorità e libertà possono armonicamente comporsi nell’alleanza che Dio intrattiene con la famiglia dei popoli”.
Da parte sua il rabbino Arbib ha sottolineato che: “La parola pace è uno dei termini più inflazionati del nostro tempo, in realtà però si tratta di un concetto complesso e di un’aspirazione di difficile attuazione. Pace può significare assenza di conflitto e già questo, nel nostro mondo travagliato e afflitto da un’ondata di terrorismo sanguinario, che colpisce cristiani, ebrei, musulmani ma anche persone non appartenenti ad alcuna fede religiosa, sarebbe un buon risultato da raggiungere”.
“Abbiamo percorso un lungo tratto ma c’è ancora un cammino da percorrere – ha aggiunto il rabbino – siamo certi che pur salvaguardando le differenze, saremo guidati dai valori che le nostre due religioni hanno trasmesso e che sono diventati patrimonio dell’umanità. La nostra aspirazione deve essere l’amore per la verità e la pace”.
Accolto calorosamente dalla comunità ebraica milanese e da tutti i responsabili, il cardinale Scola ha poi visitato una mostra e si è intrattenuto con i presenti, prima del momento ufficiale in Sinagoga dove è stato accompagnato da una delegazione composta da rappresentanti della Diocesi allargata anche ai ministri delle comunità appartenenti al Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano e ai componenti del comitato scientifico che presiede all’organizzazione degli incontri I Dialoghi di vita buona.
L’incontro è avvenuto in occasione della 28esima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cristiani ed ebrei e alla vigilia dell’apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che lo stesso Cardinale aprirà domani, 18 gennaio, nella la chiesa protestante di via Marco De Marchi a Milano, insieme alla pastora battista Anna Maffei e padre greco ortodosso Teofilatto Vitsos.
Foto: Chiesa di Milano
Milano. Scola in Sinagoga: "Cristiani ed ebrei chiamati a costruire una civiltà dell’amore"
Visitando la Comunità ebraica cittadina, il cardinale ha dialogato con il rabbino capo Alfonso Arbib. Comune ricerca di pace e giustizia